L’ultima puntata di Sanremo 2020 parte con l’omaggio della banda dei Carabinieri che intonano l’Inno di Mameli e Cristina Capotondi, vice presidente della Lega Pro.
Si parte con Michele Zarrillo, che così può tornare a dormire (perché pare che fondamentalmente abbia fatto questo durante questa settimana) ad un orario decente per poi proseguire con la super favorita all’inizio del Festival, poi scesa fino alla 7° posizione al momento, con Elodie e la sua “Andromeda”; la canzone è particolare e interessante ma purtroppo non ha quella potenza totale da catturare tutti; forse se l’avesse cantata lo stesso Mahmood sarebbe stata un’altra cosa.
Arriva la zia Mara Venier che sarà la co-conduttrice dell’ultima serata che decide di scendere le scale dell’Ariston scalza, portandosi le scarpe a tacco a spillo in mano.
Enrico Nigiotti invece ha perso un’occasione: dopo il meraviglioso brano dell’anno precedente con “Nonno Hollywood” ha proposto un brano troppo troppo basic con “Baciami adesso”; io speravo nel suo lato alla “Notturna” e invece struggiamoci nel cuore.
Dopo la pubblicità ritorna Fiorello sulla base della canzone di “Joker” che svela che i vertici rai abbiano richiesto un Amadeus e Fiorello bis, e la cosa non mi dispiacerebbe affatto ed il padrone assoluto di Sanremo 2020 Amadeus è costretto a rientrare con la parrucca di Maria De Filippi e imitarla per pagare pegno, visto l’ennesimo successo anche della quarta serata e duettano su “Un mondo d’amore”.
E’ il turno di Irene Grandi con l’hit “Finalmente io” che riporta la rocker toscana con la sua grinta sul palco del Festival, in questo Sanremo 2020, con la sua energia travolgente e la solarità del sorriso che emana.
Nella scaletta decidono di inserire Alberto Urso per farci schiacciare un pisolino, dato che la serata sarà molto lunga e il brano è uno dei peggiori in gara. Poi è il turno di uno dei due possibili vincitori del Festival di Sanremo 2020 ovvero Diodato con la bellissima “Fai rumore”, con un ritornello che mette ad ogni nota i brividi, mentre Marco Masini con “Il confronto” ha giocato un po’ al ribasso con un brano che passa in modo anonimo.
Leo Gassmann, vincitore della categoria Nuove Proposte con il brano “Vai bene così” prova l’effetto di essere l’anno prossimo tra i Big e godersi la finale del sabato. Arriva poi l’ultimo intervento di Tiziano Ferro che ringrazia tutti con “Alla mia età” e il medley “Non me lo so spiegare”, “Ed ero contentissimo” e “Per dirti ciao”.
E’ il turno di Piero Pelù che questa sera, dopo aver tentato di prendere a mazzate il pubblico durante le altre serate, oggi ha optato per qualcosa di più “Gigante” scippando una signora in platea. La miglior performance delle serate è quella che regala Levante nella finale con la sua “Tikibombom” che è la mia vera scoperta di questa edizione anche se i più teneri, simpatici e belli sono i Pinguini Tattici Nucleari che nella loro semplicità, senza voler strafare regalano sempre tanto divertimento e spensieratezza con la loro “Ringo Starr”, facendo alzare tutto l’Ariston compresa Mara Venier che viene baciata da Riccardo il frontman.
Invece l’amico Achille Lauro decide di provocare e stupire ancora con un ennesimo look eccentrico, ma arrivati alla quinta serata lo devo chiedere: qual è il racconto che voleva fare? Perché al momento mi sfugge: vestirsi con gli indumenti più stravaganti è una provocazione sterile e un po’ fine a se stessa e quindi sinceramente un poco inutile.
Passiamo poi a Junior Cally con “No grazie” di cui si è parlato fino all’esaurimento prima del Festival di Sanremo 2020 per la famosa polemica su di un vecchio brano, mentre invece quello portato in gara, è passato quasi inosservato e sotto sotto non è proprio così da buttare. Raphael Gualazzi ci fa ballare con la sua “Carioca” e tutta la coreografia realizzata intorno alla performance con i musicisti vestiti da televisione, fumetti e quant’altro e i piccoli bravissimi ballerini; ma con Tosca arriva la classe e l’eleganza con il brano “Ho amato tutto” che è proprio di un altro livello; oltre la gara.
Forse in questo Festival non vincerà, non arriverà nemmeno tra i primi tre perché forse è un po’ troppo lontano dai gusti moderni, ma la perfezione va sempre riconosciuta.
Io spero in realtà nel triplete di Francesco Gabbani che con “Viceversa” porta l’emozione narrata attraverso la semplicità e la dolcezza di un brano così delicato che arriva dritto al punto, così come il video ufficiale, di una semplicità e forza senza eguali. Ma un’altra gigante della musica italiana, Rita Pavone, ha portato in gara un brano così rock che a 74 anni è davvero una lezione di grande professionalità.
Le Vibrazioni, che fino a martedì 4 febbraio, sarebbero state alla loro solita partecipazione ad un Festival che le avrebbe viste classificate tra gli ultimi posti, invece hanno sorpreso buona parte del pubblico tanto da arrivare addirittura prime nella serata di debutto del Festival e oscillare sempre non oltre la quinta posizione; il podio non sarebbe da escludere.
Il super ospite di questa ultima serata di Sanremo venti venti è Biagio Antonacci, per forse la millesima volte ospite a Sanremo negli ultimi 10 anni con un medley dei suoi succesi, che è anche l’ultimo artista ad esibirsi sul Nutella Stage, il palco costruito per l’esterno in piazza Colombo e che ha avvicinato anche tutto il popolo sanremese ancora di più al Festival.
Anastasio è un’altra delle delusioni di questo festival: pompatissimo all’inizio, si è presto sgonfiato dopo la prima esibizione e il primo ascolto di un brano, “Rosso di rabbia”, che non ha la potenza testuale delle sue produzioni ad X Factor né l’incisione della musica. Passa senza infamia e senza lode, ma con qualche stecca piazzata qui e là, Riki con “Lo sappiamo entrambi” (che non vincerai).
Proseguiamo con un altro fuoco di paglia quello di Giordana Angi, che porta questa noiosa e per niente emotiva “Come mia madre”: fondamentalmente i due fiori all’occhiello della scuola di “Amici” dell’ultima edizione non hanno ingranato affatto (e meno male!) con dei brani oggettivamente brutti e cantati male.
Il ventunesimo Big in gara è invece Paolo Jannacci che pure a mio avviso ha toppato il brano da presentare al suo debutto al Festival di Sanremo.
Nell’ultima puntata Elettra si risveglia e almeno sembra più presente a se stessa tanto che twerka con più energia, insieme anche al maestro d’orchestra sul brano più trash di questa edizione “Musica (e il resto scompare)”; chiude la gara Rancore con “Eden”, pezzo dal forte impatto musicale e scenografico che però questa sera ha optato per non finire con “la morte” sul palco come nelle scorse performance.
Prima della classifica finale dell’edizione numero 70 del Festival di Sanremo è il turno di Sabrina Salerno che recupera la sua performance di “Boys boys boys”, prevista per mercoledì, in una versione che parte ballad per poi scatenarsi sul palco dell’Ariston.
Ed ecco il momento della classifica finale, somma di televoto, giuria demoscopia e sala stampa:
23. Riki “Lo sappiamo entrambi”
22. Junior Cally “No grazie”
21. Elettra Lamborghini “Musica (e il resto scompare)”
20. Giordana Angi “Come mia madre”
19. Enrico Nigiotti “Baciami adesso”
18. Michele Zarrillo “Nell’estasi o nel fango”
17. Rita Pavone “Niente (Resilienza ’74)”
16. Paolo Jannacci “Voglio parlarti adesso”
15. Marco Masini “Il confronto”
14. Alberto Urso “Il sole ad est”
13. Anastasio “Rosso di rabbia”
12. Levante “Tikibombom”
11. Raphael Gualazzi “Carioca”
10. Rancore “Eden”
9. Irene Grandi “Finalmente io”
8. Achille Lauro “Me ne frego”
7. Elodie “Andromeda”
6. Tosca “Ho amato tutto”
5. Piero Pelù “Gigante”
4. Le Vibrazioni “Dov’è“
Si giocheranno la finale quindi Pinguini Tattici Nucleari con “Ringo Starr“, Diodato con “Fai Rumore” e Francesco Gabbani con “Viceversa” e per la seconda volta nella mia vita, dopo il 2017, chiunque lo vinca ne sarei felice, anche se ce n’è uno più preferito degli altri.
Per ingannare il tempo di attesa dell’ultima votazione è il momento dell’intervento di Fiorello che inizia giocando con l’autotune per poi finire a “cazzeggiare” senza una precisa idea, intrattenendo come solo lui sa fare, fino ad introdurre la versione di “8 mile” di “Ciuri Ciuri” cantata, in playback, da Diletta Leotta.
Poi arrivano Christian De Sica, Massimo Ghini e Angela Finocchiaro per presentare il nuovo film di De Sica; il ballo di Ivan Cottini, diversamente abile, Edoardo Pesce che presenta la fiction su Alberto Sordi ed ancora Vittorio Grigolo con un medley sui Queen fino a Gente De Zona; c’era bisogno di tutta sta carrellata di ospiti nella finale già lunghissima e buttati uno dopo l’altro come se fossero in fila alla cassa?
SkyTg24 spoilera il vincitore di Sanremo 2020 mentre Amadeus annuncia che i terzi classificati sono i Pinguini Tattici Nucleari con “Ringo Starr”, che come “quota indie” ormai è sempre tra i primi tre ad ogni Sanremo. Per la prima volta nella storia i primi due in classifica escono ancora una volta per lasciare spazio a tutte le ospitate e ai premi speciali.
Arrivano i primi premi: sia la sala stampa Roof “Mia Martini”, che quella Radio/Tv “Lucio Dalla” premiano Diodato con “Fai rumore”; il miglior testo è quello di Rancore con “Eden”, mentre la miglior composizione musicale è quella di Tosca con il delicato brano “Ho amato tutto” ed infine il premio TimMusic come canzone più ascoltata è di Francesco Gabbani con “Viceversa”.
Il vincitore di Sanremo, che viene annunciato subito data l’insurrezione del pubblico in sala che non voleva una nuova pausa pubblicitaria o per il Tg, è Diodato con “Fai rumore” che blocca il triplete di Francesco Gabbani, che però risulta essere l’artista da temere in assoluto (tre partecipazioni, due primi posti e un secondo posto).
Ed ora si volerà a Rotterdam per tifare il nostro Diodato che ci rappresenterà al prossimo Eurovision Song Contest.
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