Changes: il cambiamento di Justin Bieber

Changes

Alle volte ritornano e come spesso succede per le teenstar, che devono affrontare dei periodi di profonda crisi personale ed esistenziale, la loro rinascita diventa terapeutica anche per i loro fans. Così il ritorno di Justin Bieber con il nuovo album “Changes” fa accorrere migliaia di fan da tutto il mondo alla presentazione a Londra che gli urlano i loro “grazie” per averli aiutati nei momenti difficili della loro vita.

A distanza da cinque anni dall’ultimo lavoro discografico “Purpose”, Justin torna nel mondo della musica dopo un ultimo periodo non semplice per la giovane star canadese, scoperta quando ancora era minorenne da Usher grazie a YouTube: la scoperta della malattia di Lyme, dalla quale si sta curando, gli eccessi ed abusi di droga e fumo fin dall’età di 13 anni, lo stavano portando in un buco nero senza via d’uscita, ma grazie all’incontro con la modella Hailey Baldwin, la sua vita è cambiata.

E questo cambiamento, con il matrimonio con Hailey nel 2018 e la fede ritrovata, lo hanno portato a ritrovare la strada giusta per tornare anche in studio e proporre il nuovo lavoro “Changes”, ‘cambiamenti’ appunto. Ma questo suo momento di assoluta positività e serenità nella vita personale porta purtroppo ad un lavoro un po’ mediocre e di sicuro di livello più basso invece all’eccellente “Purpose”.

Un po’ come successo al nostrano Tiziano Ferro, la felicità trovata nel matrimonio, ha un risvolto non positivo nella produzione artistica, confermando la leggenda che vuole che se un’artista non soffra non riesce a creare bell’arte: così già da gennaio con la pubblicazione del primo singolo apripista “Yummy”, la situazione non era sembrata delle più rosee. Un brano con chiari riferimenti alla trap, genere in voga in questi ultimi anni, ma che appiattisce la produzione musicale.

Le prime sei tracce, compresa “Yummy” e fino “Available”, risultano quasi un tutt’uno musicale, senza interruzione di continuità, ma con “Forever”, in collaborazione con Post Malone e Clever, arriva la prima ventata di freschezza dell’album che prosegue con “Running over” featuring Lil Dicky, “Take it out on me” e “Second emotion” insieme a Travis Scott, per poi ricadere in tracce filler come “Get me” ed “E.T.A.”.

Per ritrovare un buon pop, come una volta, bisogna aspettare la title track “Changes”, che in forma di ballad unplugged, ricorda la vecchia produzione di Ed Sheeran in “Love yourself”, anche se ben lontana da quell’apice. Si prosegue ancora con “Confirmation” e “That’s what love is”, dove spiega che l’amore, quello vero, è ben diverso da una semplice attrazione fisica; per poi finire con “At least for now”, dove torna anche una leggera produzione dance in sottofondo, e con la versione remix con Summer Walker della dimenticabile “Yummy”.

Un disco che quindi non convince appieno, ma che segna il ritorno più maturo e consapevole di uno dei teenidol più apprezzati di sempre nel panorama musicale, che va a scavare nel suo io più profondo senza nascondersi più, così come dimostra anche il documentario pubblicato, guarda caso su YouTube, “Seasons”.

Chissà se con “Changes” potrà tornare di diritto anche all’interno dei grandi eventi televisivi internazionali, vedi i prossimi VMA’s 2020, da grande protagonista o, come spesso succede, la sua stella inizia una normalizzazione, andando a scemare sempre più e “rimanendo a galla” in mondo musicale in continua e velocissima evoluzione musicale.

Così è successo per tante superstar, ma soprattutto teenstar, che dopo un grande exploit iniziale di alcuni anni, hanno poi dovuto cedere il passo a i nuovi fenomeni del momento ed in questo caso il nuovo arriva dalla K-pop culture che negli ultimi anni registra numeri da capogiro per qualsiasi artista internazionale, sbancando quasi tutti i mercati internazionali.

Matteo Magazzù

Speaker e attore romano, ama la musica, il teatro, l'arte, il cinema, la televisione.

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