Il Primo Maggio 2021 è tornato ad essere, anche se solo in parte, un concertone. Anche se ancora ben lontano dalle folle oceaniche che riempivano ogni anno la piazza di San Giovanni a Roma, questo Primo Maggio 2021 ha provato a riaccendere realmente i motori, rispetto all’edizione scarna e isolatissima del 2020.
L’anno scorso eravamo in piena pandemia e il famoso concertone si è tenuto all’interno dell’Auditorium Parco Della Musica, con performance registrate a debita distanza, e un’Ambra Angiolini, da sola alla conduzione in uno studio tv, senza nessun’altro che tecnici e operatori per la diretta tv.
Ma questo Primo Maggio 2021 è tornato a fare respirare un po’ di live sia per un numero esiguo di persone selezionate tra giornalisti e sponsor, che sono tornati ad essere pubblico dopo tanti mesi, che agli artisti che si sono esibiti dal vivo sul palco ricreato nella Cavea dell’Auditorium Parco Della Musica.
Debitamente mascherati e distanziati in loco abbiamo assistito a quella che speriamo sia davvero la ripartenza del settore del live in generale, tra concerti, spettacoli teatrali ed eventi, che da oltre 420 giorni, a cui vanno sommati quelli da fine febbraio 2020, sono bloccati nello svolgimento della loro funzione.
Dalle 16:30 fino ad oltre la mezzanotte, sono saliti diversi artisti della scena musicale italiana e internazionale, dei più svariati generi musicali e fasce d’età, proprio per sottolineare ancora di più che la forza sta nell’unione di tutte le parti e quindi anche di tutte le sfaccettature dei generi musicali. E’ stato forse il Primo Maggio 2021 più pop di sempre (o forse è Sanremo che si è molto ‘indiecizzato’) con la presenza sullo stesso palco di Michele Bravi con i Tre Allegri Ragazzi Morti, di Madame con Fedez e Francesca Michielin, di Antonello Venditti con Il Tre e Mara Sattei, da Noel Gallagher a LP fino a La Rappresentante di Lista e i Coma_Cose.
Una setlist incredibile che avrebbe fatto gola a migliaia e migliaia di persone che avrebbero accalcato come sempre la piazza romana per antonomasia del Concertone del Primo Maggio, e che ancora per il secondo anno consecutivo, sono state costrette a godersi l’evento rinchiuse in casa. Ma si sa che il Concertone da sempre non è solo nove ore di musica e passa, ma anche veicolo importante di messaggi politici e di sensibilizzazione.
Sicuramente a farla da padrone sono stati i messaggi riguardo la situazione del lavoro, che come sempre, in ogni settore, ma specialmente in quello artistico, ha subito davvero gravi conseguenze dalla pandemia e che ha bisogno di aiuti concreti e reali per poter partire senza scomparire del tutto: così Ambra, Stefano Fresi e Lillo hanno portato sul palco tre bauli per sottolineare la battaglia dei “Bauli in piazza”; Alex Britti, Francesco Renga, Max Gazzé, Noemi hanno ringraziato per la possibilità di poter suonare dal vivo, ringraziando in primis anche chi li accompagnava sul palco; e Fedez, che inevitabilmente con il suo discorso ha fatto esplodere la cosiddetta ‘bomba’.
Un messaggio, quello del rapper milanese, non solo rivolto allo stato e il Presidente del Consiglio Mario Draghi per sostenere il comparto artistico, tanto quanto quello calcistico; ma anche a favore del Decreto di Legge Zan, sostenuto sul palco del Primo Maggio anche da Chadia Rodriguez, Federica Carta e Michele Bravi. Ma la vera querelle che si sta alzando, che rischia di fatto di spostare l’attenzione sul vero motivo del discorso preciso e giustificato di Fedez, è quella della possibile ‘censura’ che da parte di Rai3 si stava verificando nei confronti dell’artista sul suo discorso.
Una questione che di certo non si esaurirà in breve termine e che punta l’attenzione su un altro tema fondamentale e importante in questo paese: un artista che sale su un palco, ma qualsiasi persona fisica, è realmente libera di dire ciò che pensa, senza offendere nessuno ma esprimendo la sua opinione e prendendosi la responsabilità delle conseguenze di tutto ciò che dice?
Da quello che ricordo, non mi sembra di aver assistito ad un Concerto del Primo Maggio, senza un messaggio politico ben preciso e definito, da parte dei vari artisti che lo hanno calcato, perfettamente o in parte allineato con il tema di ogni anno; quindi che il palco del Primo Maggio 2021 non fosse il ‘contesto’ adatto stride non poco.
Sarà davvero una ripartenza per il settore musicale e dei live? Lo diciamo davvero da troppi giorni, da tanti mesi, ed ogni volta queste belle parole e iniziative sembrano poi trasformarsi in un sonoro tonfo nell’acqua, a causa anche di una politica per niente o poco interessata (o peggio anche per niente informata seppure seduta nei luoghi deputati) ad un settore che al suo interno fa lavorare più di 500.000 famiglie in Italia e che porta comunque un indotto economico correlato incredibile e troppo spesso poco analizzato.
“Del doman non v’è certezza” commentava qualcuno, ma c’è bisogno di azioni concrete, serie e reali per superare questo momento e tornare a lavoro, qualunque esso sia dignitoso e rispettoso. Buon Primo Maggio a tutti, a chi un lavoro ce l’ha ancora, a chi purtroppo non può più esercitare e a chi ha tutta la voglia di tornare “a nobilitare se stesso”.