Daino: “Maglia redskins” è una canzone cinematografica, nata da immagini

Puntata ricca, mi ci ficca” e nell’ultima andata in onda con Matolas & Claudia abbiamo conosciuto anche il giovanissimo Daino che ci ha raccontato il suo ultimo singolo “Maglia redskins“.

Daino ha raccontato di come è nata questa ballad “da fine serata”, i progetti futuri, del suo diploma in clarinetto e della passione di busking, che spera di tornare a fare presto.

Daino
Ecco la cover del nuovo singolo di Daino “Maglia redskins”

Ecco quello che ci ha raccontato Daino:

“Diamo il benvenuto a Daino! Con molto piacere siamo qui per parlare con te di “Maglia redskins” uscito il 22 gennaio, scritto un anno fa e che hai definito, giustamente, un brano da fine serata, di quando si potevano fare. Come è nata la canzone?”

Il pezzo nasce molto ad immagini. L’ho scritto un giorno di febbraio dell’anno scorso mentre fumavo una sigaretta. Era un giorno molto grigio, quindi non particolarmente colorato, luminoso; ma avevo addosso questa maglietta rossa, quasi color amaranto, molto caldo. E’ una maglia di una squadra di football americano ed anche se io non sono un grande appassionato, questa maglietta mi ha dato l’ispirazione.

Tra il fumo bianco, l’atmosfera cupa e scura, la maglietta rossa si scontravano con quello che avevo dentro l’anima che era un po’ scuro. A livello sentimentale ero un po’ giù e quindi tutte queste immagini e colori mi hanno fatto venire in mente questa ballad. E’ una canzone un po’ cinematografica che vuole trasmettere delle immagini; se sono arrivate vuol dire che ho fatto bene.

“Sei un polistrumentista, ma la cosa che ci ha affascinato di più è che sei diplomato in clarinetto, che per un ragazzo così giovane può sembrare così old style. Cosa ti ha fatto innamorare dello strumento?”

E’ stata un po’ una casualità che io avessi iniziato a studiare clarinetto… Abitando in un paesino fuori Milano, ho iniziato a suonare e studiare musica gratuitamente nella banda cittadina, che per la stragrande maggioranza, e per semplicità, sono strumenti a fiato. Io ero un ragazzino e lo strumento per me più facile da suonare era il clarinetto piuttosto che sassofoni o strumenti più grandi.

Daino
“Abitando in un paesino fuori Milano, ho iniziato a suonare e studiare musica gratuitamente nella banda cittadina, che per la stragrande maggioranza e per semplicità, sono strumenti a fiato. Ecco perché iniziai ad appassionarmi al clarinetto.” ha detto Daino

E’ iniziato casualmente ma poi dopo ho sviluppato questa cosa, studiando al conservatorio studiando anche molta musica classica; mi sono cimentato in vari generi musicali. Poi con la scrittura, negli anni del liceo, ho dovuto imparare chitarra e pianoforte che sono gli strumenti con cui uno compone più facilmente…

“Ma pensi che lo utilizzerai in un tuo brano? Un po’ anche come Renzo Arbore che gli ha dedicato proprio una canzone…”

In realtà sto studiando tanti modi per suonarlo in maniera moderna. Quest’estate c’era un assolo di clarinetto nel mio brano “Mioddio”; solitamente c’è quello di chitarra, io l’ho fatto di clarinetto (sorride).

“Quest’estate hai partecipato anche a Castrocaro, arrivando secondo. Che ricordo hai di quell’esperienza? Speravi nella vittoria alla fine?”

Mi sono iscritto a questo concorso senza avere speranze di quello che sarebbe successo. Avevo pronto questo pezzo molto up, ritmato, forte, una sorta di schiaffo, che era appunto “Mioddio”. In realtà è stato bellissimo. Forse in quest’anno che ci siamo lasciati alle spalle è una delle esperienze più belle sia dal lato professionale che umano. Il brano tra l’altro era nato nel mio piccolo studio che ho in cameretta e non avrei mai pensato che una band come quella, potesse suonarlo in diretta su Raidue! E’ stato assurdo ed emozionante.

“Nel 2018 sei arrivato invece anche in finale per Area Sanremo. Cosa ne pensi di questo Festival di Sanremo 2021, soprattutto per i giovani in gara che si troveranno in un momento importante della loro carriera con una platea però vuota? Tu come l’avresti vissuta?”

Sarà sicuramente un’edizione un po’ diversa. Sono però contento che ci sia un grande interesse per gli artisti emergenti, quella di noi ventenni, che affrontiamo le cose anche in maniera differente. Spero che chi sarà in gara, potrà dare il massimo nonostante tutte le difficoltà di partecipare ad un’edizione così strana. Mi dispiace non si sia potuto fare altrimenti, cioè avere un grande pubblico come al solito e come si meriterebbe, che vale ovviamente per tutti i lavoratori dello spettacolo, a tutti i livelli, che da oltre un anno non possono lavorare.

“Tu sei anche appassionato di busking. Appena sarà possibile tornerai anche a fare concerti per strada, oltre a quelli che ti auguriamo anche in palazzetti e teatri?”

Assolutamente! Spero che la strada tornerà ad essere un luogo bello dal punto di vista umano e sicuro affinché la gente possa essere spensierata per potersi godere un artista di strada. Mi auguro che la gente potrà essere spensierata a tal punto da poter ascoltare gli artisti di strada. Deve essere una cosa rilassante suonare per strada, per me lo è sempre stato, quindi spero di poter tornare a farlo anche per rilassarmi molto presto.

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Matteo Magazzù

Speaker e attore romano, ama la musica, il teatro, l'arte, il cinema, la televisione.

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