Abbiamo intervistato Noemi che torna in gara a Sanremo 2021 con il brano “Glicine”; qui sotto la video intervista a Noemi, che si è esibita a sorpresa nella prima serata in sostituzione di Irama.
Noemi è una veterana del Festival di Sanremo, e torna in questo Sanremo 2021 così particolare, in modo eccezionale, tornando a brillare con una luce ancora più chiara con il brano “Glicine” che anticipa il nuovo album “MEtamorfosi”.
Ecco quello che ha raccontato Noemi ai nostri microfoni:
“Per questo Sanremo 2021 torni in gara con questo brano pazzesco, veramente da brividi, dal titolo “Glicine” che tra l’altro ho scoperto è una pianta così forte e prorompente, da riuscire a distruggere anche delle pareti dei palazzi. E’ quindi un cambiamento così radicale?”
Sì, assolutamente! E’ una pianta forte con queste radici ben radicate; pensa che c’è un glicine che da Via Margutta arriva fino alla riva del Tevere e che è circa 1 km, un bel po’ di strada, ed è una bellissima metafora per raccontare le consapevolezze della crescita. Per esempio io quello che vedo in “Glicine” è questo, il plot del brano ad una prima lettura è la storia di due persone che però finisce. La seconda lettura è la nascita di una nuova forza che può avvenire dopo un periodo di crisi, di buio, di perdita di lucidità, di quello che vogliamo.
Io mi sento molto vicina a questo racconto che viene cantato nella canzone, e l’immagine del glicine è bellissima per rappresentare queste radici forti che sono le nostre consapevolezze. Questa fioritura meravigliosamente fragile che trema di notte è il racconto della fragilità delle emozioni che viviamo nella vita. Tra l’altro il bridge dice “tu cosa dirai vedendomi arrivare quando ti raggiungerò”: questo raggiungersi è un raggiungersi per me di consapevolezza più che di spazio. Quando raggiungerò la tua consapevolezza, quando sarò forte come te, quando mi sentirò più forte nel mondo è quello che sento ed esprimo sul palco.
“Ed è anche tra l’altro il brano che anticiperà il tuo nuovo album “MEtamorfosi” con ‘me’ anche più grande…”
Sono contenta perché è un disco nuovo per me, nel senso dell’approccio con il quale ho lavorato perché mi sono sempre sentita, negli album che facevo, a servizio delle canzoni. Ho avuto la possibilità di collaborare con personalità talmente grandi come Vasco, come Gaetano Curreri, Fabrizio, Fiorella Mannoia e quindi mi sentivo molto a servizio del pezzo, mentre invece in questo disco ho raccontato tanto di me e degli autori. Poi sono autori che ho preso dall’underground che ho ascoltato molto e che mi piacevano come Ginevra, come Arashi, Franco 126, i Mut che sono i producer; poi c’è Faini con la Dorado Inc ed ho messo tanto di me a livello di racconto in quello che troverete nelle canzoni.
Poi nell’incontro umano con loro, mi sono trovata benissimo ed è stato un incontro veramente naturale che mi ha messo anche alla prova con delle nuove melodie, dei nuovi fraseggi e dei nuovi suoni della mia voce che ho scoperto. Mi sono divertita tanto. Tra l’altro ci tengo a dirvi che le grafiche del disco le ha fatte Mecna, Me…cna (sorride), perché qua tutto torna in realtà!
Mi piace molto questa cosa perché anche lui a livello musicale è interessantissimo: ha fatto delle copertine bellissime per me ultimamente, non solo per me, ma per il panorama musicale italiano. La copertina è molto semplice volevo che rappresentasse questa idea di metamorfosi come movimento come la diapositiva di un salto, io ancora non mi sento arrivata dove vorrei arrivare, però mi sento a metà del viaggio e quindi è tutto un po’ mosso un po’ dinamico; non siamo mai fermi.
“Una situazione in continua evoluzione…”
Brava! Non siamo più fermi in una specie di palude, ma abbiamo avuto la forza di uscire fuori, rimetterci a fuoco, in discussione. Ho potuto rimettermi a fuoco, in discussione. Sono molto contenta perché ho trovato dei modi nuovi di raccontarmi, per fare musica e sono molto contenta di questo. Speriamo ora che piaccia… Ecco, quella è la vera fragilità.
“Parliamo della serata cover di questa sera, porti questo brano bellissimo di Neffa “Prima di andare via” e lo canti anche con lui, come mai questa scelta?”
Allora guarda io Neffa lo ascolto da sempre, secondo me rappresenta quel tipo di cantautorato che ha sempre avuto un orecchio al sound estero, al rhythm & blues, al funky, al soul, al new soul e i suoi testi sono sempre molto interessanti. Al primo ascolto sembrano sempre al servizio della melodia, invece poi ti fermi ad ascoltarli e c’è tanto dentro da capire; poi ha scritto un pezzo per me nel disco che si chiama “Tu non devi” ed è un brano che ha queste atmosfere rhythm & blues bellissime. Poi mi è piaciuto il progetto che ha fatto tutto in napoletano che uscirà a brevissimo, intanto c’è fuori il featuring con Coez “Aggio perzo ‘o suonno” che è bellissima.
“Che a Sanremo ci sta tra l’altro “Aggio perzo ‘o suonno”…”
Mamma mia a che ora finirà stanotte!… Sono contenta di averlo sul palco perché anche lui è un combattente della musica con una personalità veramente forte e a fuoco e penso che ci divertiremo stasera con un po’ di funky, un po’ di sogno sul palco di Sanremo, anche se non c’è il pubblico, ma va bene così.
E allora a proposito dei lavoratori dello spettacolo che in questo periodo la musica, il teatro, il cinema stanno soffrendo veramente tantissimo abbiamo chiesto un po’ a tutti gli artisti che stiamo intervistando in questo Sanremo, c’è una frase della canzone di “Glicine” che vorresti dedicare a tutti quanti voi, insomma ai lavoratori dello spettacolo?”
Assolutamente! Credo che la più giusta sia “parla, parla, parla con me” perché non dobbiamo mai perdere il link tra di noi. Siamo una grande famiglia, e come nelle grandi famiglie, la cosa più bella è aiutarsi: io, per esempio, nel mio disco ho c’è un pezzo che si chiama “L’amore è pratica” e i cori li hanno cantati il coro dei ragazzi del Master of Music della Luiss e mi piaceva inserirli nel mio progetto per fargli sentire che quello a cui loro si stanno preparando a vivere non si è fermato si è preso solo una pausa; quindi è importante lanciare questo vibe.
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