“I don’t wanna smile”: l’esordio della giovanissima Dilemma

Abbiamo conosciuto meglio la giovane artista bresciana Dilemma, che ha esordito il 26 marzo con il suo singolo “I don’t wanna smile”, dove si fa espressione dello stato emotivo di molti adolescenti.

Dilemma racconta con il suo brano il rifiuto di una società fatta di sorrisi finti e forzati, preferiti ad una realtà più complessa e profonda. Uno stato emotivo esacerbato dalla condizione attuale di pandemia, che vede i giovani privati di tante risorse fondamentali dal punto di vista psicologico e sociale.

Il racconto, che ne fa Dilemma, viene tradotto visivamente da un suggestivo video per la regia di Federico Folli e la partecipazione del Maestro Giancarlo Prandelli, già autore della musica del brano e che voluto apportare in prima persona un contributo, affiancato dall’assistente di produzione, Sara Pederzoli, che ha supervisionato e curato le riprese.

Dilemma
Ecco la cover ufficiale del singolo di debutto di Dilemma intitolata “I don’t wanna smile”

Ecco quello che ci ha raccontato Dilemma:

“Da dove viene l’ispirazione per “I don’t wanna smile”?”

Ho preso ispirazione da più pensieri che da un po’ di tempo avevo in mente. L’ho scritta mentre ero in spiaggia al mare, mentre osservavo le persone camminare sulla passerella: erano tutti molto entusiasti e in quel momento lo ero anche io, ma sono stata riportata ad alcune situazioni in cui mi ritrovavo a fingere un sorriso quando semplicemente non avevo voglia di “essere felice”, volevo stare sola in camera mia a pensare in silenzio.

Ormai è da un anno che siamo costretti a rimanere in casa, penso che molti di noi si siano abituati alla solitudine e al silenzio di una stanza, di conseguenza l’entusiasmo e la voglia di fare e sorridere è sicuramente meno presente. Il messaggio non deve però per forza essere visto come un disagio, ma piuttosto un semplice stato d’animo che dovrebbe essere considerato normale.

“Come ti sei avvicinata alla musica?”

I miei genitori hanno sempre cercato di introdurre me e le mie sorelle nel mondo della musica, proprio perché anche loro avrebbero voluto che i loro genitori l’avessero fatto. Tutte e tre abbiamo frequentato l’accademia, suonando tre strumenti diversi. Mio padre, poi, mi ha trasmesso la passione per la musica rock, punk e per il cantautorato italiano. Mia madre, invece, mi ha trasmesso quella per le ballad ed il pop. Nel tempo ho iniziato a scoprire indipendentemente nuovi generi e cantanti di cui mi sono appassionata e che sono più indie rock e pop.

“Com’è stata la tua esperienza nella banda giovanile?”

Direi ‘unica’. Ritengo sia stata la mia più grande fortuna, perché forse non sarei riuscita ad apprezzare così tanto la musica senza quella esperienza. Fin da piccola ho sempre amato ascoltare canzoni, ma suonare è un aspetto ancora più magico. Crescendo è diventata la mia unica certezza, mi sentivo accettata e giusta nella banda giovanile e solo in quel contesto non avevo paura di essere vista come strana o diversa.

“Che progetti hai per il futuro?”

Per ora ho solo un progetto, ovvero fare musica e farlo senza avere paura dei pregiudizi. Spero di poter arrivare da qualche parte, perché non riesco a vedere un altro percorso tanto giusto quanto questo nella mia vita.

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Matteo Magazzù

Speaker e attore romano, ama la musica, il teatro, l'arte, il cinema, la televisione.

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