inarte.teo: “Paranoia” è nata in maniera spontanea e istintiva. Deve essere così e così sarà.

inarte.teo

Il giovanissimo inarte.teo è stato ospite dell’ultima puntata della Hit Chart Top 20 nella quale ci ha raccontato del suo nuovo brano “Paranoia”.

Oltre a “Paranoia”, con inarte.teo abbiamo scoperto quale sia la sua paranoia più grande, ma anche la grande passione per la musica, le sue influenze musicali e tutti i progetti futuri.

inarte.teo
Ecco la cover ufficale del nuovo singolo di inarte.teo “Paranoia”

Ecco quello che ci ha raccontato inarte.teo:

“Siamo in compagnia di inarte.teo che il 26 marzo ha pubblicato il singolo “Paranoia” che racconta un periodo passato tra difficoltà e incertezze, che tutti quanti attraversiamo, anche più volta nella vita. Com’è nata l’idea di metterlo in musica?”

In realtà è stata una cosa che è nata in maniera molto spontanea. Sentivo di farlo e mi sono detto: “ho la base, inviata dal mio produttore e adesso provo a scriverci qualcosa”. E’ uscito tutto più o meno di getto; c’è stato poco da pensare, è stato tutto molto d’istinto: deve essere così e così sarà. All’inizio il brano era un provino per un featuring.

Oltre a questo ne avevo preparati altri e “Paranoia” è stato quello che io e l’altro ragazzo abbiamo scartato perché tutti e due non ci sentivamo a nostro agio; era una cosa nuova anche per me. Poi in studio l’abbiamo ripresa quasi per caso: avevo il classico blocco in cui non riuscivo a cantare e a scrivere e, ascoltando i vecchi provini, questa canzone era quella che ci piaceva di più e ci abbiamo lavorato su.

“Qual è quindi la tua “paranoia” più grande? Sei riuscito a combatterla definitivamente o la porti ancora con te?”

E’ una cosa che mi porto sempre dietro e mi accompagna in ogni situazione. Difficilmente sconfiggerò la paranoia, ma sto trovando dei modi per raggirarla e sfruttarla a mio vantaggio.

“Ad undici anni hai iniziato a suonare la chitarra per poi a 16 anni iniziare a prendere anche lezioni di canto. Quali sono quindi i tuoi artisti di riferimento? Cosa rappresenta per te la musica?”

Io vivo di musica e la studio: sono uno studente al Saint Louis e faccio il tecnico del suono. Non riesco a fare nient’altro nella vita. Ho avuto varie fasi: nella prima fase dal 2012 fino al 2016, mi piaceva molto il metal core e il gruppo a cui ho fatto riferimento è stato quello degli Alaska. Riuscivano a fondere il genere nudo e crudo come piace a me, con sonorità molto ambient, giocando molto con i sintetizzatori. Sono stati un grande punto di riferimento per me e da lì mi si è aperto un mondo. 

“I tuoi primi singoli sono stati “Frammenti” e “Nostalgia”, tutti con titoli molto forti per un ragazzo della tua età. Cosa vorresti dire a chi vuole affrontare il mondo della musica come lo stai facendo tu? Che consiglio gli daresti?”

Il mio consiglio è affrontare questo mondo con leggerezza e spensieratezza. Io non me la sono mai vissuta bene sotto questo profilo, però da poco sono cambiato radicalmente e ho capito il motivo per cui faccio musica. Per sfogarmi, liberarmi, senza pensare troppo a come uscirà un giorno la canzone, il singolo o così via. L’emozione è implicita e spontanea per me. Sempre. 

“Per il futuro, ahimè così incerto ancora, come lo stai affrontando a livello musicale? Stai già lavorando ad un album vero e proprio? Quanto dovremmo aspettare?”

Io sono uscito con il mio primo brano “Frammenti” in quarantena perché ci stavo lavorando già da un po’ con il mio produttore. Non mi sono fatto troppi progetti, in realtà, perché il periodo era particolare. “Paranoia” come “Nostalgia” fa parte di un EP. L’idea dell’EP è nata in quarantena su ZOOM con il mio “maestro”, lavorando in remoto così, nel momento in cui la situazione si placherà un po’, avrò i singoli da far uscire. Posso dirvi che è tutto pronto. 

Per recuperare tutte le interviste passate clicca qui. Appuntamento con la Hit Chart Top 20 ogni lunedì in diretta dalle 20 alle 22 su SPREAKER e sul nostro sito ufficiale.

Lascia un commento