Mavì: “Noire” è il sentimento di rabbia in una storia d’amore, poco d’amore.

Mavì

Unica presenza femminile, tra gli ospiti dell’ultima puntata della Hit Chart Top 20, è stata Mavì che ha presentato il suo singolo d’esordio “Noire”.

Mavì che ci ha raccontato di come è nato il suo brano di debutto, la sua passione per la musica, le collaborazioni e i progetti futuri.

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Ecco la cover del singolo di debutto di Mavì “Noire”

Ecco quello che ha raccontato Mavì:

“Siamo in compagnia di Mavì che il 26 febbraio ha fatto uscire il suo singolo d’esordio “Noire”, brano che nasce dalla rabbia di un amore che forse non era vero amore, vero? Qual è stata l’emozione di sentirlo per la prima volta in radio?”

Questo brano è nato da un sentimento di rabbia che, chiaramente, non è da vedere solo in questa storia d’amore, ma per tutte quelle situazioni in cui si cerca di andare incontro alle persone, ma loro non fanno un passo verso di te. Nasce da questo tipo di sentimento: poi abbiamo creato una situazione d’amore anche se d’amore ne condivide poco. Per me è stata una grande emozione questo brano d’esordio. Sono contenta perché ho avuto un riscontro positivo, da amici sicuramente, ma anche da persone che sono più lontane dalla mia cerchia.

“Parigi è la location del brano ed in parte anche ricostruita anche nel videoclip. E’ veramente la città dell’amore che però può essere anche più tristemente il simbolo anche della fine dello stesso amore?”

Io l’ho scelta più che altro per creare un paradosso ovvero quello di ambientare una storia così tragica, in un ambiente conosciuto per eccellenza come la città dell’amore. Da qui l’idea di usare Parigi come location di questo racconto musicale, compreso anche il titolo.

“La passione per la musica è nata all’età di dieci anni durante una recita scolastica nella quale interpretavi una cantante solista. Cosa cantavi quindi in quella recita e quali sono stati i tuoi modelli di riferimento?”

Questa recita scolastica l’ho fatta quando avevo 10 anni in una scuola di suore in un contesto con l’angioletto, il bue, l’asinello e la canzone era molto da recita. La cosa che mi è rimasta più impressa è che in questa recita io ho interpretato il ruolo che inizialmente doveva essere interpretato da un bambino e i miei compagni, durante la scelta dei ruoli, hanno fatto il mio nome perché ero intonata e sapevo cantare.

Io non avevo ricordi precedenti in cui loro mi abbiano potuta sentire cantare, ma è stato un gesto bellissimo, che solitamente non accade con le varie rivalità. E’ tutto molto bello perché io l’ho proprio preso come se fosse tutto scritto, come se fosse un segno del destino. Lo studio del canto è avvenuto anni dopo, all’età di 12-13 anni. 

“Nel 2020 hai collaborato anche con Pierfrancesco Bazzoffi e Alessandro Sgreccia dei Velvet. Come è andata la collaborazione con loro? Cosa hai imparato?”

Lavorare con dei professionisti del campo musicale è sempre un piacere. Con loro è andata molto bene, sono carinissimi e super disponibili. Per me è stata un’esperienza preziosa. Magari si ripeterà in futuro.

“Siamo al primo tassello del tuo percorso musicale, ma hai già in mente la data di uscita del tuo primo album o al momento continuerai con l’uscita di singoli?”

Io sto lavorando a dei singoli con l’etichetta “Cantieri sonori” e abbiamo un progetto a lungo termine, quindi ci sono delle novità in arrivo. Non ti posso spoilerare molto, ma posso dirti che il prossimo brano uscirà a breve. 

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