A poche ore dall’inizio del Festival, nella nostra puntata in diretta da Sanremo, sono stati nostri ospiti i Liberementi che ci hanno presentato “Voglio cantare a Sanremo”.
I Liberementi ci hanno parlato del loro ultimo brano, legato, mai come in questa settimana, al Festival, ma anche del sogno Sanremo, della passione per la musica e di tutti i progetti futuri.
Ecco quello che ci hanno raccontato i Liberementi durante l’intervista:
“Siamo in compagnia dei Liberementi per parlarci di brano, mai più azzeccato di questo, ovvero “Voglio cantare a Sanremo”, uscito questo venerdì 3 febbraio. Un brano fresco ed ironico che racconta la vostra più grande voglia. Com’è nato questo singolo?”
E’ un brano che è nato proprio perché, per 3 anni di seguito, siamo arrivati quasi a calcare quel palco. Nel 2018, 2019 e 2020 abbiamo quasi raggiunto quel piccolo traguardo anche se poi alla fine non è andata benissimo. Abbiamo fatto le selezioni di Sanremo Giovani e abbiamo anche avuto la fortuna di conoscere Amadeus e Baglioni.
Questo brano è nato proprio così: di solito quando ci approcciamo alla scrittura di un nuovo brano, ci sono sempre io che butto due parole e poi con gli altri cerchiamo di fare un arrangiamento. Mi piaceva l’idea di creare un brano che parlasse della vita di ogni musicista, del sogno di arrivare lì proprio su quel palco. Il palco più ambito da ogni musicista. Raccontiamo ogni figura che c’è all’interno di una band ed è stato anche un tributo ai ragazzi che suonano con me.
“Come avete accennato già voi, per tre anni consecutivamente 2017, 2018 e 2019 siete stati ad un passo da partecipare a Sanremo Giovani. Cosa non ha funzionato secondo voi?”
Questo non te lo so dire; di fatto è stato davvero incredibile e non so se sia mai successo sinceramente. Riuscire ad arrivarci per tre anni si seguito è stato un qualcosa di incredibile; io non me lo aspettavo. L’ultimo anno tra l’altro con lo stesso brano “Laurearmi in felicità”, un pezzo che avremmo voluto tanto far conoscere al grande pubblico. Arrivare sempre fra i 67/65 finalisti, ed arrivare sempre a un passo, è stato sempre molto bello.
Purtroppo è andata come è andata, ma è l’esperienza quella che conta e quello che io racconto sempre a chi ama la musica e a chi vuole fare musica. Lo dico spesso, non è importante il contesto, i talent o i concorsi, l’importante è che se uno vuole vivere di musica, può farlo comunque, raccontandosi alla gente sui palchi, per la strada, nei locali.
“E del cast di quest’anno, al via domani, cosa ne pensate? Chi aspettate di sentire con più ansia?”
Il cast è bello vario. Tra i miei preferiti ci sono Gianluca Grignani, sono un suo fan, forse perché a volte dicono che ci assomiglio. Mi piace anche Marco Mengoni; diciamo che sono un’anima pop, il resto della band è più un’anima rock. Abbiamo diverse contaminazioni.
“Quali sono le vostre influenze e come vi siete trovati insieme a creare la band? Chi ha avuto l’idea del nome?”
Tutto è nato nel 2016, con Gabriele, il chitarrista, suonavamo in una cover band insieme. Poi abbiamo deciso di iniziare a lanciare dei video su Facebook, per farci conoscere. Poi di seguito, giusto perché dovevamo fare una serata in un locale, avevamo necessità di trovare un tastierista e un batterista, e si sono uniti al resto della band. Tutto si è concretizzato il giorno della Vigilia di Natale quando in sette ore abbiamo fatto videoclip e abbiamo registrato “Perfect” di Ed Sheeran, cover che all’epoca andava forte.
In seguito abbiamo proprio deciso di iniziare a fare musica inedita e poi quando abbiamo iniziato a tirare fuori dei nomi papabili, l’idea è venuta per Liberementi perché ci piaceva l’idea di esprimerci liberamente in musica. Di dare dei liberi pensieri in musica.
“Quali sono i progetti per il futuro? Cosa state preparando per questo 2023?”
Stiamo preparando un piccolo tour, cercheremo di girare un po’ l’Italia. Abbiamo da poco rilasciato un disco, ma solo fisico, quindi adesso vogliamo lanciare tutti i brani contenuti nell’album in digitale. Usciranno tutti, piano piano.
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