Simone Zanelli è stato uno degli ospiti della Hit Chart Top 20, presentandoci il suo nuovo singolo “Cambiare”.
Nato da un periodo complicato, Simone Zanelli ci ha raccontato la nascita del suo nuovo singolo, ma anche di come è nata la passione per la musica, il sogno Sanremo e tutti i grandi progetti futuri.
Ecco quello che ci ha raccontato Simone Zanelli:
“Diamo il benvenuto a Simone Zanelli! Parliamo subito del tuo nuovo singolo “Cambiare”, uscito il 26 marzo. Da cosa è nato questo brano?”
E’ nato in maniera molto spontanea e anche abbastanza inaspettata: stiamo vivendo una situazione difficile un po’ per tutti e gli stimoli sotto tanti punti di vista vengono a mancare per scrivere canzoni. Invece devo dire che nonostante questo, la musica trova sempre il modo per venire fuori. E’ nato una sera dell’anno scorso, avevo appena superato il Covid che purtroppo ho preso, facendomi una quarantina di giorni dentro casa. Ero seduto sul tavolo e non so perché, ma mi sono trovato a fare una specie di introspezione di me stesso.
Ho analizzato tutti gli aspetti positivi e negativi della mia vita in quel momento e, guardando anche gli oggetti che avevo intorno, mi sono venute in mente delle frasi, ho iniziato a scrivere qualcosa e poi da lì non mi sono più fermato. L’indomani ho ripreso quello che avevo scritto ed ho cercato di dargli un senso. E’ nato così, all’improvviso, da un momento di difficoltà dove uno deve cercare di tirarne fuori qualcosa.
“Ti sei appassionato alla musica fin da piccolo, con lo sprone anche dei tuoi compagni di classe. Ma qual è stata la scintilla che ti ha fatto appassionare alla musica? Quali sono i tuoi artisti di riferimento?”
La musica è una passione difficile da spiegare, sono sincero; ce l’hai proprio dentro, dalla nascita, non è un qualcosa che mi è nata in un particolare momento. Mi è sempre piaciuta tanto; ho sempre ascoltato tantissima musica. Conoscevo migliaia di canzoni già da quando avevo 10 anni, canticchiavo spesso sull’autobus, ma non l’ho mai preso seriamente perché giocavo a tennis a livello agonistico. A 16 anni ho dovuto smettere perché iniziavo ad andare male a scuola, per la priorità che davo allo sport, e i miei mi hanno fatto smettere. Nel male, però, dopo ho deciso di iniziare a prendere lezioni di canto.
E’ stata una grossa fortuna per me andare avanti nel primo concorso a cui ho partecipato: cantavo un brano di James Blunt “Goodbye my lover” e sono arrivato in finale. Mi ero esibito davanti a parecchie persone e lì ho capito veramente che mi piaceva questo mondo. Niente paura, né soggezione, ma emozioni che non avevo mai provato. Ho avuto diversi artisti di riferimento: per tanti anni ho seguito Ed Sheeran, un idolo assoluto per me. Adesso fra tutti però Tommaso Paradiso. Sono andato a cinque o sei concerti dei The Giornalisti e lui sul palco mi piace un sacco. Il misto fra canzone sentimentale e canzone da ballare per me è il top.
“Stai lavorando al tuo album? C’è già una data di uscita che puoi anticiparci? Nonostante questa situazione incerta stai pensando anche a dei possibili live o più concerti online?”
Ai live onestamente, non ci sto pensando anche perché vivo in una città che non mi offre tante possibilità per esibirsi. L’ho fatto prima del Covid in alcuni locali, ma mi dovrei organizzare per spostarmi, poi però si è bloccato tutto. Il 30 aprile esce il mio nuovo singolo “Che casino”, prodotto e distribuito dalla RKH, la mia etichetta torinese e non vedo l’ora. Parla del periodo Covid e delle mancanze che questa pandemia ha portato, ma sotto una veste allegra.
Una spensieratezza che adesso viene un po’ a mancare. Credo che l’album non uscirà prima di Dicembre del prossimo anno. Ho in mente un progetto abbastanza chiaro, ma sto già scrivendo e arrangiando le canzoni che ci saranno all’interno; bisognerà vedere come si evolveranno certe cose. Non dipenderà solo da me.
“Hai mai pensato di partecipare ad un talent show? Cosa pensi a riguardo? E invece credi che Sanremo sia ancora un’importante vetrina anche per gli artisti emergenti?”
Bella domanda. Questo è il dilemma che mi pongo da molto tempo, perché comunque sia, è una strada importante da intraprendere. Puoi avere visibilità ma non è fondamentale. Allo stesso tempo il talent show un po’ mi spaventa: ho visto tanti artisti poi sparire, è una lunga competizione e non so se per come sono fatto io caratterialmente è la cosa più adatta. Non so se riuscirei a rendere al meglio. Sanremo, invece, è il mio sogno nel cassetto: l’emozione che ti dà Sanremo secondo me è unica. E’ il palco che uno sogna da bambino e sarebbe un traguardo enorme.
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