“Volevo nascondermi” ha vinto ben 7 David Di Donatello nell’edizione aperta da Laura Pausini, che ha cantato in una vuota sala del Teatro dell’Opera di Roma, il brano vincitore del Golden Globe e nominato all’Oscar “Io si (seen)”, colonna sonora del film “La vita davanti a sé”.
Finalmente in presenza, seppure ridotta e contingentata, la 66° edizione dei David di Donatello, che ha visto trionfare “Volevo nascondermi”, è andata in onda dal Teatro dell’Opera di Roma e dagli studi televisivi Fabrizio Frizzi, dove, a differenza degli Oscar, le persone presenti in sala erano seduti distanziati ma con mascherine.
Matilda De Angelis, dopo il successo a Sanremo 2021, vince il primo premio della serata come “Miglior attrice non protagonista” per la sua spettacolare prova ne “L’incredibile storia dell’isola delle rose”, mentre la “Miglior scenografia” va al film “Volevo nascondermi”, dedicato al pittore Ligabue. Esordio alla regia va a Pietro Castellitto per il suo politicamente scorretto “I predatori”, mentre i migliori costumi sono quelli creati da Massimo Cantini Parrini per il film “Miss Marx”, che lo ripagano un po’ dalla sconfitta nella serata degli Oscar per “Pinocchio”.
Dalla sala del Teatro dell’Opera, dove vengono premiati i vincitori delle categorie tecniche, il figlio Andrea Morricone, omaggia con l’Orchestra il padre Ennio, scomparso lo scorso 6 luglio e per il quale inspiegabilmente non parte l’applauso nella sala televisiva Fabrizio Frizzi. Monica Bellucci, premiata con un premio speciale David Di Donatello, viene omaggiata anche con lo spot, nel quale lei dà la sua voce per incentivare al ritorno in sala.
Il “Migliore attore non protagonista” e la “Migliore montatrice” hanno vinto per la terza volta il loro premio, rispettivamente Fabrizio Bentivoglio per “L’incredibile storia dell’isola delle rose”, che però non era presente a Roma; ed Esmeralda Calabria per “Favolacce”. Mattia Torre vince il premio postumo per “Figli” come “Miglior sceneggiatura originale”, la cui figlia, salita sul palco insieme alla madre per ritirare il premio, fa un ringraziamento davvero commovente.
Sophia Loren, senza troppe sorprese, vince il premio come “Miglior attrice protagonista” per “La vita davanti a sé”, diretto da suo figlio Edoardo Ponti, per un film un po’ troppo deludente alla fine e che poco lascia allo spettatore infarcito di tanti luoghi comuni e temi non sviluppati appieno. Subito dopo il meraviglioso discorso della Loren, alla sua settima vittoria, Sandra Milo ritira il premio alla carriera, così come farà poco più tardi anche Diego Abbatantuono.
“Volevo nascondermi” fa incetta di premi anche con la “Miglior fotografia” di Matteo Cocco; il “Miglior acconciatore” con Aldo Signoretti; il “Miglior attore protagonista” Elio Germano, che vince questo importante premio per la 4° volta; la “Miglior regia”, per la seconda volta, con Giorgio Diritti ed infine anche per tutto il comparto del suono e della voce con il “Miglior suono”. A sorpresa invece la “Miglior canzone originale” va a Checco Zalone per “Immigrato” che vince sul brano di Laura Pausini “Io si (seen)”, sbeffeggiato con questa non vittoria, molto di più qui che agli Oscar. Il “Miglior documentario” va ad Alex Infascelli per il suo “Mi chiamo Francesco Totti”.
Arriva Enrico Brignano per omaggiare e premiare, con un riconoscimento d’onore e particolare all’indimenticato Gigi Proietti, scomparso nel giorno del suo 80° compleanno lo scorso 2 novembre con la dedica “Stasera e per sempre, il premio va a Gigi Proietti”. Il trucco pazzesco a Pierfrancesco Favino per “Hammamet” gli permette di vincere il premio come “Miglior Trucco”, mentre la “Miglior sceneggiatura non originale” va al piccolo gioiello di Gianni De Gregorio “Lontano lontano”, con l’ultima apparizione di Ennio Fantastichini.
Il “Miglior compositore” e il “Miglior produttore” vanno al film “Miss Marx”, mentre il premio “David Giovani” incorona “18 regali” come miglior film dell’anno; i “Miglior effetti visivi”, meritati, vanno a “L’incredibile storia dell’isola delle rose”, mentre il “Miglior film straniero”, va a “1917” di Sam Mendes. A trionfare nella categoria più importante è infine “Volevo nascondermi”, che come asso piglia tutto si porta a casa anche il “Miglior film” dell’edizione 66 dei David Di Donatello.
Un’edizione che è riuscita a far ritornare anche la voglia di cinema nello spettatore da casa, con numerosi premi giusti e corretti, anche nelle categorie tecniche minori e che lascia invece l’amaro in bocca a Laura Pausini e soprattutto ad Emma Dante che rimane a secco rispetto alle 15 candidature de “Le sorelle Macaluso”.
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