Pier Paolo Mocci: “La sala cinematografica è come il vinile. Delusione per la non uscita in sala di Verdone.”

Pier Paolo Mocci

Nell’ultima puntata della Hit Chart Top 20 siamo tornati a parlare finalmente anche di cinema, che riparte piano piano, con Pier Paolo Mocci, direttore e fondatore di “Lunedì film”.

Inserto del Quotidiano del Sud, “Lunedì film” racconta ogni settimana quello che succede nel mondo cinematografico, del quale abbiamo chiacchierato con Pier Paolo Mocci, oltre a raccontarci quello che sarà l’evoluzione dell’elemento filmico e soprattutto della sua industria; compreso un momento per parlare dei David Di Donatello 2021.

Pier Paolo Mocci
Una delle copertine di “Lunedì film”, inserto del Quotidiano del Sud, fondato e diretto da Pier Paolo Mocci

Ecco quello che ci ha raccontato Pier Paolo Mocci:

“Diamo il benvenuto a Pier Paolo Mocci, giornalista e fondatore di “Lunedì Film”, inserto allegato al Quotidiano del Sud. Come è nata l’idea e come sta andando il progetto?”

Lo guido da sei mesi; era una scommessa nata a metà ottobre quando i cinema erano ancora aperti, pochi giorni prima del secondo lockdown del 26 ottobre, che con il nuovo DPCM chiudeva nuovamente le sale cinematografiche. C’è molto raccordo tra cinema e musica: Diodato è stato il vincitore di Sanremo 2020 e ha firmato la colonna sonora de “La dea fortuna” di Ferzan Ozpetek; Federico Zampaglione dei Tiromancino il 20 maggio farà uscire “Morrison”, che ha diretto; Benji e Fede faranno un film per il cinema.

Il cinema cerca stimoli continuamente e molto spesso lo fa nella musica, con un rapporto che sta tornando. “Lunedì film” cerca di raccontare non solo il cinema, ma anche le serie tv e le piattaforme, perché altrimenti sarebbe anacronistico nonostante il nostro grande amore e rispetto per la bellezza e la magia di una sala cinematografica, che per quanto tu possa avere il miglior schermo a casa, non possono restituire l’atmosfera del cinema vintage.

“In the mood for love” ha festeggiato i suoi 20 anni dalla presentazione al Festival di Cannes, tornando in questi giorni in sala, ed è un film con tempi, sguardi e momenti per il quale vi consiglio assolutamente di guardarlo in sala. I cinema devono sopravvivere come avamposti socio-culturali nei paesi e nelle città, così come la fruizione del linguaggio di un film in sala è diversa sia per un film d’autore che per un blockbuster, con molti effetti speciali. La sala è un po’ come il vinile.

“La situazione cinema è drammatica, come ogni settore dell’intrattenimento live. E’ stata una vera ripartenza? Quali sono le tue proposte per il settore? Lo Stato è stato vicino al settore realmente?”

Mah, Franceschini dice di sì. Molte categorie però si lamentano, e giustamente credo, perché in realtà in sicurezza e con tutte le varie normative molte cose si possono fare. L’Arena di Verona per esempio so che partirà con alcuni live, ma non è semplice per tutti ovviamente: mentre per il cinema, nonostante le grandi difficoltà per le uscite, è un po’ più facile, per la ripartenza di concerti live di musica o eventi, il fatto che le regioni possano cambiare da una settimana all’altra colore, il coprifuoco, diventano un blocco alla vera ripartenza. Se tutto va bene credo che una vera ripartenza avverrà intorno a settembre, ottobre.

“Come è cambiato il cinema negli ultimi anni? Ti va di raccontarci anche la vicenda riguardo il film di Carlo Verdone che tu e pochi altri avete sottolineato?”

E’ una cosa molto grave. Carlo Verdone, che noi amiamo moltissimo, si è speso per un anno e mezzo a favore del sostegno delle sale cinematografiche, promettendo che il suo film sarebbe uscito nelle sale non appena possibile. Fondamentalmente le sale hanno bisogno di film di cassetta per pagare gli stipendi dei vari dipendenti, oltre che tutte le voci di costo vivo, e il film di Verdone sarebbe stato il suo segnale di riconoscenza per tutte le sale. Purtroppo il film dal 13 maggio andrà su Amazon Prime che, per quanto possa essere stata una decisione presa dal suo produttore De Laurentiis, ha lasciato tutti quanti nello sconforto.

Carlo Verdone
La locandina di “Si vive una volta sola” di Carlo Verdone che uscirà su Prime Video. Una decisione che rischia di penalizzare ancora di più le sale, come ha detto Pier Paolo Mocci.

Forse Carlo, avendo un peso specifico importante, come nella musica potrebbero essere Vasco Rossi o Laura Pausini, magari avrebbe potuto prendere una decisione più netta, anche ‘contro’ il suo produttore, per non colpire ulteriormente le sale cinematografiche. La maggior parte della stampa italiana specializzata non ne ha parlato, siamo stati in pochi, tra cui noi di “Lunedì film” a sottolinearlo; forse per paura di fare un torto a Verdone.

Carlo ha firmato un contratto per una serie su Prime dal titolo “Vita da Carlo” e tutto il suo catalogo online sulla piattaforma: avranno fatto un accordo omnicomprensivo e per questo il film lo troveremo direttamente online. Carlo purtroppo non ha nemmeno chiarito la questione e mi dispiace quando qualcuno si erge a paladino di una questione e poi esce di scena senza dire nulla, seppure a malincuore. 

“Passiamo ora ai David Di Donatello che andranno in onda il prossimo 11 maggio, non soltanto in versione ‘Zoom’ come l’anno scorso, ma anche in presenza. Cosa ne pensi delle nomination? C’è qualcuno che secondo te meritava anche di più?”

Sulle candidature non era possibile tirare fuori grandi sorprese in realtà, perché di film ne sono usciti pochissimi quest’anno e fortunatamente hanno deciso di inserire anche quelli usciti in piattaforma e non in sala. Se fossero usciti film come “Diabolik”, “Freaks out!” e “Tre piani” di Nanni Moretti, oltre ad altri titoli ancora congelati, di certo non avremmo avuto film ‘normali’ con 12 o 13 nominations; cosa che non succedeva da diversi anni. Questa sessione dei David è un po’ falsata, dovendo scegliere su un fazzoletto di 30 film che forse in un periodo normale avrebbero ricevuto solo 2 o 3 candidature.

Molti film inoltre non sono stati visti dal grande pubblico: con le sale chiuse, i titoli sono usciti nelle diverse piattaforme, ma chiaramente non tutti sono abbonati contemporaneamente a Netflix, Amazon Prime, NowTv e così via. Vi consiglio per chi ha Sky o NowTv il film “I predatori”, opera d’esordio del figlio di Sergio Castellitto, Pietro, che recentemente è stato il Totti della serie “Speravo de morì prima”. Lo aveva scritto a 23 anni, girato poi quattro anni dopo, ma la cosa divertente è che lui ha rifiutato di lavorare con suo padre Sergio che si era proposto per un ruolo, chiamando Massimo Populizio. Un film politicamente scorretto che vi consiglio vivamente.

Per recuperare tutte le interviste passate clicca qui. Appuntamento con la Hit Chart Top 20 ogni lunedì in diretta dalle 20 alle 22 su SPREAKER e sul nostro sito ufficiale.

 

Matteo Magazzù

Speaker e attore romano, ama la musica, il teatro, l'arte, il cinema, la televisione.

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