Nella puntata della Hit Chart Top 20 di fine marzo, tra gli ospiti che abbiamo avuto il piacere di avere con noi, c’è stato anche Momòno, che ci ha raccontato del suo nuovo progetto.
Inoltre con Momòno abbiamo parlato anche del suo ultimo singolo “Lei”, di come è nata la passione per la musica, tutte le sue influenze artistiche e, infine, di come proseguirà la sua carriera in futuro.
Ecco quello che ci ha raccontato Momòno:
“Abbiamo il piacere di avere con noi Momòno che parla di “Lei” il suo nuovo singolo che racconta i pensieri di un uomo mentre vede la sua donna tra il sonno e la veglia. E’ un brano autobiografico? Com’è nato?”
Domanda sempre un po’ scomoda… Il brano possiamo dire è autobiografico per tutti: racconta di una storia che possono vivere tutti, sia uomini che donne. E’ nata prima la musica e poi, in base a dove arriva il brano, mi viene in mente un certo tipo di contesto e scrivo le parole. La musica ha fatto sì che si parlasse di una determinata cosa o meno.
“Il progetto Momòno nasce giusto un anno fa, in pieno lockdown. Ma qual è stata la scintilla che ti ha fatto decidere di intraprendere questa strada? Da cosa deriva quindi il nome d’arte?”
Il nome non significa quasi nulla. Credo che sia una galleria d’arte in Svezia o qualcosa del genere. Mi piaceva la parola ‘Mono’ e volevo metterci qualcosa insieme, ma assolutamente nulla di poetico. Mi piaceva molto il suono e così quindi ho scelto Momòno.
“C’è il synt pop, l’elettronica lo-fi che rendono il brano davvero ipnotico, ma quali sono i tuoi artisti di riferimento? A chi ti ispiri?”
Per questa musica non lo so. Non sono un grande ascoltatore di musica elettronica. Il mio mondo nell’elettronica per me si ferma ai Radiohead, uno dei miei gruppi preferiti e pochi altri. E’ venuta in maniera molto spontanea. Mi piace questa musica elettronica con questi bassi molto potenti. Io sono batterista e quindi parto sempre dalla ritmica, basso o batteria che sia, e di conseguenza il tutto è venuto davvero in modo spontaneo.
“I brani sono tutti composti e mixati in uno studio di Viterbo e tu stesso mantieni i diritti del master, che di questi tempi è molto coraggioso, ma anche giusto per evitare spiacevoli problemi. Ma come proseguirà la tua carriera? Ci puoi anticipare qualcosa sull’album?”
In realtà noi siamo un duo: io compongo tutto ciò che riguarda la musica e l’altro ragazzo fa il mixer e il master. Noi lavoriamo in uno stesso studio che è di proprietà del mio collega dove io lavoro e gestisco la sala di riprese. Il nostro progetto nasce e muore nel nostro studio. Dalla produzione ai master finali. Per quanto riguarda le prospettive future, entrambi viviamo di musica. Sicuramente l’intenzione è quella di far uscire altri pezzi, ne ho tantissimi e di suonare dal vivo ovviamente, appena sarà possibile.
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