Nell’ultima puntata della Hit Chart Top 20 andata in onda a fine Novembre, abbiamo avuto tra i nostri ospiti anche Alessandro Proietti, che ci ha presentato il suo nuovo singolo “Elettroshock”.
Oltre a parlarci di come è nato il brano, con Alessandro Proietti abbiamo parlato della sua carriera attoriale, dei prossimi impegni a livello musicale e anche del suo album intitolato “Persiane del ’40”.
Ecco quello che ci ha raccontato Alessandro Proietti durante l’intervista:
“Diamo il benvenuto ad Alessandro Proietti che ci parla del nuovo singolo “Elettroshock”, uscito il 12 novembre. Racconta il rapporto continuo che si ha in una relazione di venirsi incontro e cercare di capirsi sempre. Quanto è difficile secondo te? Qual è l’ingrediente segreto secondo te?”
Sicuramente non è mai semplice, soprattutto quando i rapporti durano da tanto tempo, diventa sempre più difficile. L’importante è che ci sia del sentimento: se c’è la voglia di continuare a venirsi incontro si può riuscire comunque a superare le difficoltà. Quando invece la relazione diventa nociva o tossica invece è meglio allontanarsi. Questo è quello che volevo raccontare in “Elettroshock”.
“Il cognome ci riporta ad un grandissimo artista e attore che abbiamo avuto in Italia, Gigi Proietti, di cui sentiamo ancora la mancanza. Oltre a cantautore sei anche attore. In Italia secondo te è difficile coniugare le due arti ed essere ritenuto credibile in entrambi i campi? Se ti dicessero di scegliere tra musica e recitazione, cosa risponderesti?”
Gigi Proietti è stato un grandissimo! Devo dire che ultimamente in Italia andiamo meglio sotto questo punto di vista: negli ultimi anni ho visto nascere diversi artisti che militano sia in campo attoriale che in quello cantautorale. Credo ce l’ostacolo che c’era prima a riguardo era abbastanza ingiustificato: la musica e la recitazione, pur essendo diverse, hanno secondo me tanti punti in comune che la persona può sfruttare a suo favore. Io per esempio uso la musica come valvola di sfogo, parlando di ciò che vedo e di ciò che faccio, mentre esprimo altre personalità quando sono dietro un altro personaggio.
Non potrei mai scegliere. Ci ho sempre pensato ma non ho avuto mai una risposta se non che deve essere la musica o la recitazione a scegliermi: se una delle due prendesse più piede non permettendomi di fare al meglio l’altra, a quel punto la sceglierei, ma fino ad allora io non sceglierò mai (sorride).
“Hai fatto parte anche della fortunata serie “Suburra” di Netflix nella quale hai lavorato con Alessandro Borghi e conosciuto anche Er Piotta, firmando poi il contratto discografico con la sua etichetta “La grande onda”. Che esperienza è stata e come è andato l’incontro artistico con Er Piotta?”
E’ stata una grande esperienza che mi ha aiutato davvero tanto; mi ha fatto migliorare molto sia a livello attoriale, lavorando con colleghi dalle capacità molto note, come Alessandro Borghi, Giacomo Ferrara e Adamo Dionisi, avendo la possibilità di stare a stretto contatto con loro per molto tempo. Ciliegina sulla torta è stato poi entrare, dopo la terza stagione, ne “La grande onda” di Tommaso Piotta che ho conosciuto durante la serie, avendo lui lavorato su tutta la colonna sonora.
Piotta ha visto che facevo musica, dopo avermi conosciuto sul set, è andato a sentirsi i miei brani e si è subito interessato. Da lì ci siamo incontrati e conosciuti, ma prima di iniziare a lavorare realmente, abbiamo creato prima un rapporto umano bellissimo, che ti permette di lavorare meglio e in tranquillità sempre.
“Quali sono i tuoi prossimi impegni artistici, se puoi anticiparci qualcosa? Ti piacerebbe di più andare a Sanremo come cantante in gara o come conduttore come fece Pierfrancesco Favino molto bene qualche edizione fa?”
Per il momento non è nei miei pani sinceramente, però se dovessi farlo un giorno, lo vorrei fare sicuramente da cantante. E’ un palco prestigioso per qualsiasi arte, ma visto che ho questa passione per il canto e la musica, preferirei sicuramente sfruttarlo per camminarci sopra da artista musicale.
“Il tuo album “Persiane del ‘40” è uscito il 9 luglio. Ci racconti di questo titolo originale e come hai lavorato a questo album? Stai progettando anche qualche live nonostante la situazione?”
Tendo ad usare la musica come valvola di sfogo, come dicevo prima, e quindi per dire quello che vedo: il titolo riprende proprio da quello che io vedo dalle persiane di casa mia, nel quartiere Garbatella a Roma, un quartiere molto bello e particolare che ricorda un piccolo paese. E’ una bomboniera con queste persiane particolari fatte negli anni ’40 e da lì è nato il titolo dell’album; scrivo delle dinamiche del quartiere e della città che vedo in prima persona.
E’ molto importante questo album per me, perché è stato scritto in due anni dai primi testi scritti oltre due anni fa a quelli più recenti di qualche mese fa. Si può sentire il percorso musicale di questi anni ascoltando il disco non tanto a livello qualitativo, ma di scelte che con gli ultimi brani mi hanno permesso di trovare la mia giusta dimensione, grazie anche ad Edoardo Baiocchi, in arte Bioc, produttore e mio carissimo amico. “Elettroshock” è l’apripista per il mio nuovo sound.
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