Ai tempi delle conferenze stampa (e molto altro) in versione online, giovedì 29 ottobre 2020, BOOSTA in collegamento Zoom ha presentato alla stampa il nuovo lavoro discografico “Facile” in uscita questo venerdì 30 ottobre.
Il nuovo lavoro discografico di BOOSTA, disponibile in formato CD, Vinile e su tutte le piattaforme digitali(per l’etichetta Warner Music Italy), contiene al suo interno 12 composizioni inedite nate dall’unione di melodie, pianoforti ed elettronica.
«Ho immaginato e scritto la colonna sonora del silenzio di chi ascolta questo disco – racconta BOOSTA – Un film senza immagini, nel quale ognuno è libero di usare le proprie. Perché la musica è, per definizione, uno strumento. Amplifica, allena, attutisce, protegge e cura. Se è vero che tutto ha un suono, questo è il suono del mio silenzio».
Un album variegato e con un tocco di malinconia presente su tutte le tracce, che però nella seconda parte cerca di ritrovare la gioia e la speranza. “Ho deciso di farlo uscire in questo periodo e di non posticiparlo, perché nel dramma di questa pandemia si è aperta questa possibilità” – BOOSTA così introduce il lavoro di “Facile” durante la conferenza stampa – “Con i Subsonica questa carriera sarebbe iniziata tra 10/15 anni perché si è in un frullatore continuo tra uscito disco, tour, disco, tour senza mai un attimo di stop; ora che l’astronave madre ha i motori al minimo ho potuto lavorare a questo progetto di vita, che spero sia quello della seconda metà della mia vita, dato che ho sempre avuto una predilezione per il suono e le colonne sonore.”
La musica è importante. Forse non accenderà più rivoluzioni culturali e sociali come succedeva nel secolo scorso. Ma rimane uno degli strumenti più potenti di comunicazione ed è la cosa più semplice per BOOSTA che la vede come una relazione binaria per ciascuna persona: “può darti qualcosa o può lasciarti indifferente. Non importa perché fai un’opera, una canzone; l’importante è cosa diventa per le persone che l’ascoltano.”
Il disco “Facile” è nato all’interno dello studio di BOOSTA, poi trasformato in una tana personale, fino a diventare un piccolo club, che lo stesso Davide mostra durante la conferenza, nel quale c’è anche una piccola parte di palco per ospitare dei piccoli show insieme ad un bar, per rendere il tutto ancora più gradevole. Proprio in questo studio dove è nato tutto, lo scorso sabato prima del lockdown del settore artistico, BOOSTA ha ospitato Luca Bono, figlioccio artistico di Arturo Brachetti, per un’ultima esperienza tra musica e magia.
“E’ stata una bella serata davvero, che è andata a chiudere anche la serie di concerti fatti durante l’estate con le dovute precauzioni. L’ultimo concerto fatto al Teatro dei Rinnovati a Siena era sold out, per la capienza ridotta a massimo di 220 persone, è stato forse ancora più forte ed emozionante, proprio in vista di quello che sarebbe successo; ma in questi mesi difficili di partenza, nei live ho visto solo un’educazione spettacolare di tutto il pubblico venuto a rivivere le emozioni dei live: nei loro sguardi, e in quelli miei e di tutti coloro che lavoravano, c’era una gratitudine immensa per quella mancanza incredibile. La musica è un collante sociale.”
C’è spazio anche per alcune osservazioni, senza polemica accesa, nei confronti dello Stato e del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, sulle misure prese in atto: “La risposta video del Ministro è stata una risposta piccata, come quella di un bambino offeso, senza dati, senza parole e fatti effettivi. Mi spiace dirlo, pur essendo in una situazione complicata, difficile, inimmaginabile per tutti, ma non c’è la sicurezza, la fiducia, nelle capacità di questo governo, dal Presidente del Consiglio al Ministro dei Beni Culturali. Dire che il settore artistico è un’attività superflua è un concetto molto grave e forte oltre che sbagliato; bisognerebbe pesare anche di più le parole. Diciamo che a loro io non affiderei nemmeno le chiavi del mio studio.”
“Facile” è un disco insicuro e rassicurante allo stesso tempo. E’ dilatato con melodie non forti ed arroganti ma non è balbuziente, come fosse dipinto con un tratto delicato a matita, dove “Autoritratto” è sicuramente il pezzo che più rappresenta BOOSTA: “E’ quello che sono: è facile da suonare, ha una bella melodia e il rapporto con bassi è quello che riconosco come mia scrittura. L’assolo un po’ blues è venuto buona la prima e l’ho lasciato, e presenta un finale che cresce arrivando ad un tappeto che si distorce. E’ quello che mi piace nel fare musica. Ho deciso di togliere i brani più dichiaratamente pezzi perché non era il momento.”
Ma dei brani eliminati probabilmente BOOSTA ha deciso che seguiranno in altri progetti ovvero quello di un 45 giri con due brani nati da base di pianoforte e lavorati con l’elettronica di Lina Calancea e poi un EP dal titolo provvisorio “Ancora più facile” con brani solo pianoforte: “Voglio fare un viaggio lungo perché è quello che sono, non voglio scrivere canzoni al momento.
A me piacerebbe dare un suono a tutto, anche al silenzio che per me è fondamentale. Il viaggio esige spazio, ora siamo fermi, ma il viaggio non è solo fisico. Bisogna riuscire a non chiudersi in se stessi, perché lo strascico emotivo di questa situazione avrà una risacca infinita e bisogna preparare gli strumenti e una grande valigia per sopravvivere per poi tornare a vivere.”
Per quanto riguarda invece la cover del lavoro BOOSTA ha detto di dover ringraziare i social ed in specifico instagram che gli ha permesso di conoscere e scoprire Valentina Ciandrini, che con la sua visione pop e molto colorata, ha regalato una bella confezione, come fosse una gift box, per l’ascoltatore: “Lavorare solo con se stessi ha degli aspetti positivi così come dei limiti, anche perché alcune cose non posso farle da solo, così lavorare con persone con cui ti fidi rende tutto ancora più affascinante. Ho spiegato a Valentina, invitata ad un concerto quest’estate, il progetto e lei ha trovato la soluzione e l’idea più adatta che mi ha subito convinto.”
BOOSTA poi si permette anche una piccola digressione sulla musica attuale. “La grammatica della musica che nel ‘900 era un grande tomo, si sta riducendo via via ad un Bignami sempre più piccolo, dal quale noi strappiamo anche delle pagine. Viene richiesto fai un ritornello presto, che cantino tutti e il tutto sembra come se stessimo facendo fotocopie con un toner che sta ormai finendo.
E’ un concorso di colpa di tutti da chi fa musica a chi l’ascolta, mentre un tempo anche nel pop si andava più a fondo, basti pensare ad “Avrai” di Claudio Baglioni, grande canzone ma molto complicata da suonare, che nonostante questo ha una melodia che ormai è nel tessuto sociale e culturale di tutti.”
Il nuovo lavoro di BOOSTA è quindi quello più onesto nel quale, il membro dei Subsonica, ha voluto dare tutto se stesso, mostrando quello che piace a lui con la speranza che piaccia perché più onesti siamo più qualcuno si può affezionare, senza dover cercare il consenso a tutti i costi.