Nell’ultima puntata della Hit Chart Top 20 abbiamo avuto il piacere di conoscere meglio anche Miriam Masala, che ci ha raccontato de “La parte migliore di me”.
Miriam Masala, oltre a raccontarci del suo ultimo singolo, ci ha parlato dell’amore per gli anni ’80 e tutte le sue influenze musicali e l’importanza di saper “giocare”.
Ecco quello che ci ha raccontato:
“Siamo in compagnia di Miriam Masala perché il 6 novembre in tutte le radio e piattaforme digitali, è uscito il suo ultimo brano “La parte migliore di me”. Ti va di raccontarci come nasce questo progetto?”
E’ iniziato tutto circa un annetto fa, già con altre due canzoni in particolare che sono uscite prima de “La parte migliore do me”. Avevo intenzione di sperimentare un po’ e ho sempre avuto questa volontà di fare musica partendo dallo spunto degli anni ‘80; di come gli anni ‘80 vedevano il futuro a livello artistico e musicale.
Questo ultimo brano, rispetto agli altri due, rappresenta ancora di più questo nuovo sound, questa nuova strada del mio progetto perché si sente che c’è un’influenza anni ‘80. Il testo è semplice, divertente parlando della parte migliore di me che, credo, siano le mie idee, i miei valori, la mia testa. Quello che dovrebbe essere appunto il messaggio per tutti di pensare sempre, di dare importanza ai propri valori.
“E se l’amore, la vita fosse un gioco? Questa è la domanda chiave del tuo brano. Ma se davvero fosse così, come si comporterebbe Miriam? Anche perché saper giocare è una cosa molto seria comunque…”
Esatto; da due punti di vista. Dal punto di vista del gioco vero e proprio, io, essendo anche un’amante dei giochi, sarei probabilmente molto brava e me la potrei cavare nella vita magari più di quanto riesca adesso. Invece dal punto di vista mentale, hai ragione a dire che è una cosa seria: sapersi prendere in giro, saper scherzare ogni tanto, saper liberarsi, essere leggeri nella vita, secondo me, è un valore importante. Bisogna prendere le cose ogni tanto un pochino in più alla leggera. Sono esagerata forse dall’altro punto di vista, essendo un’artista ho sempre la testa tra le nuvole, però sognare rende più liberi.
“Colori brillanti, forti, sound e look cristallizzati senza tempo, tutto molto semplice, ma molto forte, si evidenziano nel video della canzone, diretto da Sara Cardillo. Come nasce l’idea e la collaborazione?”
Sara Cardillo è una regista grandissima che ha trasformato le mie idee in realtà perché in questo periodo non è stato facile. Noi abbiamo girato un video durante il periodo di Covid, non proprio durante la quarantena più stretta ma un pochino prima, con le dovute restrizioni e tutti gli accorgimenti del caso. Non è stato facile perché non potevamo fare un video con tanti luoghi diversi e prendere tante persone. Abbiamo cercato di fare un video semplice, giocando sui colori, sul loro contrasto nelle immagini, sempre con un po’ di ironia che mi caratterizza a livello artistico e devo dire che è venuto fuori un video veramente molto bello, estetico e semplice come piaceva a me.
“Il brano ha un sound anni ‘80, un sound a te molto caro. Quali sono le tue influenze musicali italiane e internazionali e con chi ti piacerebbe collaborare in futuro?”
Bella domanda… Sicuramente io ho dei gusti completamente diversi: se ti devo dire un artista italiano ti dico Tiziano Ferro che è stranissimo, in quanto è molto anni 2000, però proprio a livello di messaggio, di testi, di penna è l’artista con cui vorrei poter condividere le mie idee, ascoltare e imparare da lui. Per quanto riguarda gli artisti stranieri, ho proprio completamente generi diversi che vanno dal metal a roba retro new wave, synth, che negli anni ‘80 faceva da padrone. E’ un po’ più complicato con la scelta degli artisti internazionali. Se dovessi scegliere adesso di moderni, mi piacerebbe fare un featuring coi Purple Disco Machine perché sono nuovi e hanno quel sound lì.
“Sei conosciuta al grande pubblico per la partecipazione ad Amici nel 2013. Cosa ricordi di quell’esperienza? La rifaresti? Faresti qualche altro talent show?”
I ricordi sono tutti positivi sicuramente: ho vissuto Amici con una testa diversa rispetto a quella che ho adesso. Ero più piccola anche a livello di maturità artistica e personale. Sì, lo rifarei con la testa che ho ora e mi piacerebbe perché sarei molto più consapevole, ma non è possibile questa cosa ed è giusto che io fossi inesperta. Altri talent no, nonostante X Factor mi piaccia molto perché è un talent solo di musica, di cantanti, ma devo dire che Amici è proprio il mio talent preferito perché c’è tutto. C’è anche la magia dei racconti ed è un po’ di famiglia.
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