Nell’ultima puntata della Hit Chart Top 20 è stato nostro ospite Edy che ci ha presenta il suo singolo “Scappa al Pigneto con me”.
Oltre a raccontarci di come sia nato il brano dedicato al quartiere romano, Edy ci ha parlato delle sue ispirazioni, degli artisti con i quali gli piacerebbe collaborare, del progetto della sua etichetta musicale e di tutti i prossimi progetti in ballo.
Ecco quello che ci ha raccontato Edy durante l’intervista:
“Diamo il benvenuto ad Edy che quest’oggi ci presenta il suo nuovo singolo “Scappa al Pigneto con me”. Un brano prorompente, istintivo che vuole lanciare un messaggio molto importante. Ce ne vuoi parlare meglio?”
Io vivo al Pigneto, anche se al momento non sto lì. Sono catanese di origine e qualche anno fa mi sono trasferito a Roma, scegliendo di vivere al Pigneto perché mi sembrava il luogo più adatto per me, per quello che volevo fare. Il Pigneto in “Scappa al Pigneto con me” è un escamotage per rappresentare un posto dove mi sento al sicuro e compreso.
Racconta di quello che è successo dopo una litigata furente mentre ero in Salento con la mia compagna e scritta e prodotta tutta in una notte. Invitavo la mia compagna a lasciare tutte le paranoie, che hanno tutte le coppie, per andare in un luogo sicuro e libero. E’ importante lasciare andare le persone che si amano, che può essere un atto di amore importante.
“Cosa rappresenta per te il numero 17 nella tua vita e nella tua carriera?”
Il 17 è il mio numero: sono nato il 17 Novembre e per me è il mio numero fortunato. In tutto il mondo tranne che in Italia, il numero sfortunato è il 13, mentre qui da noi è appunto il 17. Me lo sono tatuato addosso, ci ho scritto una canzone ed ho fondato un’etichetta da poco che si chiama “Matrice17”. In barba a tutti quelli che pensano possa essere un numero sfigato, per è un numero invece importantissimo, come un outsider quale mi sento anche io nella musica.
“A luglio 2023 hai fondato “Matrice17” di cui sei anche direttore artistico. Cosa ti ha spinto ad intraprendere anche questo percorso?”
Sono uno fissato della filosofia del ‘do it yourself’, molto punk, ma vero punk non quello delle creste dei Six Pistols o quello plastico che vedremo anche a Sanremo a quanto pare. Per me punk significa dare libertà di espressione ad ognuno di noi, perché potenzialmente tutti noi possiamo essere degli artisti, pittori, poeti, musicisti. Basta prendere uno strumento e credere in quello che si sta facendo.
Ho voluto creare la mia etichetta, non perché ne avessi bisogno, avendo già due contratti con altre due realtà, ma perché avevo il piacere di creare collaborazioni con diversi artisti, come una sorta di collettivo, nel quale tutti lavorano insieme, senza genere ma che spazia nella musica, mostrando le sue varie sfaccettature. Non abbiamo la pretesa di piacere a tutti, ma vogliamo fare cose belle che possano essere fatte al meglio.
“Ieri sono stati annunciati i nomi dei Big di Sanremo 2023. Chi aspetti di ascoltare e sei felice di vedere? E’ un palco che ti piacerebbe calcare in futuro?”
E’ un palco che mi piacerebbe calcare: è la vetrina più importante che c’è in Italia. Sarei pronto anche al bailamme di interviste continue, con la faccia sempre sorridente che sarebbe necessario durante quella settimana. Per il cast di quest’anno sono sicuramente interessato a Diodato, che è un mio amico, ma mi fa sorridere il nome de La Sad, che viene affiancato al pop punk, quando secondo me è molto più pop.
Quello a cui io mi ispiro e considero realmente punk è la musica di Machine Gun Kelly e Yungblud; non mi viene da pensare proprio a La Sad. Credo che la presenza, come ha detto Perso prima di me, di Giovanni Truppi, qualche anno fa a Sanremo sia stato molto più punk della presenza dei ragazzi quest’anno in gara.
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