Tra gli ospiti dell’ultima puntata della Hit Chart Top 20, abbiamo avuto il piacere di conoscere Damiano che ci ha presentato il suo singolo “Solo una volta ancora”.
Damiano che ha raccontato del suo progetto musicale dietro “Solo una volta ancora” oltre all’amore per l’arte in generale, le tante passioni musicali e tutti i suoi sogni futuri.
Ecco quello che ci ha raccontato Damiano ai nostri microfoni:
“Siamo in compagnia di Damiano. Il 26 febbraio è uscito il tuo nuovo singolo “Solo una volta ancora”, che racconta un senso di rimpianto di non aver vissuto alcuni momenti. Da cosa è nato questo brano?”
Questo brano è stato ispirato dalle mie esperienze personali, però ognuno può vedere quello che vuole: una storia d’amore finita; come nel videoclip, una possibilità per un manichino di vivere una vita da umano; una storia non vissuta appieno o una da riviverla ancora. Con “Solo una volta ancora” voglio raccontare proprio questo.
“Sarà tra l’altro il primo capitolo di un progetto musicale dedicato a una ragazza dal nome Lisa. Un progetto molto interessante, una sorta di serie tv, legata anche ai videoclip. Come è nata l’idea?”
Stiamo preparando, con questo videoclip, l’arrivo di Lisa. La storia di questa ragazza si scoprirà piano piano e verrà raccontata con le prossime canzoni. La struttura del progetto è di un EP di 6 brani con la tematica ‘della colpa della verità’, ma in particolare in questi tre brani voglio raffigurare la storia di Lisa, nome che mi piace. Forse è una storia che esiste o forse no, ma è molto particolare tanto che è raffigurato tutto da questo manichino.
“Sei quello che in Italia forse manca un po’, ovvero un artista a tutto tondo, avendo iniziato come ballerino e avendo integrato anche il canto e la recitazione. Ma tra le tre arti a quale non riusciresti proprio a rinunciare?”
Se proprio devo scegliere, forse la danza; però non rinuncerei anche al canto, alla recitazione. Non è il fatto di vedere tutto di un colore, è tutto molto sfumato per me, come l’arcobaleno dove non riesci a distinguere tutti i colori nitidamente ma sai che ci sono. L’arte in generale, queste tre discipline, sono per me come un arcobaleno; si fondono e si uniscono insieme.
“Quali sono i tuoi artisti di riferimento? Chi ti ha ispirato ad intraprendere la carriera artistica? Era un tuo sogno fin da bambino?”
Uno in particolare, un king assoluto, Freddie Mercury. Anche se ballavo, mi ricordo che da piccolino non volevo che mi cambiasse la voce perché poi non sarei riuscito più a fare gli acuti come lui. Ero davvero piccolo, 5-6 anni, stonatissimo, ma vedevo Freddie Mercury come idolo. Oggi la mia musica spazia tra due generi simili, ma anche opposti come il pop/rock, passando dal metal, dal punk Foo Fighters, Machine Gun Kelly e Youngblud. In Italia penso ad Achille Lauro, Ultimo, Maneskin, all’estero Stromae, Soul King… spazio un po’, andando a periodi, anche se adesso sono molto legato a Youngblud.
Anche con te, la situazione futura è molto incerta e si naviga a vista. Ma tu hai già dei piani per i prossimi mesi?
Attualmente, non avendo tutto questo studio alle spalle nella parte canora, sto studiando molto canto. Sto cercando di leggere e acculturarmi un po’ che trovo fondamentale comunque. Per quanto riguarda i live, al momento non ne ho ancora fatti e mi piacerebbe farli con le mie canzoni. Ho aperto qualche live di Paolo Meneguzzi e Simone Tommasini in Svizzera. Sarebbe bello poter iniziare, poi cerchiamo di capire se farli online o meno. Li farei anche gratis per farmi conoscere: l’emergente forse può reputarsi fortunato con questa situazione Covid 19 perché si è azzerato un po’ il mercato. I grandi, i Big rimangono tali, gli intermedi e i nuovi sono sullo stesso livello.
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