Lena A: “Non sono Roma” è la consapevolezza di quanto siamo testardi, umani e poco propensi a lasciar andare le cose

Lena A

Ospite della puntata della Hit Chart Top 20 è stata anche la giovane Lena A, che ci ha presentato il suo singolo “Non sono Roma”.

Lena A, ci ha raccontato di come sia nato il singolo dedicato alla sua città di origine, del suo progetto sul nuovo album, dell’importanza delle collaborazioni e di tutti i suoi progetti futuri.

Lena A
Ecco la cover dell’album di debutto di Lena A “Nuove stanze” che contiene anche il singolo “Non sono Roma”

Ecco quello che ci ha raccontato Lena A:

“Diamo il benvenuto a Lena A, la nostra prima ospite di oggi. “Non sono Roma” è il tuo ultimo singolo uscito il 23 aprile ed è contenuto nel tuo album di debutto “Nuove stanze” uscito il 7 maggio. Ti va di raccontarci come è nato il brano e il progetto dell’album?”

Il singolo, in realtà, nasce in maniera molto particolare perché il testo l’avevo scritto nel 2012. Io sono del 1996 quindi avevo 14,15 anni quando l’ho scritto e non ricordo assolutamente il motivo per cui l’avessi scritto. Una sera d’ottobre del 2019, tornando a casa, stavo canticchiando, mi è ritornato in mente e pensavo fosse il brano di qualcun altro. Solo dopo mi sono resa conto che era mio. Ne ho compreso la potenzialità del ritornello che ho lasciato intatto, mentre ho messo mano alle strofe, mettendoci un po’ del mio vissuto.

Dopo sette anni di vita le cose un po’ cambiano: era un brano in cui non credevo moltissimo, ero molto insicura e in quel periodo ho conosciuto Giovanni Carnazza, il mio attuale produttore. Con lui abbiamo iniziato a lavorarci su ed è stato il brano che ci ha portato alla costruzione e all’uscita dell’album.

“Tu dici: “Siamo testardi, umani e non sappiamo lasciar andare via ciò che è destinato a spegnersi”. Ma quanto è davvero testarda Alessandra e, soprattutto, cosa è che non sopporti nei rapporti in generale che ti fa decidere di allontanarti, andare via e lasciare andare?”

Sono molto testarda e determinata. Non lo reputo sempre una qualità; delle volte diventa anche un difetto come dico anche all’interno del brano. Delle volte, pur di mantenere qualcosa in piedi per testardaggine e determinazione, si finisce poi per non vivere le altre strade, magari percorribili, che potrebbero essere estremamente più belle e portare il doppio della felicità. Non sopporto la mancanza di rispetto: nel momento in cui viene meno un rispetto reciproco, viene a mancare un tassello importante in qualsiasi tipologia di rapporto umano. Si viene a perdere forse il senso dei rapporti. Il rispetto deve essere alla base del rapporto prima di altre cose: è fondamentale.

“Il brano è prodotto da Giovanni Carnazza, collaborazione che va avanti da tempo. Quale è la cosa che ti piace di più del suo lavoro?”

Quello che mi colpisce maggiormente è il fatto che abbia tenuto al progetto tanto quanto ci tengo io. Una cura nel progetto molto forte, evidente. E’ stato proprio alla base del lavoro che abbiamo fatto insieme: lui ha trattato i pezzi come se fossero i suoi e questo a mio avviso cambia tutto. Diventa tutto una questione di stima, tempo impiegato che frutta, momento dopo momento. Cercavo una persona che non solo potesse comprendere i brani, ma proprio potesse metterci una mano proprio come se ce la stessi mettendo io.

Un produttore che avesse una visione molto più grande. Mi ha lanciato anche un grande guanto di sfida ovvero la possibilità di coniugare il mio mondo, quello dell’acustico classico e jazz, con il suo mondo completamente differente fatto di synth, elettronica, beat. L’esperimento mi ha dato la voglia di tentare questa nuova strada. Sono estremamente convinta e contenta del lavoro che è stato fatto.

“Questo brano e l’intero album, sanciscono una nuova te: l’anima di una cantautrice giovane (classe 1996) timida e piena di emozioni, con un’anima elettronica e notturna. Ma cosa ti aspetti dal futuro, ahimè così incerto, nel tuo ambito artistico? Stai progettando qualche live?”

Nonostante sia molto molto incerto, già abbiamo avuto la fortuna di poter suonare una release dell’album, anche se in streaming, a Monza, e spero quest’estate di riuscire ad allestire un piccolo tour per proporre questo disco. Io credo fortemente nei live. Ho suonato in qualsiasi posto e per me è necessario. La musica va ascoltata dal vivo perché, delle volte, la performance fa cambiare delle cose e la completezza e l’essenza di un lavoro discografico arriva quando verrà portato live. E’ iniziato questo viaggio solo al 10%; manca ancora tanto.

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