Sanremo 2020: il commento alla terza serata del Festival di Amadeus

Sanremo 2020

Dopo il mega sforo della seconda puntata, non c’è tanto tempo da perdere e così la terza serata di Sanremo 2020 parte subito con Amadeus che, dopo aver ricordato le vittime del deragliamento del treno a Lodi, dà subito avvio alla gara con chi, in realtà aveva appena finito di esibirsi.

Si inizia infatti con Michele Zarrillo, ultimo in gara, la scorsa notte, con la cover di “Deborah” con Fausto Leali, alias “Mostro” de “Il cantante mascherato”. Fausto Leali impeccabile, Michele Zarrillo un po’ a rischio, forse anche infarto, ogni tanto perde la precisione, senza infamia e senza lode (Voto 5/6).

Si prosegue con Junior Cally che decide di distruggere “Vado al massimo” di Vasco Rossi con i Viito, stonando in quasi tutto il brano e con un arrangiamento finto reggae che fa urlare proprio “NO GRAZIE” (Voto 4).

Dall’inizio della puntata permane un problema ai microfoni, soprattutto quelli di chi sta per entrare che vengono accesi molto prima, rischiando di creare un ennesimo problema o polemica. Marco Masini ed Arisa che parte con un acuto in stile Elsa di Frozen 2 con “Into the Unknow” dei Panic! At The Disco, per poi far virare l’eterea “Vacanze romane” in un elettro-pop, (Voto 7+).

Ma la vera sorpresa arriva dopo la pubblicità, quando a sorpresa, sul palco compaiono Alessandra Amoroso, Giorgia, Fiorella Mannoia, Laura Pausini, Gianna Nannini, Elisa ed Emma per promuovere “Una, nessuna, centomila”, il concerto evento di queste sette grandi artiste, che si terrà all’Arena Campovolo di Bologna il 19 settembre per raccogliere fondi per i centri antiviolenza per le donne che hanno bisogno di supporto. Da venerdì 6 febbraio saranno in prevendita su TicketOne dalle ore 16:00 mentre dalle 11:00 del 29 febbraio si potranno trovare anche nei punti vendita e prevendite abutali.

Laura Pausini spiega la decisione del titolo: “Una perché ogni donna che lotta lo fa per tutte le altre; Nessuna perché nessun’altra donna deve essere vittima di violenza; Centomila, perché sono le persone che speriamo vengano a sentirci il 19 settembre”

Mentre Emma annuncia che tutte e sette le donne protagoniste di questo concertone evento, inviteranno dei loro colleghi maschi “che saranno al nostro fianco” e seppure non cantano sono la vera sorpresa che sono riusciti a tenere segreta fino all’ultimo.

Riprende la gara con Riki e Ana Mena in una versione moderna de “L’edera” con tanto di campionamento della voce di Nilla Pizzi, dove però tra diverse imprecisioni di Riki e la presenza di una brutta copia di Ariana Grande non c’è molto (voto 5+).

Con Raphael Gualazzi finalmente si realizza la prima vera performance, insieme alla sublime Simona Molinari con un’incantevole “E se domani”, super sensuale ed elegante (voto 8,5), ricordandoci che abbiamo bisogno di più Simone Molinari e Raphael Gualazzi.

Anastasio invece, pur accompagnato dalla PFM in “Spalle al muro” (voto 6–), non lascia il segno nemmeno qui passando senza infamia e senza lode; mentre Alberto Urso, pensando di fare mossa astuta per accaparrarsi più voti, chaiama Ornella Vanoni a duettare in “La voce del silenzio”, ma si vede che Ornella Vanoni in realtà tifa qualcun altro dato che l’ha cantato malissimo per farlo fallire: è l’azione di boicottaggio più geniale mai studiata dalla Vanoni (voto 6–).

Elodie, di cui ho riascoltato meglio il brano “Andromeda” in studio version che migliora nettamente rispetto alla versione live della prima sera, porta una versione 2.0 di “Adesso tu” di Eros Ramazzotti, brava e con un arrangiamento moderno, ma non raggiunge la perfezione (voto 6/7).

Finalmente arriva una doppietta interessante come Rancore con Dardust e La Rappresentante di Lista con “Luce (Tramonti a Nord-Est)” dove la maestria di Dardust ha cucito un arrangiamento moderno e giusto per il brano, il tutto collegato ad una messa in scena vincente (voto 8++); ma sono i Pinguini Tattici Nucleari con “Settanta volte” (voto 10) a fare il vero show. Fanno il vero omaggio al Festival di Sanremo unendo sette canzoni dei settant’anni della kermesse canora passando da “Papaveri e papere” a “Una musica può fare” fino a “Rolls Royce”: simpatici, colorati e divertenti nella loro messa in scena, senza arrivare agli eccessi alle volte piacevoli, alle volte inutili, degli Elio e Le storie tese.

Ma alle 23:00 abbiamo tutti tremato: erano previsti i 40 minuti di spazio per Roberto Benigni che però ci ha graziato non arrivando a questa lunghezza nel suo monologo scherzoso sulla serata delle cover “Posso rifare lo stesso gesto che feci a Pippo Baudo se vuoi” scherza il premio Oscar cercando di toccare Amadeus lì dove il sole non batte; e dopo aver introdotto “Il Cantico dei Cantici” ne legge una parte.

Enrico Nigiotti con Simone Cristicchi e “Ti regalerò una rosa” (voto 6-) né Giordana Angi con Solis String Quartet “La nevicata del ‘56” (voto 5) regalano qualcosa di indimenticabile, anzi tutto molto basico senza alcun guizzo, con forse l’aggravante per la Angi di urlare il pezzo tutto il tempo. Tiziano Ferro arriva intorno a mezzanotte per cantare il suo nuovo singolo “Amici per errore”, che potrebbe sembrare il titolo della querelle iniziata dallo stesso Ferro nei confronti di Fiorello.

Le Vibrazioni con i Canova mischiano la tradizione del brano di Anna Oxa “Un’emozione da poco” (voto 7,5) con una ventata di rock, mentre Diodato con Nina Zilli in “24000 baci” (voto 9) ci fanno fare un tuffo negli anni ’70 pur rimanendo nella modernità: arrangiamento, corpo di ballo ed energia. La classe e l’eleganza continuano anche per Tosca con Silvia Perez Cruz nella loro “Piazza grande” (voto 8/9) che in questo arrangiamento in sottrazione crea l’atmosfera di una vera festa in ‘piazza grande’. 

Sanremo 2020
Tosca con Sofia Perez Cruz vincono la serata delle cover di Sanremo 2020 con “Piazza grande” di Lucio Dalla

Rita Pavone invece se la deve vedere con Amedeo Minghi in “1950” (voto 6/7), dove il Maestro sbiascica tutto (che non stia benissimo?) e Rita con la sua forza cerca di recuperare tutto; un po’ come cerca di fare Annalisa, ospite di Achille Lauro in “Gli uomini non cambiano” (voto 7), che si presenta in versione David Bowie, ma che non riesce a risollevare il disastro vocale di Achille Lauro.

Peggio di Achille, riescono a farlo Bugo e Morgan, che purtroppo distruggono “Canzone per te” (voto 5–) che non riescono a cantare insieme e in modo corretto, accavallandosi e non entrando a tempo; ma del resto lo si sapeva già fin dalle prove che ci sarebbero state frizioni tra i due artisti.

Irene Grandi con Bobo Rondelli cantano “La musica è finita” (voto 7+) in modo semplice e giusto, spogliando il brano di un po’ di quella sua aura malinconica, mentre Piero Pelù porta il rock di Little Tony, con un filmato d’epoca, aggiungendolo alla sua grinta con “Cuore matto” (voto 8,5) scendendo nuovamente tra il pubblico, che ormai terrorizzato verrà con casco e parastinchi.

Paolo Jannacci con Francesco Mandelli e Daniele Moretto riportano l’ironia, il teatro e l’essere istrione di Enzo Jannacci con “Se me lo dicevi prima” (voto 8++). Chiudono le esibizioni, l’imbarazzante Elettra Lamborghini con Myss Keta in “Non succederà più” (voto 4) che credo sia diventata una grande presa per i fondelli: non sa cantare, non sa ballare, roba che nemmeno al karaoke. Infine Francesco Gabbani nella sua semplicità arriva dritto e diretto al “popolo” che convince ogni volta, anche con la versione allunaggio de “L’italiano” di Toto Cutugno (voto 8).

Sul fronte conduzione finalmente qualcuna degna di questo titolo: la giovane Alketa, super conduttrice in Albania è spigliata e reattiva, forse un po’ troppo, e parla a raffica esprimendo tutta la gioia di essere a questo importante evento e poterlo addirittura condurre. Decisamente bocciata invece Georgina Rodriguez, che nemmeno si è sforzata di imparare l’italiano e che quindi parla solo in spagnolo: ma era necessario spendere soldi per lei per assicurarci di avere ospite “gratis” Cristiano Ronaldo in prima fila?

Per i super ospiti invece Lewis Capaldi stona buona parte dei suoi brani compreso la hit radiofonica “Someone you loved”, mentre Mika risolleva la situazione con i suoi brani eseguiti sia sul palco dell’Ariston che poi nello speciale palco all’esterno del Nutella Stage. 

Alla fine l’Orchestra premia meritatamente Tosca, secondo Piero Pelù e terzi i Pinguini Tattici Nucleari, spingendo in ultime posizioni Bugo e Morgan, Lamborghini, Riki, Achille Lauro e i freschi “Amici” Alberto Urso e Giordana Angi; rinforzando i primi tre al momento, secondo i miei calcoli, con Piero Pelù, Francesco Gabbani e Pinguini Tattici Nucleari. E domani, cosa accadrà? Ritorna la gara degli inediti dei Big affiancata dalla super finale delle Nuove Proposte: tra Tecla, Leo Gassmann, Marco Sentieri e Fasma chi sarà il nuovo Mahmood o Gabbani?

 

 

Matteo Magazzù

Speaker e attore romano, ama la musica, il teatro, l'arte, il cinema, la televisione.

View All Posts

1 comment on “Sanremo 2020: il commento alla terza serata del Festival di Amadeus

Lascia un commento