Alis: “Paura di me” è il brano che non può non essere ascoltato per conoscermi appieno

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Nella penultima puntata della Hit Chart Top 20, abbiamo avuto il piacere di conoscere meglio Alis, che ci ha presentato anche il suo singolo “Paura di me”.

Alis ci ha raccontato non solo del suo ultimo singolo, ma anche della sua passione per la musica, le sue collaborazioni, il suo nome d’arte e tutti i progetti futuri.

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Ecco la cover ufficiale del nuovo singolo di Alis dal titolo “Paura di me”

Ecco quello che ha raccontato Alis ai nostri microfoni:

“Siamo in compagnia di Alis per parlare di “Paura di me”, il tuo nuovo brano uscito il 28 maggio e che tu hai scritto quando avevi vent’anni… Ti va raccontarci come è nato il brano?”

Sicuramente è una cosa un po’ particolare perché uno si potrebbe chiedere come mai uno dopo tutto questo tempo l’ho ripescato. In realtà l’anno scorso credo sia stato un anno particolare un po’ per tutti e mi ha dato la forza di lanciarmi un pochettino. Infatti sono uscita con il mio primo singolo “Punto fermo” e da lì mi sono detta “Basta tenere nel cassetto tutti i sogni e tutte le canzoni che ho scritto. E’ arrivato il momento di tirare fuori qualcosa, di tirare fuori la mia musica.”

“Paura di me” è un brano che mi rappresenta, l’ho scritto in un momento particolare della mia vita e ci sono molto legata. Dopo tutto quello che è successo l’anno scorso, non solo per il Covid, questo pezzo ha bussato nuovamente alla mia porta e se voglio far conoscere un po’ di me, non posso farla ascoltare. 

“Come mai è rimasto per diverso tempo nel cassetto? Di cosa avevi paura e qual è nella tua vita la paura più grande che hai?”

Sembra un gioco di parole, ma in realtà non avevo paura di tirar fuori questo brano. Nel momento in cui effettivamente l’ho scritto, è stato il modo di mettere tutto nero su bianco. Lì per lì, vi confesso, forse non mi sono nemmeno resa conto realmente di quello che stavo scrivendo. E’ un brano che ho riletto a distanza di anni e mi ha fatto uno strano effetto rileggere quello che avevo scritto: nasce da un’esigenza che avevo di dover tirar fuori quello che avevo dentro in quel momento.

Quando nella vita accadono degli eventi forti o eventi spiacevoli, spesso uno si rinchiude. Io ho avuto la reazione positiva di andare avanti lì per lì, ma poi se non fai i conti e non affronti la tua verità, realmente quello che è successo, rischi che poi anche a distanza di tempo si ripresenti di nuovo. Era la voglia di prendere in mano questa vita, di affrontare quello che stava succedendo a testa alta, senza timori.  

“Già con il primo singolo “Punto fermo” stai collaborando con un nostro amico che è Nicco Verrienti che ti produce i lavori. Come vi siete incontrati e cosa ti ha colpito del suo lavoro?”

La collaborazione con Nicco è nata perché ho partecipato al Limatola Festival nel 2017 proprio con “Paura di me”, ma sotto un’altra veste. Sono arrivata in semifinale, ma solo l’anno successivo con un altro brano “Io come te”, dedicato a mia madre, sono riuscita a vincere. Grazie a questo premio, ho avuto la fortuna di avere la produzione con Nicco Verrienti. Ho avuto modo di conoscerlo di persona e oltre ad essere un grande professionista, è una persona splendida.

Mi sono trovata benissimo con lui, le nostre idee insieme si sposano abbastanza bene. non potevo avere in squadra persone migliori. Oltre a lui, anche Francesco Locascio che mi ha curato il mix e il master di entrambi i brani. Ad Ottobre uscirà un altro pezzo, sempre prodotto con loro.

“Ti sei laureata con una tesi sperimentale inserendo la musica, chiedendoti nel titolo “la musica è rumore?”. Ma cosa rappresenta per Valentina la musica? Da cosa deriva il tuo nome d’arte?”

In realtà sono anche un operatore sanitario ed ho voluto un po’ fare un po’ questa pazzia: essendo anche audiometrista, sono a contatto con persone che lavorano nel rumore e da lì è nata l’idea di portarlo nel mio percorso di studi, visto che era già viva la mia passione per la musica. Volevo sensibilizzare noi tutti musicisti a prestare attenzione anche ai livelli di musica che ascoltiamo quando suoniamo. Non ci rendiamo conto, ma i livelli sonori troppo elevati possono causare dei problemi.

Volevo lanciare questo messaggio proprio per proteggerci, visto che l’ascolto è molto importante per chi fa questo lavoro. Il nome d’arte è un nome che avevo scelto tantissimo tempo fa. Deriva da quello che rappresenta per me la musica. E’ tutto, è la mia libertà e visto che in passato purtroppo ho incontrato delle persone che mi volevano tarpare le ali, soprattutto in ambito musicale. Da lì “Alis”, ovvero le mie ali di libertà: quello che rappresenta la musica per me appunto. 

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