Atipico: “‘Tu mi sai comprendere’ è nato da un dialogo tra me e il mare su una domanda così semplice ma anche tanto forte, ‘come stai?’. Saremmo disponibili ad ascoltare una risposta negativa?”

Atipico

Atipico è stato nostro ospite, nell’ultima puntata della Hit Chart Top 20, per raccontarci meglio del suo ultimo singolo, appena uscito, “Tu mi sai comprendere”.

Oltre a raccontarci di come è nato il suo ultimo brano, Atipico ci ha raccontato della sua passione per la musica, di come ha deciso il suo nome d’arte, del suo album “Eterno” e di tutti i suoi prossimi progetti per la sua carriera musicale.

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Ecco la cover ufficiale dell’ultimo lavoro discografico di Atipico dal titolo “Eterno”

Ecco quello che ci ha raccontato Atipico durante l’intervista:

“Siamo in compagnia di Atipico per parlare del tuo nuovo brano “Tu mi sai comprendere” uscito il 24 febbraio. Un brano nel quale racconti la difficoltà di farsi ascoltare realmente fino a far esplodere tutto quello che si ha dentro. Com’è nato?”

Rifletto molto sul momento nel quale chiediamo ad una persona ‘come stai?’ e quella persona è costretta a risponderti ‘tutto ok, bene’, perché magari dovrebbe risponderci ‘ma sei disposto ad ascoltare una risposta negativa?’. Ho immaginato quindi questo dialogo, che mentre scrivevo la canzone, stavo giusto vivendo, e l’ho fatto interagendo con il mare, non volendo annoiare chi avevo accanto con i miei pensieri, legati anche all’ambito musicale.

Ho un rapporto d’amore molto forte con il mare e ho scritto “Tu mi sai comprendere” intorno a maggio scorso, quando le giornate tornano a splendere ma il mare è ancora un posto non affollato, dove, seduto su un tronco, in spiaggia, ho immaginato questo discorso, che mi è sembrato proprio come se avessi interagito con qualcuno. La produzione è invece molto allegra, pur avendo un testo, così come tutto l’album, che affronta tematiche importanti.

“E’ uno dei brani contenuti nel tuo album “Eterno”. Qual è il mood al suo interno? E come descriveresti il tuo lavoro con una sola parola?”

La parola che scegliere è ‘luce’. In questo album c’è un percorso: nonostante oggi tutti quanti siamo divoratori di tutto, dalle canzoni alle notizie, per riuscire a dire qualcosa con calma l’album è forse la scelta migliore che potessi avere per comunicare, invece di semplici singoli. “Eterno” è il mio primo album interamente autoprodotto, fatto con tanti sacrifici, ma che mi ha permesso tanta libertà per farlo esattamente come volevo, ed è un percorso nel quale ho scavato molto affondo su me stesso, ponendo le tracce anche in un’ordine evolutivo di sette brani che poi portassero alla luce appunto, che io vedo come ‘serenità’ e ‘tranquillità’.

“Da cosa deriva il tuo nome d’arte e come l’hai scelto per la tua carriera?”

Per chi ci sta ascoltando la risposta principale è nella prima traccia dell’album che si intitola proprio “Atipico”. L’ho scelta perché è un sinonimo di ‘diverso’ e ‘strano’, aggettivo che mi ha sempre contraddistinto in questi anni non solo a livello musicale, ma anche come persona. Forse sono strano perché amo appunto la serenità, la pace e la tranquillità. Anche la mia musica parte dall’essere suonata, avendo io iniziato suonando la chitarra e poi avvicinandomi al canto.

Vorrei essere un cantante comfort, che vuoi ascoltare, che ha i suoi tempi e che dice qualcosa, senza solo un ritornello che funzioni. Rincorro da sempre la semplicità, che non è assolutamente una cosa facile. Qualcuno leggendo Atipico si aspetterebbe qualcosa di totalmente diverso dalla nostra normalità, ma siamo sicuri che la nostra normalità sia veramente la semplicità o non sia piuttosto qualcosa da dover ricercare?

“Qual è il tuo rapporto con i talent show e i social. Quanto possono influire positivamente o negativamente all’interno di una carriera?”

E’ un punto un po’ critico per me. Partendo dai talent, ti dico, che essendo ormai diventati annuali, con una scadenza, rischiano di rovinarti. Dobbiamo metterci in testa che i talent sono quel prodotto lì, un po’ usa e getta e quindi dobbiamo essere consapevoli di cosa ci aspettiamo dal talent, ma soprattutto dobbiamo sapere cosa noi, come artisti abbiamo fatto prima. Quando quel grosso impatto mediatico si spegne dopo un grandissimo successo, siamo pronti a 19/20 anni ad affrontare quel momento? Dobbiamo essere pronti alla gavetta; se esiste da sempre, un motivo c’è.

Per i social invece penso sia uno strumento, per promuovere e far conoscere la propria attività, non per forza solo musicale. Ma anche lì non bisogna rimanerne sopraffatti, diventandone il centro di gravità. Come sono stati creati, un giorno potrebbero essere chiusi e chi pensa che la vita sia là sopra, se succedesse una cosa del genere, cosa farebbe? Le canzoni vanno ascoltate e i social devono essere usati per promuovere le canzoni, ma non deve diventare il centro di tutto, ripeto.

 

Per recuperare tutte le interviste passate clicca qui. Appuntamento con la Hit Chart Top 20 ogni lunedì in diretta dalle 20 alle 22 su SPREAKER e sul nostro sito ufficiale.

Matteo Magazzù

Speaker e attore romano, ama la musica, il teatro, l'arte, il cinema, la televisione.

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