PIT: “Londra e Ed Sheeran mi hanno fatto venire voglia di mettermi a suonare”.

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L’ultima puntata della Hit Chart Top 20 è stata ricca e densa di ospiti e tanta buona musica. Tra gli ospiti intervenuti abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchiere anche con il giovanissimo Pit.

Pit ha raccontato ai nostri microfoni il suo ultimo lavoro “Psichedelia”, la sua crescita artistica e le sue influenze musicali, italiane e internazionali.

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La cover ufficiale del nuovo singolo di Pit intitolato “Psichedelia”

 

Per scoprire cosa ci ha raccontato nell’intervista leggete qui sotto:

“Il 16 ottobre è uscito il singolo “Psichedelìa” che racconta di un post serata sotto stati di alterazione. Ovviamente un’esagerazione, ma cosa volevi rappresentare con questo brano?”

E’ nato in un pomeriggio: eravamo io e Giorgio Pesenti, il ragazzo con cui produco. Avevo un po’ di idee in testa date dalle ultime serate che avevo fatto… è un po’ il racconto della serata in cui si pensa che andrà tutto bene, poi salta fuori quel pensiero di malinconia e che ci fa tornare con i piedi per terra, anche se siamo in quello stato di “alterazione” che dicevamo.

“L’immaginario psichedelico corrisponde anche nello smile usato per la cover con colori acidi come azzurro e viola, che comprende anche un filtro su Instagram. Essendo giovanissimo, quanto contano i social oggigiorno per il mestiere artistico, in specifico il tuo di cantautore?”

Tantissimo direi. Purtroppo e per fortuna tantissimo. Ho notato appunto, come dicevi prima del filtro Instagram… è un qualcosa che può attirare l’attenzione per poi dire “ E’ uscito questo mio brano dove racconto una storia” e qualcuno se la va ad ascoltare con più curiosità magari. Però molto spesso dire così è facile; bisogna poi riuscire a raggiungere tante persone, che magari, con un qualche altro mezzo, come un filtro, un video, una storia, possono far avvicinare più facilmente al proprio mondo. Bisogna sapere utilizzare i social al meglio.

“In quarto liceo sei stato per un anno a Londra, dove hai capito che la musica sarebbe stata la tua strada. Le influenze della musica inglese si sentono tutte nella tua produzione, ma quali sono quindi i tuoi artisti di riferimento internazionali e italiani?”

Quando sono andato a Londra, mi ricordo in quel periodo c’era Ed Sheeran con il secondo album, quello che si dice essere il più difficile degli artisti, perché quello della conferma. Quando sono arrivato lì ho iniziato a vedere anche lui come faceva dato che mi trovato proprio dove lui faceva registrava e si esibiva e mi è venuta voglia di mettermi a suonare: ho iniziato a suonare in strada, in qualche locale, ho iniziato a scrivere.

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“Essere nello stesso studio dove Ed Sheeran stava incidendo il secondo album, mi ha fatto innamorare definitivamente della musica” ha raccontato Pit

Sicuramente anche la fortuna di assistere ad alcuni concerti, come per esempio John Mayer o, quando ero più piccolino, i Red Hot Chili Peppers, mi ha spinto nel mondo musicale: l’energia dei RHCP, anche se non ero nelle prime file, nei primissimi concerti era comunque incredibile, tanto che mi sono sempre detto “voglio farlo anche io”. Son rimasto folgorato. Tra gli italiani, sono un grandissimo fan di Pino Daniele mentre per nella scena musicale più attuale mi piace molto Calcutta.

“Il tuo primo EP è stato pubblicato come Pit Drane, mentre oggi sei solo Pit. Cosa è cambiato nella tua musica da allora?”

Si può dire che era un progetto vecchio, un primo esperimento di scrittura dove scrivevo in inglese. C’erano anche altre diverse produzioni, un mondo diverso che poi ho deciso di non chiudere, ma come dire “Ok è stata una fase. Adesso inizio un’altra cosa anche con la scrittura in italiano”. Sono età differenti ecco, era una cosa legata ad po’ di anni fa ed è giusto che rimanga una parentesi. 

“Pit, se ti proponessero Sanremo Giovani o un talent come Amici o X Factor, accetteresti? E se sì per quale faresti “di tutto” per esserci?”

Ora come ora non credo. Preferisco una strada diversa. So che per alcuni motivi è più facile arrivare ad un pubblico più vasto, però preferisco le logiche di suonare tanto in giro, piano piano, piuttosto che un’esposizione televisiva che non ricerco come primo obiettivo. Preferisco pensare più a fare musica , sperando che la possano apprezzare più persone. A me fa molto piacere quando molte persone che mi hanno sentito suonare in strada 5 anni fa, ancora mi seguono, hanno sentito “Psichedelìa” e mi han detto “Non vedo l’ora di sentirlo live appena finirà questa emergenza”.

 

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