Si è concluso il Festival della Resistenza: di Sanremo si sa, si dice tutto e di più, tutto e il contrario di tutto. Lo sport preferito di ogni italiano è quello di criticarlo aspramente o esserne un fan sfegatato. E anche in questa edizione così particolare, unica, speriamo nella storia del Festival di Sanremo, le polemiche non si sono affatto risparmiate.
Amadeus e Fiorello sono riusciti nell’impresa titanica di portare a casa il Festival di Sanremo più complicato di sempre, partito come Festival della Ripartenza, trasformato in Consapevolezza, viste le problematiche dovute al pubblico e protocolli vari e che io definirei alla fine Festival della Resistenza.
Questo perché il direttore artistico e conduttore Amadeus, affiancato dal suo grande amico Fiorello, non si è perso d’animo nonostante tutti gli attacchi continui e sistematici, intensificati quest’anno dalla situazione pandemica che è stato un grande nemico per la possibile organizzazione di una macchina così importante come Sanremo 2021.
Ma arrivati alla domenica, dopo la straordinaria vittoria dei Maneskin, primi su Francesca Michielin e Fedez, secondi, ed Ermal Meta, terzo, si può dire che si è riusciti a portare a casa un ottimo risultato, incredibile e molto soddisfacente rispetto alle premesse, resistendo a tutto. A partire dalle polemiche riguardo il pubblico, presente o meno, di figuranti o meno, di medici o meno, sul quale non voglio spendere ulteriori parole, dato che non ho più le forze né la voglia di tornare sull’argomento ‘teatro’ vs ‘studio televisivo’ (e leggi folli, ma decise dallo stesso Ministro della Cultura).
Gli ascolti forse non sono stati quelli che ci si poteva aspettare dal fatto che fossimo tutti costretti a casa, ma c’è anche da dire che la messa in onda di Sanremo 2021 è stata anche spostata esattamente di un mese in avanti, a marzo, come non succedeva dal 2005. Ma come giustamente si sono sfogati nell’ultima conferenza stampa, Ama e Fiore hanno sottolineato come il concentrarsi solo sui numeri, raffrontandoli alle passate edizioni, senza considerare tutta la straordinaria situazione attuale è poco corretto. Come non dargli ragione.
Rispetto al Festival dell’Amicizia dell’anno scorso, questo sia stato appunto il Festival della Resistenza, di riuscire ad andare avanti e fare tutti gli sforzi per regalare cinque serate di intrattenimento per tutto il pubblico a casa e la speranza che la situazione per tutto il comparto dei lavoratori dello spettacolo si possa sbloccare il prima possibile. Ammetto anche io che alcune cose nel meccanismo ben oliato tra Amadeus e Fiorello si fosse inceppato, soprattutto nella prima puntata, e poi tornato nei ranghi nel corso delle serate.
Il compito più difficile fra tutti è stato quello di Fiorello perché, per un comico soprattutto, esibirsi senza un minimo di confronto con un pubblico che ti possa far capire se il pezzo che stai facendo funzioni, stia annoiando, sia compreso o viceversa, provochi insoddisfazione, diventa una prova di difficoltà incredibile, che solo un grande professionista come Fiorello poteva riuscire a portare a termine.
Amadeus da parte sua non ha sbagliato nella scelta dei brani con diversi molto piacevoli e qualcuno forse evitabile, ma anche nella scelta di farsi affiancare da Ibrahimovic, che ad inizio programma trovavo assolutamente fuori luogo e che invece poi ho rivalutato puntata dopo puntata, riuscendo a farsi volere bene dal pubblico anche in questo ruolo così inedito per lui. Forse ad Amadeus, insieme ai suoi autori, si può addurre la colpa della lungaggine delle scalette delle puntate, soprattutto di quelle con ben 26 Big, che sono state rimpinzate di ospiti portando ad una durata monstre del Festival.
E’ quasi sicuro che non ci sarà un Amadeus e Fiorello ter e chi prenderà il loro posto avrà sicuramente una bella patata bollente da affrontare, perché anche in questi momenti di difficoltà la forte complicità tra i due si è mantenuta ad alti livelli, con tutta la sua sincerità, che sarà difficile poter replicare con altre figure. E con la speranza comunque che possa essere il Sanremo 2022, un Festival normale.
Durante la conferenza finale, compresa quella dei vincitori, fatta per la prima volta la domenica mattina, in diretta streaming, e non subito dopo la trasmissione del sabato, le polemiche sono continuate anche su Fedez, o meglio su Chiara Ferragni, rea di aver fatto un endorsement per suo marito per la votazione finale, che ha permesso a Fedez e Francesca Michielin di arrivare fino alla seconda posizione dalla diciassettesima.
Una polemica stemperata anche da Damiano dei Maneskin che ha affermato di non comprendere il perché di tutto questa polemica: “Avere tanti followers non è un reato, e sia Chiara che Federico se li sono guadagnati con il loro lavoro. Anche i miei genitori e familiari si sono spesi per farci votare, non capisco quindi perché una moglie non possa supportare suo marito, anche se questa fosse Chiara Ferragni.”
Ma le polemiche arrivano anche da parte dei vincitori dei Premi della Critica Mia Martini e Lucio Dalla, ovvero Willie Peyote e Colapesce e Dimartino, che non sono stati chiamati a ritirare il premio sul palco. “Il premio ci è stato consegnato in modo un po’ assurdo. Un responsabile del programma lo ha tirato fuori da sotto un tavolo, dicendoci che era per noi, mentre tutti gli altri sono saliti sul palco in diretta. Non che ci interessasse molto dover salire sul palco, ma poteva sicuramente essere fatto meglio. Un premio dedicato ad un artista così importante come Lucio Dalla, che è uno dei nostri cantautori preferiti, forse meritava un momento più istituionale.” ha detto Colapesce.
Gli fa eco Willie Peyote, che pur ringraziando per la vittoria della Critica della Sala Stampa ha detto che il premio poteva essere consegnato in modo migliore: “sono contento comunque che la critica l’abbia ben capito tanto da avermi premiato. Sul pubblico non sono sicuro dato che ho visto che Barbara D’Urso ha ricondiviso il brano e quindi credo che quel circuito che volevo portare a Sanremo non sia stato compreso per bene e da tutti, ma va bene anche così; ognuno capisce quello che vuole.”
Un rush finale quello di ieri sera che ha visto trionfare a sorpresa i Maneskin, non tra i favoritissimi all’inizio, ma che hanno scalato la chart con il televoto. “Eravamo in sala di attesa, aspettando il verdetto e passarlo tutti e tre insieme, con Maneskin ed Ermal, è stato bellissimo.” – ha detto Fedez, aggiungendo che “Francesca è stata il mio punto di forza per tutto il Festival. Senza di lei sarei di sicuro svenuto.” , mentre Ermal ha ringraziato per il supporto e non è dispiaciuto di essere arrivato solo terzo e di aver vinto il Premio Miglior Composizione Musicale, “con un brano senza effetti speciali non mi aspettavo di essere così in alto nelle classifica.”
Sanremo continuerà sempre ad essere un evento che trascina molte polemiche ma che per una settimana, oltre a dare lavoro a tante persone, permette di staccare la testa e pensare a qualcos’altro soprattutto in un periodo così complicato come quello che stiamo vivendo da troppo tempo. Aspettiamo e non vediamo l’ora che nel Sanremo 2022 si possa passare dal Festival della Resistenza a quello effettivo della Rinascita,… Perché Sanremo è Sanremo!
2 comments on “Sanremo 2021 è diventato Il Festival della Resistenza”