Emanuele Corvaglia è stato nostro ospite durante la puntata pasquale della Hit Chart Top 20 dove ci ha presentato il nuovo inedito “Tu pensala come vuoi”.
Con Emanuele Corvaglia abbiamo parlato del nuovo lavoro discografico, della sua esperienza nel talent show Amici di Maria De Filippi, delle sue prossime collaborazioni ed anche dell’esperienza all’estero come busker in Inghilterra.
Ecco quello che ci ha raccontato Emanuele Corvaglia durante l’intervista:
“Diamo il benvenuto ad Emanuele Corvaglia che ci presenta oggi “Tu pensala come vuoi” il nuovo singolo uscito l’11 marzo dove racconti di un rapporto terminato con difficoltà dopo essersi logorato lentamente nel tempo. Come è nato il brano?”
L’ho scritto più o meno tre anni fa, portando poi diverse modifiche alla struttura del brano successivamente. Avevo iniziato a scriverlo ben prima della pandemia e sono riuscito a portarlo a termine durante il lockdown. “Tu pensala come vuoi” è un brano semplice ed immediato e credo che mi abbia dato una bella svolta.
“Come mai secondo te è così difficile riuscire ad allontanarci da situazioni che comunque in fondo non ci fanno stare bene, ma anzi ci fanno soffrire? Cosa ci spinge a procrastinare una scelta?”
Ovviamente come tutte le relazioni, dopo un po’ di tempo, si cade nell’abitudine ed è difficile far andare via la proprio routine, uscire dalla propria comfort zone; anche se si ha sempre paura di lasciare andare le cose, ed è un problema soprattutto per quelle che sono nocive. Arriva un punto nel quale le cose vanno così un po’ per inerzia, anche perché comunque c’è sempre l’affetto di fondo in qualsiasi relazione. C’è paura di fidarsi di altre persone ed è meglio quindi poi rimanere in un porto sicuro, seppure con tante problematiche. Io caratterialmente sono molto prudente nel relazionarmi con il prossimo in generale.
“A 18 anni per gioco forse all’inizio eri entrato nella scuola di Amici di Maria De Filippi, per poi auto eliminarti nel serale. Ecco, quella è stata una scelta difficile? La rifaresti ancora?”
La rifarei assolutamente, perché mi ha fatto molto bene poi. Avevo 18 anni, ero molto immaturo e stavo affrontando una situazione molto più grande di me e ad un certo punto nel percorso che stavo portando avanti avevo notato che stavo perdendo il focus di ciò che mi appassionava, ovvero l’amore per la musica. Lì stava diventando tutto automatico e costruito e a me non piaceva. Sicuramente se l’affrontassi oggi la vivrei in un altro modo; in realtà mi stupisco all’epoca di non averlo fatto prima.
“Poi sei stato busker in Inghilterra arrivando fino alla Scozia. Che cosa hai imparato e migliorato nella tua musica da questa esperienza?”
E’ stata un’esperienza non solo artistica ma anche di vita, dove ci si confrontava con persone, lingue, usi e costumi diversi e quello ti cambia anche personalmente. Sono cresciuto artisticamente e personalmente, riuscendo a cavarmela da solo in un paese dove la lingua non è la tua. La cosa che mi ha colpito di più nel mio stare a Manchester è stata che le persone erano tutte molto socievoli, molto friendly, ed è una caratteristica che forse si è persa un po’ in Italia, soprattutto nel Nord. Ho amato tantissimo anche confrontarmi con tanti artisti provenienti da varie parti del mondo, scoprendo anche sonorità diverse da quelle che conoscevo.
“Quali sono i prossimi programmi? Continuerà la collaborazione con il tuo amico Riccardo Benedetti Vallenari, detto Rich?”
Nel mio computer ci sono già diverse tracce. Arriverà un EP di inediti con brani molto diversi, fatti con il mio amico Rich, che spaziano dal pop all’R’n’B, con brani più diretti e più intimi anche. Spero tanto di poter suonare quest’estate dopo tanto tempo di fermo. Abbiamo bisogno di sfogarci tutti con la musica.
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