Santo e Stone sono stati tra gli ospiti dell’ultima puntata della Hit Chart Top 20, nella quale ci hanno presentato il singolo “Caramelle gommose”.
Con Stone di Santo e Stone abbiamo parlato di come è nato il loro ultimo singolo e della loro collaborazione, di come è nata la passione per la musica dei nomi d’arte e di tutti progetti futuri.
Ecco quello che ci ha raccontato Stone di Santo e Stone durante l’intervista:
“Abbiamo il piacere di avere con noi Stone di Santo e Stone per parlarci di “Caramelle gommose”, il vostro nuovo singolo uscito il 7 gennaio, nel quale le caramelle hanno un duplice significato… ce ne volete parlare meglio?”
Il duplice significato deriva da un’ idea che abbiamo avuto io e Santo; più nello specifico Santo perché è stato lui ha scrivere il ritornello. E’ stato lui a voler ricercare questa rappresentazione della caramella gommosa in ambito amorevole. Abbiamo dato i due significati: la caramella dell’amore e la pastiglia della solitudine. Il giusto equilibro.
“Questo è il secondo singolo estratto dal vostro primo album “Cronico”. Come mai questo titolo per questo album e qual è il mood e il messaggio che volevate mandare?”
Nel nostro album si possono trovare molte forme, vari generi di musica, anche a livello di produzioni; è molto vario il mood. E’ certo che in ogni brano si va a riprendere quello che è la cronicità del tempo, quello che sono il ripetersi degli avvenimenti. Già con lo scorso brano “Ci ricado” avevamo rappresentato un po’ questo ricadere sempre nelle stesse cose, negli stessi avvenimenti della vita e in “Cronico” abbiamo messo proprio la rappresentazione dello scorrere del tempo che in realtà non definisce mai un inizio o una fine ben precisa. All’interno di “Caramelle gommose” è stato preso il mood dell’amore, ma perché c’è un ripetersi di emozioni contrastanti. La caramella come amuleto.
“Il progetto Santo e Stone nasce durante il primo lockdown. Come vi siete incontrati e cosa vi ha spinto ad unire le forze?”
Noi ci conosciamo già da tempo e solo all’inizio del lockdown abbiamo deciso di mettere insieme le forze in un momento che era molto difficile per tutti, per iniziare questa avventura. Il percorso che abbiamo intrapreso è molto lungo ma ci siamo completati: all’inizio io ero meno portato per la scrittura avendo fatto solo il produttore, ma dopo il nostro incontro Davide mi ha spinto a scrivere e da lì abbiamo scritto vari brani. Alcuni si possono trovare all’interno dell’album, ma altri li teniamo nel cassetto per una pubblicazione futura.
“Inizialmente i vostri nomi d’arte erano Sanguefreddo e Blow. Come mai avete deciso di cambiarli in Santo e Stone? Da cosa derivano?”
Lui si chiamava Sanguefreddo perché il suo cognome è Sanfratello e c’era questo bel gioco di parole. Io Blow perché era il mio film preferito. All’epoca io facevo musica elettronica, facevo serate e suonavo la console mentre lui aveva un altro imprinting in testa a livello musicale e artistico. Abbiamo intrapreso le nuove strade e abbiamo deciso appunto di cambiare un po’ anche quello che era il nome d’arte. Il nome d’arte è molto importante per un artista e ha bisogno di sentirlo suo. Abbiamo portato i nomi d’arte a un nuovo livello artistico.
“Tra dieci anni come vi vedete? A fare ancora musica insieme con Santo e Stone o come produttori anche di progetti singoli? Qual è il vostro sogno nel cassetto?”
Abbiamo iniziato insieme e fino ad adesso abbiamo segnato la nostra carriera così e credo che ci saranno altre opportunità. Ancora non abbiamo pensato a lavori da singoli perché gli altri lavori che usciranno sono quelli in cui ancora collaboriamo insieme. Sicuramente abbiamo anche la necessità, sia io che lui, di affacciarci al mondo della musica anche da soli per vedere i risultati; per capire che in realtà c’è solo all’inizio la spinta e il coraggio che si prende in due, dopo di che uno può prendersi le sue vittorie personali e condividerle insieme: le mie con lui e viceversa.
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