Erika Greys, durante l’ultima puntata della Hit Chart Top 20, ci ha presentato il suo nuovo singolo “I C.A.R.E.” in collaborazione con Donno.
Con Erika Greys abbiamo parlato non solo di come è nato il brano e della sua collaborazione, ma anche del progetto di sensibilizzazione nato intorno a questo progetto e legato all’associazione “I C.A.R.E.” e della situazione drammatica che da due anni stanno vivendo le discoteche e il mondo dei dj.
Ecco quello che ci ha raccontato Erika Greys durante l’intervista:
“Siamo in compagnia di Erika Greys per parlarci del suo nuovo singolo “I C.A.R.E.” in collaborazione con Nicolas Donno che ha un messaggio importante e fondamentale per tutti; soprattutto in questi tempi così difficili, ovvero contro qualsiasi tipo di violenza fisica e psicologica verso qualsiasi essere umano. Ci racconti meglio come è nato il brano e il progetto?”
Sono molto felice e fiera di presentare un brano così significativo a livello personale ed umano. E’ nato come un inno contro la violenza sulle donne, ma “I C.A.R.E.” vuole essere un inno d’amore contro ogni tipo di violenza, che sia mentale o che sia la guerra, di ogni tipo di genere. Sia a livello di scrittura che a livello musicale, ma anche di messaggio, ho voluto dar voce a tutte le persone che si sentono deboli e si nascondono: magari si sentono poco valorizzate e non hanno voce e sono arrivate quasi a normalizzare questo tipo di violenze pensando che sia quasi normale e scontato ricevere questo tipo di atteggiamento.
Il primo problema è la diseducazione e l’ignoranza che abbiamo sia a livello scolastico che in famiglia vengono trattate queste tematiche; la violenza verso il prossimo poi soprattutto è molto lasciata a se stessa e con questo brano volevo sottolineare e dare forza a queste persone, che se conosciuto e capito può essere evitato. Non fa bene a nessuno distruggere il prossimo, siamo esseri umani e la nostra forza arriva proprio dall’unione.
“Il titolo del brano tra l’altro non a caso è puntato, perché rappresenta l’acronimo di un’associazione verso la quale andranno tutti i proventi del brano “I C.A.R.E.”, ce ne parli meglio?”
Ho scelto questo titolo perché il significato universale di “I care” è appunto ‘prendersi cura’, partendo da se stessi per arrivare fino agli altri, considerando tutto il mondo che ci sta accogliendo. Nella versione dell’acronimo per il brano “I C.A.R.E.” vuol dire ‘cura di sé’, ‘autodeterminazione’, ‘rinascita’ e ‘empowerment’; tra tutte questa la parola più importante per me è ‘rinascita’.
E’ legata a questa iniziativa promossa da La Casa Delle Donne per poter dare un aiuto concreto e reale a tutte quelle donne e quelle persone, che da sole non riescono a ‘rinascere’. In beneficenza il mio contributo andrà proprio a questa associazione che creerà un rifugio, una casa dove si potranno sentire nuovamente se stesse e libere di vivere e rinascere. Inoltre è anche l’anagramma di Erica e quindi era veramente destino andasse a finire così.
Essendo stata vittima io in prima persona è stato un regalo molto importante che mi ha dato ancora più forza, riuscire io stessa a diventare madrina di questa iniziativa. Ogni vittima deve trovare la forza in se stessa e negli altri per rinascere ed aiutare anche il prossimo, sempre.
“Il mondo dell’arte, ma soprattutto le discoteche, sono state forse il settore che ha sofferto più di tutti, e ancora adesso, le chiusure forzate, addirittura rivelatesi non scientificamente valide ora dallo stesso CTS. Cosa secondo te non è stato fatto e sarebbe bastato per aiutare il settore? Come vedi la situazione nei prossimi tempi?”
Sono felicissima di questa domanda perché conosco persone che hanno dato la vita e completamente donando la propria vita per permettere alle persone di poter condividere e stare insieme che sia ascoltando musica, ballando e altro. Questa situazione che si è creata in questi due anni è stata poco umana, perché ha portato molta criticità a chi voleva solo trasmettere e dare la possibilità alle persone che volevano permettere agli altri di incontrarsi e farli stare bene.
L’accanimento verso le discoteche non è stato molto corretto. Forse bastava solo sensibilizzare con determinati accorgimenti come mascherine e distanziamento, tutta la situazione che invece si è demonizzata fino all’inverosimile: dubito che siano state le discoteche a portare la pandemia. Non voglio prendere posizione netta, ma colpevolizzare e accanirsi verso le persone che volevano farci vivere bene mi è sembrato ingiusto.
Per recuperare tutte le interviste passate clicca qui. Appuntamento con la Hit Chart Top 20 ogni lunedì in diretta dalle 20 alle 22 su SPREAKER e sul nostro sito ufficiale.