Orofino: “Fusa” non è la storia di un gatto, ma di una litigata ironica, o quasi, tra amici.

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Nell’ultima puntata della Hit Chart Top 20 è stato nostro gradito ospite anche il siciliano Orofino che ha presentato il suo ultimo brano “Fusa”.

Orofino ci ha raccontato anche come è nato il suo EP, intitolato proprio “Fusa”, quanto è importante il modo in cui fai musica ed esporsi al meglio e, in ultimo, le sue rivalutazioni “feline”.

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La cover ufficiale del nuovo singolo di Orofino “Fusa”, che dà titolo anche al suo EP

Ecco quello che ci ha raccontato:

“Diamo il benvenuto ad Orofino! Il tuo ultimo singolo uscito il 15 dicembre si chiama “Fusa”, ma nasce da una litigata con un caro amico… Raccontaci un po’ meglio?”

Il brano è nato in più battute. Realmente la prima parte fu appunto questo litigio con un amico.  La sera che ho litigato con lui mi sono messo in studio e poi è uscito questo brano così, un po’ presa a male. Era molto diverso da quello che sentite adesso perché era una versione scritta su un time bit, una base presa da YouTube, poi ho iniziato a riarrangiarlo e siccome era un po’ triste, mi andava di dargli un tono più ironico.

L’incontro con Dalila Bizzini, la coautrice del brano, ha fatto nascere l’idea di “metterla un po’ al femminile” (ndr. vedi il ritornello). Ci sono state altre dinamiche sentimentali che si possono immaginare dal testo… la storia era una scusa per lasciarmi, in un certo senso, ed andare con un’altra persona che gli faceva le fusa.   

“Essendo noi un po’ zuzzurelloni, ti facciamo questa domanda: sei più #teamcane o #teamgatto a questo punto? Quali caratteristiche dell’uno e dell’altro apprezzi?”

Io sono team cane perché ho sempre avuto cani. Del cane apprezzo tanto l’affettuosità. Per quanto riguarda i gatti, non li ho mai apprezzati, purtroppo, perché sono molto diffidenti, ma questa diffidenza a volte mi è piaciuta. Con la scusa del brano, ho fatto un tipo di promozione ad hoc, dove, su Instagram, postavo foto con i gatti e devo dire che mi sono molto avvicinato a loro. Sono coccoloni, fanno le fusa, ti stanno vicino, ti strisciano e in certo senso questa cosa mi ha intrigato. Sono più furbi.

“Il singolo è stato l’ultimo tassello per l’EP intitolato appunto “Fusa” e che contiene anche i brani usciti precedentemente. Stai ora lavorando ad un album vero e proprio?”

Si, perché credo tanto nella continuità delle pubblicazioni. Ovviamente il disco sarà anticipato da altri singoli. Sto scrivendo parecchio in questo periodo e, ovviamente, sto anche promuovendo “Fusa” perché è il pezzo che adesso sto spingendo. Vorrei pubblicare un disco all’anno. Quest’anno è uscito un EP perché è stato un anno particolare anche se ho il grande privilegio di avere uno studio tutto mio e poter fare musica quando voglio.

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“Vorrei riuscire a fare un album all’anno, come gli artisti che stimo molto, ovvero Achille Lauro e Vasco Rossi che nei loro momenti più importanti della carriera riuscivano a realizzare un lavoro all’anno”. ha detto Orofino

E’ stato anche un anno che mi è servito da lezione perché ho avuto tanto tempo per riflettere e credo di dover sempre continuare a lavorare per migliorarmi entrando in crisi in senso positivo, guardando gli errori che ho fatto e cercando il margine di miglioramento tra un lavoro e un altro. Tutti gli artisti, almeno quelli che conosco io e che stimo tanto, hanno avuto sempre questo tipo di continuità… da Achille Lauro a Vasco Rossi e tanti altri in cui, nei loro momenti top, tiravano giù tanti dischi. Cerco di prendere spunto dai grandi.

“Hai partecipato a numerosissimi Festival aprendo i concerti dei Pinguini Tattici Nucleari, Arisa ed Ernia solo per citarne alcuni. La situazione live è quella che è al momento (ovvero nulla). Ma quando sarà possibile con chi ti piacerebbe dividere il palco per una grande serata all’insegna della musica, tra Big ed emergenti?”

Per quanto riguarda gli emergenti, io seguo tanto Wemme Flow, un rapper di Bologna che, secondo me è molto bravo. Onestamente ripeterei l’esperienza con i Pinguini Tattici Nucleari perché è stata l’esperienza in assoluto più importante a livello emotivo. C’era un pubblico molto attento ed era la prima volta che suonavo davanti a più o meno 1500 persone; ha avuto un bell’impatto nel mio percorso musicale e ho avuto un grande feedback. Hanno iniziato a seguirmi tante persone e lì ho assaggiato davvero cosa vuol dire il calore del pubblico.

“Si sta avvicinando anche il Festival di Sanremo, salvo slittamenti. Ma nella tua carriera hai mai pensato di parteciparvi o anche ad un talent show, o preferisci un percorso più personale?”

Io preferirei un percorso personale, però se arrivasse un’offerta di far un tot di serate a X Factor o un tot di serate ad Amici, ovviamente ci penserei perché dove sono io, a Caltagirone, è come stare nel deserto; un musicista nel deserto. Io sono uno dei pochi, dei 40 mila che siamo, a fare musica ed hai quella marcia in più, quella voglia di emergere. Farei i talent per bisogno di visibilità, però vorrei fare tanti concerti e farmi conoscere per quello che sono dal piccolo locale a quello che ci sarà dopo.

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