Sono anni che si parla di saturazione del genere. E gli ascolti della prima puntata della nuova edizione di X Factor 2020 lo dimostrano ancora una volta: solo 654.033 telespettatori e il 3,1% di share a fronte degli 833.000 telespettatori e il 3,8% dell’anno scorso.
Un trend in discesa che continua da qualche anno, quello della prima puntata di giovedì 17 settembre è il dato più basso in sei anni, che ancora una volta sottolinea forse il fatto che, come gridato a gran voce da tempo, il format e lo spettacolo meriterebbe una pausa.
E’ vero che probabilmente anche la pandemia che ci ha colpiti ha stravolto usanze e gusti del pubblico che preferisce ormai andare a vedere sempre qualcosa di nuovo e diverso, ma fatto sta che, come analizzato anche per il Grande Fratello, il genere del talent risente ormai di un uso continuo quasi per tutto l’anno tra le sue varie declinazioni.
Siamo arrivati, proprio quest’anno, anche alla crisi, la prima in vent’anni, di “Amici” di Maria De Filippi, format che aveva sempre vinto e riscosso grande successo di pubblico e che quest’anno ha iniziato a zoppicare non poco: forse il pubblico è un po’ saturo delle dinamiche di questi talent show che ormai occupano il palinsesto di dodici mesi televisivi tra Amici, X Factor e il mai decollato The Voice.
Inoltre chi ne risente è sicuramente l’industria discografica che chiaramente non può immettere sul mercato ogni anno, venti nuovi artisti per talent, che se va bene sono in realtà i tre vincitori; in una situazione commerciale e discografica dove finanche i grandi nomi arrancano.
Infine il pubblico che chiaramente si affeziona alle vicende dei ragazzi sul momento, ma in questo trita-arte che è l’industria musicale, così come velocemente si affeziona, altrettanto rapidamente se ne disinnamora, pronta a sostenere il nuovo, fresco arrivato.
Chi ne fa di più le spese sono poi i giovani artisti, spesso maciullati e buttati in questo turbinio, che alla fine della fiera ne salva solo pochissimo. Dura lex sed lex direbbe qualcuno; è la legge del più forte che sopravvive, però spesso è triste vedere infrangersi sogni di ragazzi che ce la mettono tutta per cercare di affermarsi.
Così la nuova edizione di X Factor 2020 prova a tornare all’essenziale e concentrarsi solo sui ragazzi: via il pubblico per la questione sul distanziamento sociale, i quattro nuovi giudici, due rottamati e due freschi freschi, tornano a sedersi su una scrivania allungata, divisa in due (Hell Raton e Mika da una parte, forse la quota più international; ed Emma e Manuel Agnelli dall’altra) pronti a giudicare i concorrenti che si sono presentati negli studi di Cinecittà per la prima fase del programma.
Questa essenzialità, senza le urla da stadio e i fischi continui del pubblico, riporta un po’ più la situazione come una vera e propria audizione musicale; come si faceva un tempo, ma la formula trita e ritrita dell’avvicendarsi di casi umani, belle voci ma niente più, talenti incompresi e vere sorprese, è sempre la stessa da anni e di guizzi di scrittura c’è ben poco.
Funziona sempre il montaggio di Sky, che anche per X Factor 2020, impacchetta un buon ritmo, ma forse il problema è anche nell’amalgama dei giudici: il ricicciar fuori di Manuel Agnelli (quota Morgan che abbandona schifato il format salvo poi ritornarci, per soldi?); Emma, strappata alla concorrenza e diventata giudice del talent rivale di quello che invece l’ha vista nascere; i divertenti errori linguistici di Mika, anche qui però sempre un po’ già visti e rivisti, e la novità sconosciuta ai più compreso me ma sorpresa della stagione, di Hell Raton, non reggono le fila di almeno questa prima puntata.
Qualche talento e qualche cosa di interessante tra i ragazzi comunque c’è stato: la ragazza fan di Ed Sheeran, il gruppo folle di wierd pop, il giovane ex calciatore e Mydrama sono sicuramente tra coloro che andranno avanti per un po’ di puntate ed approderanno anche ai live, ma da qui a scovare il talento che ti faccia letteralmente saltare dalla sedia o strappare i capelli ce ne vuole.
E quindi torna una domanda essenziale: c’è bisogno (è vero sì per leggi di mercato televisivi però) di portare un format alla saturazione completa, diventando indigesto per conduttori, giudici e pubblico? Non sarebbe più utile lasciarlo riposare e raffreddare almeno per un anno per provare a tornare in pompa magna?
Siamo ancora solo alla prima puntata della nuova stagione di X Factor 2020 quindi è troppo presto, forse, per fare sentenze però nella conferenza stampa di inizio, Nicola Maccanico di Sky ha dichiarato: “La scorsa edizione aveva rotto qualcosa e in termini di ascolto non ci aveva soddisfatto. Siamo ripartiti dalle storie, dal rapporto umano, dai personaggi.” Ma queste premesse riusciranno a salvare realmente X Factor 2020 o ne sanciranno la definitiva fine?