Nella nostra ultima puntata settimanale della Hit Chart Top 20 è stato nostro ospite Uva che ci ha presentato “Supermario”, il suo ultimo singolo.
Con Uva abbiamo parlato dell’ispirazione legato a questo brano, di come è nata la sua passione per la musica, da cosa derivi il suo nome d’arte e del mancato accordo tra SIAE e META per la musica sui social, oltre ai prossimi appuntamenti.
Ecco quello che ci ha raccontato Uva durante l’intervista:
“Diamo il benvenuto a Uva, qui per presentarci “Supermario”, il nuovo singolo uscito il 10 marzo. Già dal titolo si capisce l’ispirazione di questo brano, ma com’è nata questa canzone?”
Le canzoni nascono, per quanto mi riguarda, come forma di allontanamento da me e dalla mia testa di un pensiero. Quando non riesco più a tenere un pensiero nella mia testa, preferisco metterlo nero su bianco e poi andarlo a rileggere lì. Quello che mi spinge poi a scrivere il brano è quasi sempre poi un’altra cosa: per “Supermario” mi sentivo un po’ come nei documentari di animali un erbivoro mentre mangia l’erba alza la testa e il commento dice “sta pensando ai suoi cuccioli”.
Come fai a saperlo mi sono sempre chiesto? Come puoi dire esattamente quello che sta pensando quell’animale? A fine lockdown tutti giudicavano le mie scelte, senza sapere il reale motivo ed è stato un periodo molto scosso della mia vita dove avevo bisogno di esternare questo disagio di essere costantemente sotto giudizio.
“Supermario” è perché mi sono trovato in questa situazione da videogioco, in cui la vita viene vista solo in due dimensioni, senza sapere realmente cosa accade e perché quella persona realmente fa quelle determinate scelte. Poi mi sono molto divertito perché appena postato il brano è uscito l’annuncio del film su Super Mario e io, taggato ovunque, pensavo si fossero accorti di me e della mia musica, invece era il trend promozionale per il film (ride)…
“La tua passione per la musica nasce da una chitarra regalata dal nonno per insegnarti le canzoni di Lucio Battisti. Ma se non fossi nato in quest’epoca, in quale, musicalmente parlando, saresti voluto nascere e ti trovi più affino?”
L’epoca alla quale mi sento più affine è sicuramente una del passato da Lucio Battisti a Pino Daniele che era una musica che aveva davvero tanto da comunicare. Mi dispiace pensare che oggi le canzoni non si possano scrivere con questo intento, ma che l’impronta della musica ai giorni nostri sia tutt’altro. Un tempo andavi, compravi il tuo vinile, consumandolo completamente, in attesa che uscisse dopo mesi un altro album; oggi è un po’ tutto troppo ‘usa e getta’. Vorrei dare la possibilità ad ogni brano che comporrà l’album, il suo spazio e il suo tempo; per questo ogni singolo avrà due/tre mesi di distanza con il successivo.
“Non potevamo farti questa domanda: da cosa deriva il tuo nome d’arte? Con chi ti piacerebbe duettare in futuro?”
Il mio nome d’arte deriva dal fatto che come i raggi del sole arrivano ovunque, così anche la mia musica avrebbe potuto raggiungere tutti attraverso i raggi UVA. In più mio padre era rappresentante di vini e liquori, oltre al fatto che è realmente il mio cognome, quindi non poteva che essere così (ride)… Tutti mi chiamavano Uva fin da piccolo che nemmeno mi ricordo di chiamarmi Roberto, compresa la mia ragazza (sorride)…
Ammetto che ogni volta che me l’hanno fatta, ho detto qualche nome e puntualmente dopo accadeva che non stesse molto bene, quindi non vorrei portare sfiga a nessuno, (sorride)… Vado magari su una fascia d’età più giovane così stiamo più tranquilli… A parte gli scherzi sono fan di quel momento più che di un artista in generale e quindi ascolto di tutto. Sicuramente Cesare Cremonini sarebbe una bellissima emozione, ma difficilmente credo che collabori con altri per la scrittura, ma mai dire mai!
“Qual è la tua opinione riguardo la questione SIAE vs Meta e i social? Ad una settimana e qualche giorno dalla decisione, secondo te chi ne sta pagando le conseguenze più alte?”
Per il discorso Meta/SIAE sono contento che SIAE abbia finalmente sottolineato che questa situazione non vada assolutamente bene per l’artista, che poi è quello che ci ha sempre rimesso, non guadagnandoci mai e dovendo spendere tantissimo per farsi anche un po’ di pubblicità su Instagram e qualche social. Chi ha la capacità di sfruttare bene i social, non io quindi, può avere una buona possibilità di promozione, perché se ne parla tanto in questi giorni.
Sono un po’ contro i social, che non sono quella piattaforma così libera che si vuol far credere, a causa dei famosi algoritmi e calcoli che non ti permettono di esprimerti al 100% per avere interazioni con il prossimo. Purtroppo ora un artista emerge ora solo se è un personaggio sui social ed è una cosa che un po’ mi dispiace; speriamo ci possa essere un’inversione di tendenza.
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