Paola Di Leo: “La cosa più importante nel lavoro artistico è trovare il team giusto con cui collaborare. Se riesci a farlo anche da sola, non c’è bisogno di una casa discografica.”

Paola Di Leo

Nella puntata della Hit Chart Top 20 di questa settimana è stata nostra ospite Paola Di Leo che ci ha raccontato del suo ultimo singolo “Gocce di pioggia”.

Oltre a raccontarci di come sia nato il brano, con Paola Di Leo abbiamo parlato anche del suo rapporto con la musica, del suo trasferimento in America, della passata esperienza sotto casa discografica, dei suoi sogni e di tutti i progetti in ballo per quest’anno.

Paola di Leo
Ecco la cover ufficiale del nuovo singolo di Paola di Leo “Gocce di pioggia”

Ecco quello che ci ha raccontato Paola Di Leo durante l’intervista:

“Diamo il benvenuto a Paola Di Leo che ci presenta “Gocce di pioggia”, uscito il 31 marzo. Un brano malinconico per una storia finita, però con un groove R’n’B molto forte. Com’è nato?”

“Gocce di pioggia” è il mio secondo singolo del mio primo EP totalmente in italiano. Fino ad ora avevo pubblicato solo brani in inglese e quindi sono molto felice finalmente di poter far uscire i miei brani in italiano. L’ho scritta alla chitarra, come quasi tutti i miei brani, ed è nata con un dolce arpeggio nella chitarra acustica che poi si è trasformata in questa canzone che ha una forte carica esplosiva. “Gocce di pioggia” parla di una storia d’amore finita, di un cuore spezzato, e si concentra sulla frustrazione di quello che viene dopo, contando le ‘gocce di pioggia’ che vengono dopo.

“Tu vivi a New York e le influenze internazionali si sentono molto nella tua musica. Quali sono le differenze più grandi tra fare musica all’estero e in Italia? E quali invece le cose in comune?”

Ho tantissime influenze: fin da quando era piccola i miei genitori mi facevano ascoltare tanta musica internazionale, da mia mamma fissata con il jazz di Louis Amstrong e Billie Holiday a Norah Jones e Diana Krall, mentre mio papà mi ha dato un’impronta più rock con Dream Theatre. Contrasti ma anche di nicchia, ma ho ascoltato anche molto Michael Jackson, che mi influenza molto, e i Beatles perché amo molto anche le canzoni orecchiabili, quelle che con un giro di chitarra riesci comunque a cantare. 

Ultimamente invece sono influenzata da artisti giovani come Justin Bieber, Olivia Rodrigo e Billie Eilish ma anche da piccole artiste indipendenti come Gracie Adams che mi somiglia nel suo percorso musicale. Ho studiato flauto traverso, poi ho preso lezioni di batteria e chitarra, quindi amo la musica davvero a 360° gradi. 

Qui in America vengono molto accolti i nuovi artisti e le nuove proposte: New York è famosa per avere numerosi locali dove proporre musica nuova e mai ascoltata che la gente ha piacere di conoscere; non è come in Italia dove se non fai la serata cover non viene quasi nessuno. Ogni tanto è bello anche farle le cover, però sono sostenitrice del cantuatorato e quindi sono felice di esprimermi con la mia musica e le mie parole. In Italia è davvero difficile poter proporre musica propria e inedita, cosa che in America invece amano, andando a prendersi qualcosa di bere al pub, conoscere musica nuova.

“Dopo la pandemia hai deciso di abbandonare la Honiro Label e di continuare la tua carriera come artista indipendente. Cosa ti ha spinto a questa scelta?”

Sono molto indipendente come persona già di mio, ma è un piacere poter collaborare con persone che fanno questo da tanti anni. La prima canzone che feci, mi proposi al contest della Honiro Label, che pure Ultimo vinse, e fui onorata di aver potuto ricevere questo riconoscimento, vincendo anche io il contest. Mi ha formato molto ed ho lavorato con tanti professionisti che hanno permesso di farmi pubblicare il primo EP “Break free”.

Poi diciamo non ci siamo trovati su alcuni aspetti, la mancata di partecipazione ad Amici, strada che avevamo pensato di intraprendere da ambo i lati, e la mia voglia di sperimentare altro mi ha portato a distaccarmi. Anche qui in America ho avuto diverse proposte, ma ho capito che è meglio che prosegua questo percorso da indipendente. La cosa più importante è trovare il team giusto, se riesci a farlo anche da sola, non c’è bisogno di una casa discografica.

“Cosa ci puoi anticipare sui prossimi mesi del 2023? Cosa dobbiamo aspettarci per la tua carriera musicale?”

E’ tutto in progress anche se ho deciso che questo sarà il mio anno; il mio ritorno. Ogni mese, da febbraio, sto pubblicando una canzone in italiano che andrà a comporre la tracklist dell’EP “Sola ma non in solitudine”. Farò dei live a New York, ma spero di riuscire a fare qualcosa anche in Italia, dato che tornerò a luglio nel nostro bel paese.

 

Per recuperare tutte le interviste passate clicca qui. Appuntamento con la Hit Chart Top 20 ogni lunedì in diretta dalle 20 alle 22 su SPREAKER e sul nostro sito ufficiale.

Matteo Magazzù

Speaker e attore romano, ama la musica, il teatro, l'arte, il cinema, la televisione.

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