Moga: “Ogni artista dovrebbe portare la propria cultura nella sua musica”

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Prima puntata di ottobre con la Hit Chart Top 20 nella quale abbiamo avuto il piacere di conoscere meglio Moga, artista siciliana, che ci ha presentato il suo singolo in dialetto “Fuitina”.

Qui di seguito quello che Moga ha raccontato ai nostri microfoni in compagnia di Matolas.

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La copertina del nuovo singolo di Moga “Fuitina”

“Il tuo nuovo singolo “Fuitina”, uscito il 2 ottobre, ha il nome della classica scappatella del Sud. Ce la raccontavano i nostri nonni, ma secondo te è ancora attuale? Come è nato il brano?”

Oddio, adesso non è più come prima assolutamente, perché prima i genitori imponevano anche il matrimonio, decidendo loro chi avresti dovuto sposare. Adesso per fortuna su tante cose siamo andati avanti. La mia “Fuitina” è una ‘fuitina’ un po’ a lieto fine; è una fuga per la libertà ed è di questo che parla la mia canzone.

“Fuitina” è tratto dal tuo EP uscito il 16 settembre “Una donna dietro le apparenze”. Il titolo è nato da una considerazione che un po’ fa sorridere. Ti va di raccontarci la nascita di questo progetto?”

Esattamente! Ho voluto giocare un po’ con il titolo della canzone che dà poi il titolo a tutto l’EP. Molte volte infatti mi è capitato che mi fermassero da dietro dicendomi “Ehi… scusa, ragazzo?” semplicemente perché ho un taglio di capelli morto corto. Questa cosa in realtà mi fa sorridere e mi ha fatto pensare quanto la gente dia importanza alle apparenze e da lì sono nate tante cose. Nelle mie canzoni parlo di un amore che va oltre le apparenze stesse. C’è tutto un mondo dietro le apparenze.

“Il dialetto ha un paradosso: tanto incomprensibile a chi non lo conosce, quanto efficace al massimo per esprimere un concetto, una sensazione. Cosa pensi del dialetto nelle canzoni più mainstream?”

Io penso che sia molto bello. Sono molto legata alla mia terra. Molte persone magari, giustamente, non essendo siciliane mi chiedono “Sì, ma cosa hai voluto dire nella tua canzone?” perché alcune parole sono incomprensibili. Però io credo che sia veramente bello portare le proprie origini nella propria musica. Magari non si capisce cosa sto dicendo ma la melodia può aiutare alla comprensione. 

Un’artista che ha un dialetto, che però sia cantabile (sorride), penso che debba fare queste commistioni, anche perché io ho iniziato cantando proprio in dialetto e quindi mi sono detta perché non inserire proprio qualcosa che faccia parte del mio vissuto?

“Come dicevi giustamente infatti, anche se uno magari non conosce il dialetto in questione, però attraverso la melodia e il modo di cantare può capire la storia raccontata…”

Sì infatti anche grazie al videoclip per esempio, ho avuto un riscontro di tante persone che magari inizialmente non avevano compreso bene il tutto ma che poi associando alcune immagini al testo sono riusciti a capire la storia che volevo raccontare.

“Secondo te, quale canzone di successo funzionerebbe anche cantata in dialetto? Quale vorresti trasformare tu?”

Attenzione, che domandona! Oddio… In realtà penso che se le canzoni nascono in un determinato modo, sia molto difficile poterle trasformare. E’ come quando fai la traduzione: è difficile riportarle in un’altra lingua, anche per il discorso della metrica che cambia totalmente… però forse Biagio Antonacci riesce un po’ a fare questi mix, unendo anche il dialetto… Direi lui quindi, anche perché la musica che ascolto e che c’è ora in radio sarebbe davvero difficile riportarla in dialetto (ride)

“Pensavi di aver sfangato questa domanda invece, che ti avranno fatto in tanti, ma te la facciamo alla fine: da cosa deriva il tuo nome d’arte?”

E’ il diminutivo del mio cognome in realtà. Siccome quando ero più piccola facevo molto sport, che tutt’ora pratico, i miei compagni di squadra e i miei amici più intimi mi hanno sempre chiamato Moga come diminutivi. Da lì mi sono detta, visto che nessuno ormai mi chiama più per nome, nemmeno mia madre (sorride) ho adottato Moga.

 

Per recuperare tutte le interviste passate clicca qui. Appuntamento con la Hit Chart Top 20 ogni lunedì in diretta dalle 20 alle 22 su SPREAKER e sul nostro sito ufficiale.

Matteo Magazzù

Speaker e attore romano, ama la musica, il teatro, l'arte, il cinema, la televisione.

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