Puntata post Sanremo, con tutti gli effetti della musica del Festival di Sanremo, che ha avuto il piacere di avere come ospite Voodoo Kid per parlarci del suo nuovo singolo “Lolita”.
Oltre al nuovo singolo “Lolita”, con Voodoo Kid abbiamo parlato del suo lavoro discografico, delle sue influenze e dell’evoluzione della musica in Italia e all’estero con tutte le differenze e somiglianze.
Ecco quello che ha raccontato Voodoo Kid ai nostri microfoni:
“Siamo in compagnia di Voodoo Kid che ci presenta il suo nuovo singolo “Lolita”, uscito il 5 febbraio. Ti va di raccontarci com’è nato questo brano, che chiude il cerchio con il progetto “amor, requiem”?”
E’ il colpo di coda di ‘amor, requiem’. Ho deciso di farlo uscire dopo rispetto agli altri, perché volevo dare l’idea come se ci fosse un ciclo, un cerchio che si chiudeva e proprio con ‘Lolita’ si verificava la giusta conclusione. E’ stato concepito quest’estate in un camp organizzato dalla mia etichetta ‘Groviglio’, a Volterra, e l’ho scritto insieme al mio producer storico Renzo Stone, in una sola giornata. E’ uno dei miei pezzi preferiti dell’album.
“Il tuo primo album è uscito il 20 novembre e si intitola appunto “amor, requiem”. Come mai questo titolo così forte? Com’è stato lavorare al proprio album di debutto?”
Devo ammettere che inizialmente l’album si doveva chiamare solo ‘requiem’, però visto il periodo storico che stiamo vivendo, ho pensato che sarebbe stato un affossarsi troppo forte (sorride) e quindi ho cercato una parola che avesse lo stesso significato ma che vedendola vicino a ‘requiem’ creasse un forte dualismo. Volevo un senso a livello concettuale che creasse tra queste due parole un forte legame; affinché una non esistesse senza l’altra. E’ uno yin e yang.
“Cantautrice, producer e autrice che ha avuto una grande formazione anche in Inghilterra, quali sono i tuoi artisti di riferimento? Trovi che in Italia non ci sia una rivoluzione a livello musicale?”
Rispondo subito alla seconda domanda: a mio parere ti direi di sì, molto. Il fatto che sempre molti più artisti tendano a fare brani molto lontani da quello che può essere la tradizione musicale italiana è una cosa che mi rende molto felice. C’è una voglia di esplorare orizzonti e sperimentare ed è una cosa che anche io ho provato quando sono stata per quattro anni a Londra. Mi ha aperto la testa tantissimo e devo dire che mi ha proprio cambiato a livello personale ma anche musicale.
Ora scrivo in italiano, prima era solo in inglese. Credo che questo sia un buon momento per la musica anche se in realtà stiamo vivendo un momento molto difficile per la musica; sembra paradossale ma dal punto di vista creativo e di ascolti, il pubblico italiano e i cantautori si stanno aprendo alla musica più internazionale.
Io ascolto prevalentemente musica in inglese, ogni tanto qualcosa in francese o tedesco; molto poca italiana. Al primo posto c’è The Weeknd che ascolto dal 2012/2013 e che sono davvero molto felice ora stia ottenendo un grande successo. Ma anche Childish Gambino e Frank Ocean, mentre tra le donne sicuramente SZA e il classico, Beyoncé.
“A proposito di giovani e novità, cosa ne pensi della vittoria dei Maneskin a Sanremo 2021 e della presenza di tanti volti nuovi, soprattutto al grande pubblico, come possono essere Madame o Willie Peyote?”
Sì l’ho visto anche se devo ammettere metà in diretta e la seconda parte, il mattino successivo, recuperando su RaiPlay, perché dopo un certo orario non riesco a stare in piedi (sorride). L’ho visto tutto e mi sento di dire che ci sono influenze molto positive nonostante il periodo storico che stiamo vivendo. Il fatto che ci siano stati tanti artisti giovani come Madame o Willie Peyote o Gaia, sono molto felice; così come la vittoria dei Maneskin, un gruppo rock, mi fa piacere che a trionfare non ci sia sempre e solo la vecchia guardia.
C’è bisogno di un ricambio generazionale. Nonostante il periodo che stiamo vivendo, sono contenta stia succedendo adesso: noi giovani, mi inserisco anche io in questo mood, ci stiamo preparando a diventare quello che sarà la musica nei prossimi anni. E speriamo bene.
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