Jacopo Ratini: “Accettare le proprie insicurezze è una crescita personale e imparare a riconoscere anche le proprie fragilità aiuta a vivere meglio.”

Jacopo Ratini

Nella nostra ultima puntata abbiamo ritrovato Jacopo Ratini, un caro amico della Hit Chart Top 20, che è tornato a trovarci per parlare del suo nuovo singolo “Non sono più io”.

Ecco quello che ci ha raccontato Jacopo Ratini dagli ultimi anni vissuti in musica al rapporto con gli allievi della sua Accademia, oltre a parlarci del nuovo singolo e della novità degli ultimi anni di Sanremo, ricordando il suo debutto a Sanremo 2010 tra i giovani.

Jacopo Ratini
Ecco la copertina ufficiale del nuovo singolo di Jacopo Ratini “Non sono più io”.

Ecco quello che ci ha raccontato Jacopo Ratini durante l’intervista:

“Torna a trovarci Jacopo Ratini per presentarci il suo nuovo singolo “Non sono più io”, uscito il 13 gennaio che sancisce il tuo ritorno in musica dopo tre anni. E’ un esame di coscienza per accettare la propria insicurezza. Ci racconti meglio come è nato questo brano?”  

 Il ritorno non è mai scontato: in un periodo storico in cui escono quasi mille singoli al mese in Italia, ci vuole coraggio a pubblicare musica e a farsi ascoltare, quindi prima di tutto grazie per avermi nuovamente invitato. “Non sono più io” è nato durante il primo lockdown, nato durante la pandemia, ma non dedicato alla stessa; è un omaggio alla nostra vulnerabilità umana. Costantemente ci dicono che dobbiamo essere sempre up, felici e contenti ma io mi sono detto che la solitudine malinconica, che vivo anche quando creo, è importante.

Accettare le proprie insicurezze è una crescita personale e imparare a riconoscere anche le proprie fragilità aiuta a vivere meglio. Può sembrare una canzone triste, ma sul finale c’è una speranza per tutti. In una società distratta molto dall’inutilità e dal trash, soprattutto su giornali, che erano il gota del giornalismo, è importante affrontare anche questi temi, magari anche con la cassa in quattro per fare arrivare il messaggio. “Non sono più io” va bene sia per chi vuole ballare che per chi vuole riflettere.

“Tre anni dal tuo ultimo lavoro. In mezzo c’è stata anche una maledetta pandemia, la guerra ora… Quanto sei cambiato personalmente e musicalmente dopo questi anni?”

Sicuramente sono cambiato, come penso tutti quanti noi. Oggi come oggi se tu vuoi fare musica sembra impossibile non produrre qualcosa che strizzi l’occhio alle playlist editoriali e di podcast; io invece me ne sono sbattuto ed ho deciso di produrre qualcosa che piacesse in primis a me, così come tutti i prossimi singoli che usciranno in quest’anno. Sono pazzo? Forse, ma ho scritto solo quello che mi pareva e che volevo, continuando ad essere indipendente come ho fatto per tutta una vita, tranne per la parentesi con la Universal.

Sono molto contento del bel rumore, citando un vincitore di qualche Sanremo fa, intorno a questo brano ed è la cosa che mi ha fatto più piacere, perché dopo tanti anni non è scontato che la gente ancora si possa interessare ad un artista se non lo vede spesso sui social, lo sente in radio o ne legge sui webzine.

“Siamo alla vigilia di Sanremo. Nel lontano 2010, partecipasti tra i giovani. Se ci fosse stata la gara unica ai tuoi tempi, l’avresti fatto comunque Sanremo?”

Come no? Anzi sarebbe stato un premio per noi giovani o per quelli che sarebbero riusciti ad esserci. Quest’anno per esempio sei giovani che si sfidano per 5 serate con i Big è un traguardo importante. Dico una provocazione: Tananai, l’anno scorso, l’hanno distrutto tutti, ma nella penultima/ultima sera è diventato il fenomeno che è diventato, al netto di chi c’è dietro e del progetto costruito su di lui.

Se avesse fatto un solo passaggio per la gara dei giovani o avesse vinto Area Sanremo tutto si sarebbe risolto in un nulla di fatto secondo me. E’ penalizzante avere un Sanremo Giovani a Dicembre che, diciamoci la verità, non si può sentire; dovrebbe essere sempre a Febbraio, ma la fortuna di quei sei che sono passati hanno un’enorme riscontro mediatico mischiato con gli altri superbig.

“Dal 2019 hai creato l’Accademia di Songwriting, la tua accademia online per scrittura creativa in ambito musicale. Come ti trovi nelle vesti di insegnante?”

La cosa bella di fare il formatore, in proprio dal 2019, essendo io laureato in psicologia del lavoro e dell’organizzazione, è quella di formare le persone, come coaching, ed è una cosa che ho sempre fatto anche prima di fare il cantautore. Ogni giorno sono a contatto con nuove realtà che mi tengono allenato con le novità musicali e mi mantengono giovane. Da quando ho cambiato il focus, non più solo su di me ma anche sugli altri, questo ti arricchisce la vita e capita così di avere in questa vostra puntata anche un mio allievo, Rayo, ospite insieme a me, con il singolo che ho visto e sentito nascere.

Per recuperare tutte le interviste passate clicca qui. Appuntamento con la Hit Chart Top 20 ogni lunedì in diretta dalle 20 alle 22 su SPREAKER e sul nostro sito ufficiale.

Matteo Magazzù

Speaker e attore romano, ama la musica, il teatro, l'arte, il cinema, la televisione.

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