Nella nostra puntata della Hit Chart Top 20 abbiamo ospitato Albasax, che a poche ore dall’uscita del suo singolo di debutto, è venuto a presentarci “Mi volevi affondare”.
Con Albasax abbiamo parlato non solo del suo nuovo singolo, ma anche di tutto il suo percorso artistico, dei suoi studi musicali, degli artisti che lo ispirano, dei prossimi progetti e anche come è nato il suo nome d’arte.
Ecco quello che ci ha raccontato Albasax durante l’intervista:
“Diamo il benvenuto ad Albasax, che ci presenta “Mi volevi affondare”, il tuo singolo di debutto che uscirà il 21 marzo, con l’arrivo della primavera e noi oggi ascoltiamo in anteprima. Com’è nato e come lo hai scelto come primo singolo?”
Il singolo è nato esattamente lo scorso anno, in questo periodo, con il mio produttore Federico Paciotti. “Mi volevi affondare” è nato dal mio bisogno di esprimere una necessità diversa rispetto a tutto il percorso da musicista fatto fino a quel momento. Vengo da un periodo della mia vita un po’ buio ed avevo bisogno di tirare fuori quello che avevo dentro: è nato questo brano un po’ per caso e un po’ per necessità. E’ comunque una canzone nella quale per tre minuti si balla, distaccandosi momentaneamente dai propri problemi almeno per un po’.
“Polistrumentista, hai studiato al Conservatorio di Santa Cecilia dove ti sei laureato, nella tua musica si sentono varie influenze musicali e devo dire anche innovative con questa bella presenza del sax. Quali sono i tuoi artisti di riferimento?”
Le mie influenze principali sono sicuramente Lady Gaga, Ed Sheeran, Ultimo e Ligabue. Un mix di tutti questi artisti e generi perché è quello che ascolto da sempre e che mi ispira fin da quando ero più piccolo: dai sintetizzatori di Lady Gaga al lavorare con la loop station di Ed Sheeran, fino ai testi di Ultimo e Ligabue.
“Sei poi un performer a tutto tondo, perché hai progettato anche, con tua mamma, una tuta con i led per le tue performance. Cosa rappresenta per te quindi la musica?”
Ci tengo moltissimo ai miei show e per questo ho voluto curare personalmente l’impatto visivo delle mie performance. Insieme a mia mamma ci siamo messi a fare questa tuta che fosse molto luminosa; poi abbiamo messo delle maschere sempre al led ai miei musicisti ed abbiamo girato un video. Se la brevetteremo sarete i primi acquirenti.
La musica è sempre stata la mia migliore amica e la mia ombra, quell’ombra che forse tutti rincorriamo nella propria vita. E’ stata sempre un pilastro fondamentale, quella da ricercare nei momenti più brutti dove non c’era nessun altro: la sera mi chiedevo ‘sono veramente solo?’ e poi mettendomi al pianoforte questa sensazione di solitudine mi passava.
“C’è qualcosa di questo mondo artistico che ti spaventa e che potrebbe mettere a rischio la tua carriera? E come l’hai scelto il tuo nome d’arte?”
A livello di paura, onestamente ti direi di no, perché se c’è una forte passione di base secondo me la musica rimarrà sempre la musica. Dopo una laurea al Conservatorio, che impiegava tanti sacrifici, finendo scuola alle 2.40 e partendo per arrivare a Roma alle 3 per andare in Conservatorio fino alle 9 quando tornavo a casa per poi ripetere tutto di nuovo il giorno dopo, non credo ci possa essere niente che mi faccia desistere dal fare musica. Le domande rimangono sempre: ‘piacerà alla gente?’ perché una volta uscita ogni canzone diventa di tutti, ma ognuno interpreta, in base al proprio vissuto, ma è anche questo il bello.
Le canzoni che sento più mie le ho scritte nei momenti più difficili della mia vita, ma ho imparato a convivere anche con i momenti brutti perché mi hanno dato sempre anche qualcosa di bello, come le canzoni. Come dico anche nella canzone ‘c’è sempre un sole dentro di noi, basta lasciarlo splendere’. Anche il mio nome Albasax, deriva dall’unione di alba, che è quel sole che splende dopo una notte buia, e dalla mia passione per il sax.
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