Questa sera andrà in onda la penultima puntata di Ama Sanremo, che ha visto nella sua prima puntata anche la partecipazione di Gavio con “La mia generazione”.
Purtroppo per Gavio, l’avventura per Sanremo 2021, è già finita, ma abbiamo avuto il piacere di chiacchierare con lui durante la nostra ultima puntata perché il brano ci aveva molto colpito e come sempre vogliamo supportare la buona musica italiana.
Abbiamo parlato non solo del brano scelto per Sanremo Giovani ma anche di tutti i suoi precedenti successi ed un focus sulla vittoria importante a Musicultura, vinta nel 2016.
Ecco quello che ci ha raccontato:
“Eccoci in compagnia di Gavio. Tu sei stato uno dei primi 20 ad esibirti per Ama Sanremo, il nuovo progetto musicale per Sanremo Giovani, ma purtroppo non è andata. Che esperienza è stata fino alla diretta con Amadeus e giuria?”
E’ stata una sensazione bellissima; già dalle audizioni si respirava un’aria molto bella che regala indubbiamente quel palco (ndr. Sanremo). L’ansia della diretta poi è davvero molto strana da vivere in certi momenti e situazioni: solitamente sono abituato ad essere sempre con il mio produttore anche quando mi esibisco, e ritrovarmi lì, da solo, mi ha fatto davvero molto strano. Non è stato male alla fine essere il primo degli ultimi (ride).
Sono contento alla fine perché il brano è comunque arrivato; sta girando su Spotify in tante classifiche e sono molto contento per questo. Alla fine credo di aver fatto e dato il massimo; poi il giudizio dei giudici non lo metto in dubbio anche se forse sono stati un po’ cattivi… (sorride)
“A proposito di giudici, secondo me c’è stato a mio avviso un attacco molto forte alla tua persona, più che alla canzone che può piacere o non può piacere, a mio avviso ingiustificato. Cosa secondo te non è stato capito dalla giuria?”
E’ stata la mia prima esibizione in assoluto senza la chitarra; non ho mai suonato senza, però avevo deciso a provare a starne senza, sia perché questo arrangiamento più elettronico non la vede molto presente e sia perché volevo essere libero di lanciare un messaggio anche con il mio corpo. Racconta un grido generazionale ed avevo voglio di puntare il dito non contro i giudici, ma verso un qualcuno che viene prima di noi, l’altra generazione, che, a mio avviso, ci ha dato poco spazio. Questa è stata definita presunzione ed un po’ mi dispiace perché non era assolutamente quello il messaggio. Sono convinto che non abbiano capito il mio modo di “gridare” una sofferenza.
“Il brano che portavi in gara “La mia generazione” racconta l’insofferenza e la speranza dei giovani, come te, di oggi. Com’è nato il brano e cosa ti aveva spinto a portarlo a Sanremo?”
E’ un brano che è nato dalla prima frase: suonicchiavo questo riff con la chitarra in quanto io scrivo prima la musica e poi le parole, rischiando di andarmi ad incastrare spesso in difficili combinazioni, ma che è una sfida che mi piace affrontare. Questa volta è nato dalla frase “Con le guerre senza le armi” che era una frase che per diversi giorni mi è girata in testa e che mi diceva che dovesse raccontare di una generazione, non so bene perché. Poi sono passato al ritornello, senza nemmeno scrivere la strofa che poi ho costruito intorno a quelle che potevano essere le voci e i pensieri che avevo in quel momento.
“Ti definisci “un cantautore che non si sente italiano, ma che purtroppo o per fortuna lo è”. Ti va di spiegarcelo meglio? E da cosa deriva il nome Gavio?”
Il concetto della bio lo ha forse già spiegato bene Gaber, dalla quale ho preso in prestito la frase da “Io non mi sento italiano”, brano che ho suonato tantissime volte. E’ un testo nel quale mi ci rivedo molto e Gaber inoltre è uno dei miei autori preferiti, immedesimandomi nel suo sentirsi italiano. Una sorta di devozione per il grande artista che mi ha spesso sollevato l’animo in situazioni non facili.
Per quanto riguarda il mio nome, Gavio, nasce dalle mie origini: io sono di Benevento, nella zona del Sannio, Caudina, dove i Sanniti hanno combattuto contro i Romani, vincendoli. I Sanniti erano molto particolari, attaccavano dalle colline e i Romani quindi rimasero spiazzati perdendo la battaglia. Gavio, stratega sannita, decise poi di non uccidere i superstiti ma di umiliarli pubblicamente, con le famose Forche Caudine, facendoli tornare a Roma completamente nudi. Mi piaceva immedesimarmi in lui essendo un guerriero forte e della mia terra.
“Hai anche partecipato e vinto nel 2016 Musicultura con un brano contro la violenza sulle donne. Che ricordo hai di quell’esperienza?”
E’ stata veramente, veramente la più bella. E’ stata la prima esperienza importante della mia carriera perché prima di Musicultura non avevo mai provato nessun concorso in vita mia. Ci avevo già provato nel 2015 senza successo, ma a gennaio del 2016 mi arrivò la chiamata sia per Musicultura che per The Voice of Italy. A febbraio quindi sostenni i provini per Musicultura mentre registravo The Voice a Milano, vivendo l’ambiente televisivo e quelle di un concorso musicale italiano importante che rispecchia appieno un giudizio neutrale e sincero nei confronti degli artisti e la nuova canzone d’autore.
Fortunatamente l’esperienza con The Voice finì presto, perché non mi sentivo molto a mio agio in quella situazione dovendo cantare in inglese, facendo cose che non volevo fare, nonostante sia stata un’esperienza che ricordo con molto affetto perché la produzione ed Emis Killa mi sono stati molto vicini. Mi sentivo un po’ una pedina che doveva riempire dei buchi, ma non faceva per me, cantando come se fossimo al karaoke.
A Musicultura invece suonavo i miei brani, poi una volta passata la prima selezione, ho iniziato a sperarci un po’ arrivando in finale. Prima di cantare mi ricordo che presentai i miei compagni di classe dicendo che era tantissimo per noi essere arrivati fino a qua. Poi con la vittoria mi sono sentito davvero un cantautore che avrebbe potuto fare questo lavoro anche da grande.
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