dellarabbia: “Il nostro album sarà diviso in 3 marco aree: amore, solitudine e una sorpresa”

Ultimi, ma non per importanza, nella puntata record della scorsa settimana ci sono stati anche i dellarabbia, il nuovo collettivo musicale pieno di amici della Hit Chart Top 20.

Con Marco De Vincentiis, voce de dellarabbia, abbiamo parlato del loro nuovo brano “La panchina (come Forrest Gump)”, della loro passione per il cinema e perché no, una possibile porta aperta per Sanremo…

Momento anche Carramba con Claudia che ricorda a Marco di quando gli portava la cena, nello stesso locale romano dove Claudia lavorava come cameriera e Marco suonava per diverse serate.

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La cover ufficiale del secondo singolo de dellarabbia dal titolo “La panchina (come Forrest Gump)”

Ma dopo il momento amarcord, ecco quello che ci ha raccontato:

“”Siamo tutti persi per sempre su di una panchina a guardare il mondo da uno schermo” tanta solitudine nel vostro secondo singolo intitolato “La panchina (come Forrest Gump)”. Com’è nato questo brano e cosa volete arrivi al pubblico?”

Quando scriviamo i brani, io e Americo Roma, insieme anche agli altri ragazzi, non ci poniamo mai alcun soggetto/oggetto; Americo ha un’intuizione e io mi faccio ispirare dai suoi testi straordinari. “La panchina” è nata un po’ per caso: noi facciamo spesso riferimenti filmici narrativi, come si evince dai due singoli pubblicati; siamo fan sfegatati di Forrest Gump ed abbiamo cercato di creare un personaggio opposto a quello speranzoso di rivedere il suo amore.

Noi l’abbiamo proposto al contrario; nel 2020, pieno di odio, di rancore, e pieno di solitudine. Questi sentimenti sono davvero all’ordine del giorno ora con sicuramente un occhio di bue puntato addosso, ma fanno parte di ciascuno di noi. Lo abbiamo notato da quando c’è stato tutto questo dilagare dei social network che come conseguenza ha dato a tutti la voglia di buttare fuori tutta la cattiveria di cui siamo capaci. Ma non voglio fare il paladino della giustizia, perché anche io sono arrabbiato, del resto ci chiamiamo così non a caso…

“Più che una band vera e propria voi vi definite un “collettivo musicale”, di cui fanno parte anche alcuni vecchi amici della Hit Chart Top 20 come una parte degli The Anthem. Ma come vi siete trovati e chi ha scelto il nome?”

Mi fa piacere anche per i ragazzi che sicuramente vi risaluteranno e a cui porterò i vostri saluti perché purtroppo non sono con me per ovvi motivi, essendo distanziati ed ognuno nelle proprie case. Ci conosciamo da una vita con gli Anthem sia per una stima professionale, che metto al primo posto, perché lavoro e professione, sia perché siamo grandi amici fin da quando eravamo ragazzini. Io suonavo nei Me for Rent mentre loro erano The Anthem e capitava di unirci e ritrovarci in varie serate pop punk molto molto anni ’90.

Ci siamo scelti perché abbiamo interessi comuni. Se la musica è una selezione naturale, loro possono farlo da adesso all’eternità. I dellarabbia sono formati quindi da persone che vogliono fortemente fare questo nella loro vita e lotteranno con tutte le loro forze per farlo per sempre, nonostante i tempi bui e quello che verrà dopo, che sarà forse ancora più complicato.

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“Il nostro collettivo musicale è formato da gente che vuole fare musica per tutta la vita e lotterà per sempre per farla nonostante tutto” ha affermato Marco De Vincentiis dei dellarabbia

“Il vostro primo singolo si chiama “L’Enigmista”, in questo citate Forrest Gump. Quanto l’universo cinematografico influenza le vostre scelte musicali? Vi piacerebbe scrivere per un lungometraggio?”

Caspita, sì, assolutamente! Non mi dilungo neanche perché scrivere la musica per un film è come dare un sonoro ad un’immagine. Chi non ha mai sognato di voler essere la colonna sonora di qualcosa? Sì, perché no, magari. Anche se la nostra musica è prevalentemente immaginaria, basandosi sul collettivo immaginario. Noi scriviamo una canzone immaginando un paesaggio ma anche un dettaglio e forse messo in un film ci darebbe una realtà che forse non siamo abituati a comprendere appieno. Direi sì con riserva, ma deve essere assolutamente correlato con quello che diciamo.

“”L’Era della Rabbia” è il titolo del vostro primo album che vedrà la luce ad inizio 2021. Che cosa ci potete svelare a riguardo? Quale sarà il mood di tutto il lavoro?”

E’ un disco pronto già da un po’. Siamo stati molto rapidi a scriverlo perché stranamente avevamo già le idee molto chiare. Saranno 14 canzoni che si alterneranno in tre macro aree che andremo a trattare ovvero l’amore, la solitudine e la rabbia ed uno che vogliamo tenere ancora segreto. Queste macro aree che vanno un po’ a riprendere i vecchi lato A e B dei vinili è una cosa che farà parte del nostro lavoro, che non vediamo l’ora di farvi ascoltare avendo fatto un “all in” sulle nostre vite artistiche. Speriamo possa piacervi.

“Il vostro rapporto invece con la musica in televisione com’è? Partecipereste ad un talent show o vi piacerebbe provare l’avventura sanremese?”

Sì, lo abbiamo pensato e qualcuno di noi l’ha già fatto in passato; non siamo chiusi a nulla. Ci piace l’idea di misurarci con qualsiasi tipo di pubblico e di palco, senza precluderci nulla. E’ chiaro che Sanremo sia il palco più ambito per ogni musicista e mi faccio portatore anche degli altri dicendo che assolutamente sì, ci farebbe molto piacere essere su quel palco.

Per recuperare tutte le interviste passate clicca qui. Appuntamento con la Hit Chart Top 20 ogni lunedì in diretta dalle 20 alle 22 su SPREAKER e sul nostro sito ufficiale.

Matteo Magazzù

Speaker e attore romano, ama la musica, il teatro, l'arte, il cinema, la televisione.

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