Ermal Meta: “L’Ariston era l’unico palco dove poter suonare dal vivo. Non ero tornato per vincere.”

Ermal Meta

Dopo una settimana saldo al primo posto della classifica delle prime quattro serate, compresa quella delle cover, Ermal Meta si è dovuto accontentare di un dignitoso terzo posto con la sua “Un milione di cose da dirti”.

Un brano, quello portato quest’anno da Ermal Meta, senza grandi effetti speciali, come lui ha stesso ha dichiarato, ma che ha colpito subito il pubblico facendolo arrivare molto alto nella classifica finale di Sanremo 2021.

Ermal Meta
La cover ufficiale di “Un milione di cose da dirti” di Ermal Meta, terzo classificato a Sanremo 2021

La romantica ballad “Un milione di cose da dirti” sarà contenuta nel nuovo album del cantautore dal titolo “Tribù urbana”, che uscirà a tre anni di distanza dall’ultimo lavoro discografico, il prossimo 12 marzo, e che conterrà anche il primissimo singolo “No satisfaction”, uscito a gennaio.

E’ indubbio che Ermal Meta sia un hit maker, specialmente a Sanremo, perché su tre partecipazioni tra i Big, senza contare anche il secondo posto tra le Nuove Proposte nel 2015, è riuscito sempre ad arrivare sul podio con due terzi posti con “Vietato morire” e “Un milione di cose da dirti”, e un primo posto con Fabrizio Moro con “Non mi avete fatto niente” nel 2018. “Può sembrare che uno torni a Sanremo, dopo averlo vinto, per voglia di vincere ancora.” – ha detto Ermal Meta“Ma ci sono tornato, invece, perché al momento l’Ariston è l’unico palco dove poter suonare dal vivo, facendo ascoltare una mia canzone.”

Un album, quello in uscita, scritto con la grande voglia di portarlo in giro e suonarlo dal vivo: “Questa volta però mi sono messo dalla parte di chi sta in platea, facendo finta di essere il pubblico che va ad un concerto. Chi va ai live, ci va soprattutto anche per cantare le canzone e per questo la tracklist di Tribù urbana è stata fatta per poter essere cantata a squarciagola.” ha raccontato Ermal.

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La cover ufficiale del nuovo album di Ermal Meta “Tribù urbana” che uscirà il 12 marzo e conterrà “No Satisfaction” e “Un milione di cose da dirti”, terzo classificato a Sanremo 2021

Il disco ha una parte più classica, più legata al cantautorato italiano, come il brano portato a Sanremo 2021 “Un milione di cose da dirti”, ma con la presenza anche di brani differenti, uptempo, più rock, senza rimanere all’interno di un unico genere. “Il Covid ha cambiato il volto del nostro mondo e ne usciremo diversi, nonostante la capacità dell’essere umano di dimenticare ciò che fa male” – ha aggiunto Ermal Meta “In questo periodo ho avuto tempo di concentrarmi su ciò che ho scritto e da un po’ di tempo a questa parte ho capito anche l’importanza dell’estetica di una canzone, grazie al suo videoclip, che sto curando sempre di più in questi ultimi anni.”

Sul palco di Sanremo, quest’anno, Ermal Meta ha deciso di non lanciare messaggi importanti ma con l’intento semplice di cantare bene e di emozionare chi ha ascoltato il brano. “Non ero mai andato a Sanremo con una ballad ed ho pensato che fosse il momento giusto per farlo. Il titolo per l’album ‘Tribù umana” è venuto in mente dopo aver ascoltato tutte le tracce. L’uomo vuole stare sempre insieme, unito, in tribù. La tribù diventa il fil rouge che unisce le persone.”

Nella serata delle cover, Ermal Meta ha deciso di omaggiare con la sua voce impeccabile, Lucio Dalla con il brano “Caruso”, accompagnato dalla Napoli Mandolin Orchestra, nonostante tutti gli avessero sconsigliato di farlo: “Sono fatto così. Vado contro anche un consiglio saggio, perché mi piace misurarmi e provare anche cose molto complicate per me, mettendo dei guanti di velluto e toccare qualcosa di intoccabile. Si è accorta la mia fidanzata che avrei cantato il 4 marzo, anniversario di Lucio Dalla, una sua canzone, ma alla fine tecnicamente ho cantato il 5 marzo, quindi respingo al mittente le critiche sull’essere ‘paraculo’ in questa situazione.”

“Il brano per Sanremo 2021 è nato tre anni fa. Era da poco iniziato la mia carriera da solista e avevo un blocco emotivo interiore. L’unica cosa che potevo fare era scrivere una canzone per potermene liberare” ha detto Ermal Meta.
Ph. Emilio Tini

“Un milione di cose da dirti” è nata tre anni fa, mentre Ermal Meta stava attraversando un periodo particolare: “Era da poco iniziato la mia carriera da solista e avevo un blocco emotivo interiore. L’unica cosa che potevo fare era scrivere una canzone per potermene liberare. Mi sono messo in gioco parlando con qualcuno che non c’era e forse per questo ho parlato in maniera aperta, scrivendo la canzone in 10 minuti, ‘vomitandola’ in maniera istantanea. Era un momento di forte solitudine.”

Questo dovuto anche al fatto che per diverso tempo Ermal si è sentito invisibile: “Da autore scrivevo tantissimo per gli altri e mi faceva strano vedere le interviste dei miei colleghi che raccontavano di come era nata quella canzone quando l’avevo scritta io. Mi faceva soffrire perché loro non sapevano come fossero nate realmente e per questo mi sono detto voglio cantare le mie canzoni. Mi faceva strano che non fossi io a raccontarla, ma non è un attacco ai colleghi, alle domande dei giornalisti giustamente loro rispondevano.”

Nel disco è presente anche un brano “Gli invisibili”, che nasce dopo un viaggio negli Stati Uniti dove Ermal Meta ha fotografato diversi homeless incontrati per strada. “Nasce dall’incontro con uno di loro che mi ha raccontato la sua vita, proprio il giorno del suo compleanno. Ho pensato che fosse una bella storia e che nessuno l’avrebbe saputa se non fosse stata raccontata. Da invisibili possono diventare dei supereroi.” Un’altra traccia presente nell’album è “Stelle cadenti” che invece porta alla luce il punto di vista di un ubriaco, che per questo tende ad essere più estiva, essendo un racconto meno oggettivo.

Un Festival di Sanremo eccezionale, che sarà ricordato per sempre da tutti, compresi i cantanti in gara, e che speriamo possa essere il vero rilancio anche del settore della musica dal vivo, da troppo tempo fermo. “E’ stato importante fare questo Festival di Sanremo per dare un segnale di ripartenza, che speriamo possa avvenire quanto prima per tutto il settore e per il pubblico che lo aspetta da molto. Un piccolo gesto per tutti i Lavoratori dello Spettacolo, con la speranza di tornare tutti a cantare quanto prima da sotto palco.”

 

Matteo Magazzù

Speaker e attore romano, ama la musica, il teatro, l'arte, il cinema, la televisione.

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