Luke Widow è stato ospite della puntata della Hit Chart Top 20 nella quale ha raccontato di come sia nata “Dove sei”.
Luke Widow ha svelato che il brano è nato dalla storia di un suo amico; ma ci ha anche raccontato di come è nata la passione per la musica e il suo nome d’arte. Infine ci ha anche svelato i suoi tantissimi progetti futuri.
Ecco quello che ci ha raccontato Luke Widow:
“Siamo in compagnia di Luke Widow per parlare del tuo singolo “Dove sei” che nasce dalla storia finita di un tuo caro amico. Ci racconti meglio come è nato il brano?”
Il brano è nato in una maniera molto particolare. Racconta di una storia, di una relazione finita di un mio amico. L’ho scritto con i suoi occhi, quelli del mio migliore amico, per dedicarlo a lui e si è innamorato del testo. E’ stato sempre il mio primissimo fan ed ho deciso di farci una canzone sopra.
“Sei giovanissimo ma quali sono i tuoi artisti di riferimento? C’è stato qualcuno che ti ha fatto dire ‘da grande voglio fare l’artista’? E da cosa deriva il tuo nome d’arte?”
Il momento in cui ho capito che volevo fare l’artista è stato ad 11 anni. Grazie alla musica, a dei gruppi che ascoltavo che sono poco coerenti con la musica che faccio ora come i Nirvana, gli Offspring, gruppi punk/rock. Sono stati questi i miei punti di riferimento perché mi hanno portato ad innamorarmi della chitarra che ho iniziato a suonare a 12 anni. Poi sono andato avanti, ho iniziato a scrivere a 13 anni cose per me, cose personali, quasi come fosse un diario. Sono arrivate le prime rime, le parole erano sempre più fantasiose e a 14/15 anni ho deciso di dare vita a quelle parole facendole diventare canzoni.
Per quanto riguarda il mio nome d’arte è molto meno figo di quanto sembri. E’ un soprannome: è nato tutto da quando ero piccolo, ascoltavo questa canzone che si chiamava “White widow”, l’ascoltavo tantissimo e i miei amici mi prendevano in giro. Mi chiamavano Widow e all’inizio era un gioco, la presa in giro. Quando poi ho comunicato che volevo fare il cantante, hanno iniziato a dirmi che mi serviva un nome d’arte. Così hanno iniziato a chiamarmi Luke, visto che io mi chiamo Luca, per poi arrivare a Luke Widow.
“Molti giovani artisti sono passati dai talent show. Qual è il tuo giudizio a riguardo? In futuro pensi che potresti parteciparci?”
Io ho fatto i casting per Amici l’anno scorso. E’ un ambiente che mi piace, ci sono stato dentro, ho fatto moltissimi provini circa 6 o 7. Ho conosciuto alcuni ragazzi che sono entrati e sinceramente mi piace molto quel mondo. Poi c’è chi ha il pregiudizio, le raccomandazioni e altro, ma io parlo per me e non ho visto niente di tutto ciò, se non un ambiente familiare tra i ragazzi. Certo è sempre un rischio perché puoi entrare e andare male e la gente si ricorda per quello che in realtà non sei. E’ un rischio ma come tutta la vita.
“Questo è il tuo sesto singolo che esce prodotto da “Artist first”. Stai lavorando anche per l’uscita di un album completo? Come proseguirà il tuo percorso musicale ora?”
Le canzoni per un album ci sono, però ho ancora tanta strada da fare, un pubblico da formare quindi il prossimo progetto è un singolo, una proposta che ho ricevuto quest’anno. Un nuovo singolo ed inizierò a lavorarci da quest’estate. Non so dire altro, anche se vorrei.
“Ti stai preparando anche per dei live, non appena sarà possibile? Come saranno organizzati?”
Nella mia vita ho aperto tanti concerti, pochi che riguardassero solo me. A 17 anni ho iniziato a fare i live e partecipavo a tanti contest e uno lo vinsi, quello della Honiro Label. Andai da solo con i mezzi in un locale dall’altra parte di Roma rispetto a dove abitavo, la fila era interminabile, ero da solo, non avevo un amico, una ragazza. Ero solo io con la mia chitarra e alla fine quella sera, contro ogni aspettativa, riuscii a vincere. Da lì si è aperto un mondo, ma poi c’è stata la pandemia che mi ha fatto perdere anche l’allenamento sinceramente. Speriamo di tornare presto sul palco.
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