1M2023: Il concertone del Primo Maggio dedica il claim di quest’anno ancora di più al rispetto del lavoro. Ma forse manca “Il diritto al rispetto”.

Primo Maggio

“Primo Maggio, su coraggio”, cantava Umberto Tozzi. E forse non aveva tutti i torti, perché nell’ultima edizione del concertone legato alla festività dei lavoratori, forse non è filato tutto come l’olio.

Potrà forse essere un post polemico, ed in effetti un po’ lo è, ma se esiste ancora la tanto manifestata “libertà di parola” in questo paese qualcosina sull’ultimo Primo Maggio, appena andato in onda si dovrebbe dirla. Salvo poi trovare pletore di difensori del fatto che a questo mondo non debba più esistere una critica e tutto debba rimanere etereo, fiabesco, come un vecchio cartoon della Disney.

Mara Sattei
Mara Sattei è stata una delle protagoniste della lineup più pop del Primo Maggio.
Ph. (Mara Sattei e copertina) Patrizia Marolla

Partiamo dal cast: fino a dieci anni fa, una line up così pop avrebbe fatto gridare allo scandalo dei più puristi del concertone. Tra i fenomeni delle serie di tendenza (leggi Matteo Paolillo cantante e attore di “Mare Fuori”) al pop più puro di Aiello e Mara Sattei addirittura come gran finale, prima di un povero Rocco Hunt tagliato brutalmente per lunghezza di scaletta; forse gli unici che si ‘salvavano’ della vecchia guardia erano i Baustelle, i Coma_Cose e Ligabue, tornato sul palco in Piazza San Giovanni dopo ben 17 anni.

E per carità, da amante del pop e di Sanremo (citato proprio in front of the public dalla cantante di “Duemilaminuti”) è uno dei migliori cast che si potesse creare per assortimento e per attualità musicale; con un occhio attento alla musica di oggi, quindi onore al merito a Massimo Bonelli, che come suggeriva Mattia Marzi de Il Messaggero, forse sta facendo già le prove come successore del direttore artistico Amadeus per Sanremo 2024. E la dimostrazione è anche che da diverse edizioni ci vado anche con piacere, ma passare dal coro di “Bella ciao” a tutta la piazza che canta all’unisono “Cenere” fa un certo effetto straniante.

Ma detto questo, con un Emma che ha dato tutta se stessa nel suo spazio live, donandosi completamente al pubblico in piazza da ore sotto la pioggia, e risultando la miglior performance, insieme a Francesco Gabbani, dell’intera maratona musicale, veniamo ai passi falsi di questo Primo Maggio, che mai come quest’anno si sono esplicitati.

Emma
Emma si è completamente data al 100% durante la sua performance al pubblico presente in piazza San Giovanni da ore sotto la pioggia.
Ph. Roberto Panucci

Partiamo subito dal claim di questo 1M2023: direttamente dall’articolo uno della Costituzione Italiana “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”. Sbandierato da più parte, giustamente, come sacrosanto, anche dalle famose tre sigle sindacali CGIL, CISL e UIL. Peccato poi vedere che tra gli sponsor di questa edizione del concertone del Primo Maggio ci fosse “Just Eat”, che ecco, insieme a tante altre catene di delivery, diciamo che sul discorso regolarizzazione contratti e lotta allo sfruttamento non è che sia proprio uno degli esempi da prendere come modello.

E poco importa che ultimamente ci siano stati degli incontri con i sopracitati sindacati, perché a quanto mi risulta, la situazione non è poi più di tanto cambiata. Quindi tutto questo stride un po’ con il tanto urlato, proprio dagli stessi presidenti dei sindacati, in conferenza stampa, il fatto di combattere lo sfruttamento del lavoro e del precariato, se poi vai ‘a fare comunella con il nemico’. E credo che molti dei ragazzi ieri in piazza, usati sempre come baluardo di tutto, possano convenire con tutto questo. Peccato che la musica non si possa più utilizzare nelle stories perché altrimenti sulle esternazioni di Landini e compagni(a) “Parole, parole, parole” dell’immensa Mina ci sarebbe stata benissimo.

Ligabue
Il ritorno di Luciano Ligabue al concertone del Primo Maggio, dopo 17 anni di assenza.
Ph. Roberto Panucci

Questo a livello macro. Ma anche nel micro, nel piccolo, forse tutto questo rispetto sbandierato del lavoro è solo facciata e poca sostanza. E’ capitato proprio a me, recuperando il pass per accedere a quella che dovrebbe essere l’area stampa del concertone del Primo Maggio, di sentirmi dire da una responsabile alla consegna “Sì i giornalisti vorrebbero andare dappertutto, ma li devi mettere NEL CARNAIO.” Ebbene sì signore e signori, effettivamente non ha tutti i torti la signora che ha pronunciato questo, perché l’area che dovrebbe essere adibita a chi va al concertone PER LAVORARE è un’area che potrebbe essere definita “A chi tocca nun se ‘ngrugna” per dirla alla romana.

Un’area in cui vengono messi tutti a massa, tipo discount, dove coesistono giornalisti e speaker, ma anche, perché no, sponsor, figli, amici, nipoti, conoscenti, amici di amici, Amici di Maria De Filippi, influencer e chi più ne ha più ne metta; rendendo impossibile il poter lavorare in modo decente per i tanti colleghi presenti ieri. Si potrà opinare “ma questa è ‘casa mia’ e faccio un po’ come dico io”. Giustissimo, però poi allora bisognerebbe lanciare meno frasi fatte, perché mi sembra quanto meno assurdo che una cassiera di Auchan mentre è a lavoro si porti tutta la stirpe o che una pattuglia di polizia si porti a rimorchio l’intera famiglia mentre è in servizio.

O peggio ancora convocare un collega alle 8 del mattino, della lunga ed estenuante maratona, per un’intervista concordata per poi annullargliela dopo tre ore di attesa ‘perché l’artista ha freddo’. Il giornalista in piedi all’aperto da tre ore invece no, si stava divertendo a stare sotto la pioggia.

Ecco forse il diritto che manca e che non è stato citato dai conduttori Ambra e Biggio sarebbe “Il diritto ad essere rispettato”, non perché sono qualcuno, uno famoso, un influencer del momento. No il diritto ad essere rispettato come persona perché essere umano e non perché amico di o figlio di.

Ambra e Biggio
Ambra e Biggio sono stati i padroni di casa della 33° edizione del concertone del Primo Maggio.
Ph. Marta Ferro

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Matteo Magazzù

Speaker e attore romano, ama la musica, il teatro, l'arte, il cinema, la televisione.

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