Nell’ultima puntata della Hit Chart Top 20, abbiamo conosciuto meglio Feyra, che ci ha presentato il suo singolo “Complesso di inferiorità”.
Oltre a parlarci del brano, nato durante il lockdown, Feyra ci ha raccontato la passione per la musica e in particolare quella latina e di quello che succederà nella sua carriera in futuro.
Ecco quello che ci ha raccontato Feyra:
“Siamo in compagnia di Feyra che il 15 aprile ha pubblicato il nuovo singolo “Complesso di inferiorità” che è nato durante il lockdown del 2020… Ci vuoi raccontare come è nato?”
Paradossalmente a me il lockdown ha portato tante cose belle. Mentre fuori c’era la pandemia ed eravamo costretti a stare a casa, ho impiegato il mio tempo a scrivere nuove canzoni. Il brano nasce dalla quotidianità di quei giorni. Stando a casa, la mia compagna preparava, come tutti, pizza, pane, dolci e un giorno noto che si lamenta di un dolce che non le era riuscito. Da quella situazione abbastanza semplice e stupida e il sentirsi sempre inadatto nel raggiungimento anche di piccoli obiettivi, è nata questa canzone. In effetti però quei biscotti erano poi un po’ duri… (ride)
“Diciamo che il 2020 è stato per te un anno di svolta e cambiamento. Entro la fine dell’anno infatti uscirà il tuo nuovo album: cosa dobbiamo aspettarci? Quale sarà la direzione che intraprenderai?”
L’album avrà una direzione diversa rispetto alle mie precedenti produzioni. E’ stata, più che altro, un’evoluzione che mi ha portato ad avere altre consapevolezze sia sui testi, ma anche negli arrangiamenti e nei suoni. Provengo da un’esperienza che spaziava dalla pachanga, reggae, ska, al mondo latino, alla cumbia, alla rumba. L’album sarà molto più pop, più popolare.
“Sei molto legato alla musica latino/americana e spagnola con le quali hai collaborato in passato. Cosa credi che ci sia di interessante nella loro musica che manca a quella italiana? E come è stato collaborare con degli allievi di Manu Chao?”
Ho collaborato con i Che Sudaka, una band di Barcellona e anche loro mischiano la musica latina; sono mezzi colombiani, spagnoli e argentini. Il mondo latino mi ha sempre affascinato. Io sono siciliano e quindi sono uno che è nato in una terra che è stata invasa da mille culture diverse. L’orecchio al mondo latino è nato così. Ho studiato quasi tutti i generi di quell’universo sonoro e me ne sono innamorato. Non ho mai avuti paraocchi nella musica, mi piace ascoltare tutto e prendere, soprattutto, da ogni genere e sperimentarli e farli tuoi.
“Ovviamente non possiamo non farti una domanda fatidica: da cosa deriva il tuo nome d’arte Feyra?”
E’ l’acronimo delle parole felice e raggiante in spagnolo ‘feliz y radiante’ da cui deriva ‘Fe y ra’.
“Nel 2017 avevi raccontato in “Esperanza” una storia d’amore spezzata dalla tragedia di Rigopiano e proprio ieri purtroppo si è verificata un’altra terribile tragedia a Stresa, con la caduta della funivia. Quanto è difficile riuscire a raccontare temi così forti e importanti in musica?”
Più che difficile secondo me è proprio il compito di un artista raccontare attraverso la propria visione delle cose quello che accade nel mondo e quello che tutti noi viviamo. Quello che ho fatto è stato semplicemente restare davanti alla tv in quei giorni. Sono rimasto talmente colpito da quello che è successo che ho dovuto per forza di cose esternarlo attraverso la scrittura, immedesimandomi in questa storia d’amore. Come ha fatto e fa qualsiasi altro artista nella storia, non solo musicale ma anche nell’arte in generale. Arte come veicolo di messaggi positivi e non, deve diventare veicolo di speranza.
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