Esce oggi, giovedì 20 febbraio, “Lontano lontano” il nuovo film di Gianni De Gregorio e presentato in anteprima a Roma mercoledì 12 febbraio presso la Casa del Cinema di Roma per la stampa.
Il film, che aveva già debuttato alla 37° edizione del Torino Film Festival, racconta la storia di tre amici, “diversamente giovani” per usare il politically correct in questo momento storico dove tutto altrimenti può essere strumentalizzato, che non riescono più a mantenersi con la propria pensione in Italia e così decidono di trasferirsi all’estero per vivere in modo più dignitoso; ma all’estero dove?
E’ solo la prima di una delle questioni da risolvere per il Professore (Gianni De Gregorio), che si annoia moltissimo dopo una vita passata ad insegnare latino a scuola, nella speranza che qualche suo allievo abbia ancora memoria dei suoi insegnamenti; per Giorgetto (Giorgio Colangeli), ultima scheggia del popolo di Roma, operaio che non riesce ad arrivare a fine mese senza chiedere aiuto e prestiti agli amici; e per Attilio (Ennio Fantastichini), robivecchi e fricchettone con il desiderio di rivivere le emozioni dei tanti viaggi fatti in gioventù. In parte la loro vita cambierà realmente, ma forse non nel modo che si aspettavano all’inizio.
Così la nuova divertente commedia di Gianni De Gregorio regala uno spaccato sull’Italia di oggi: “Matteo Garrone, tempo fa, mi ha chiamato dicendomi di raccontare una storia di un vecchietto, dato che io ne sono esperto, che con la sua pensione non riesce ad andare avanti e decide di cambiare radicalmente la sua vita. E così è iniziato questo viaggio alla scoperta di tre personaggi; un lavoro durato oltre un anno e mezzo, a cui poi si è aggiunto un quarto personaggio, quello di Abu, giovane africano arrivato in Italia con un gommone, il vero viaggiatore dei nostri tempi, dopo aver sentito tutte le tragedie in mare legate all’immigrazione.”
La cosa che colpisce di questo film e che il regista ha voluto ancora una volta sottolineare è la parte buona dell’uomo: “Credo che tutti noi abbiamo una parte buona, che va solo portata alla luce. Lavorare con Giorgio Colangeli e l’indimenticabile Ennio Fantastichini è stato un onore; mi dimenticavo di dare lo stop alla scena perché Ennio e Giorgio facevano vivere appieno la sceneggiatura aggiungendo del loro ed era un piacere viverlo insieme”.
Si nota nel film infatti la loro forza come fossero realmente amici da una vita tanto che Giorgio Colangeli ha detto “Non ci conoscevamo, se non artisticamente, prima del casting. Anzi a dir la verità, confesso di non aver mai visto nessun film di Gianni pur avendo sentito ottimi apprezzamenti da tante persone, ma già dal provino era riuscito a mettermi completamente a mio agio: provino che ho vinto arrivando il giorno dopo la nevicata forte a Roma in bicicletta (ride). Mi ricordo il primo pranzo fatto dopo una prova costume: tutti e tre a tavola non abbiamo parlato assolutamente del film, ma è stato come se lo stessimo già facendo; improvvisare poi su una sceneggiatura così ben scritta nella quale poter spaziare nel giusto è stata una benedizione.”
Il ricordo di Ennio Fantastichini è forte per tutti coloro che l’hanno vissuto e soprattutto per il produttore Angelo Barbagallo che conoscendolo personalmente conferma che in questo film ha dato veramente se stesso al 100%, mostrando forse realmente com’era Ennio con i suoi amici e i suoi cari.
Nel film viene anche sottolineato l’elogio alla lentezza, tipica della pigrizia romana che però è anche accogliente, e quella del cibo: il convivio diventa una cerimonia sacra compresa l’ultima scena nella quale i tre amici dovranno accontentarsi di un pranzo davvero di fortuna. Dall’idea del film è nata poi anche la volontà di scrivere tre racconti che usciranno in primavera per Sellerio: “ci ho messo un po’” racconta De Gregorio “ma sono fatto così, ho la tipica lentezza romana… se per ogni mio film dovete aspettare almeno tre anni, la colpa non è del produttore, ma mia! (ride)”.
“Lontano lontano” procede con spensieratezza e battute davvero spiazzanti per tutta la sua durata nella quale le immagini di Roma non sono soltanto estetizzanti ma fanno entrare appieno nella storia, grazie all’utilizzo di più di 100 locations sparse per Roma e i dintorni. Tra le perle di questo film c’è anche la straordinaria partecipazione di Roberto Herlitzka, nei panni del professor Federmann, quasi grillo parlante dei tre amici, con la volontà in fondo, di fuggire anche lui lontano lontano pur potendosi permettere tutto.